Il nuovo corso di Stellantis avrà un occhio di riguardo per i marchi italiani?

Antonio Filosa presenterà il piano strategico Stellantis al Capital Market Day entro giugno 2026, con l'obiettivo di valorizzare i brand e rilanciare Alfa Romeo, Lancia e Fiat

Il nuovo corso di Stellantis avrà un occhio di riguardo per i marchi italiani?
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Renato Terlisi
Pubblicato il 5 dic 2025

Entro giugno 2026 il nuovo piano strategico di Stellantis dovrà fornire risposte concrete e definitive per Alfa Romeo, Lancia e Fiat. Una scadenza che rappresenta ben più di una semplice data nel calendario aziendale, bensì un vero e proprio spartiacque per il futuro dell’industria automobilistica italiana. Antonio Filosa, il nuovo amministratore delegato del gruppo automobilistico, ha fissato con precisione questo momento cruciale per presentare la strategia complessiva durante il Capital Market Day. L’annuncio segna una vera svolta nella gestione aziendale, con un impegno esplicito di valorizzare i “superpoteri” distintivi di ogni marchio della galassia Stellantis, in particolare quelli italiani che negli ultimi anni hanno percepito un’attenzione sensibilmente minore rispetto ai brand francesi.

Un momento cruciale

La road map del 2026 rappresenta un momento cruciale per chiarire definitivamente gli investimenti futuri e le gamme di prodotto destinate ai tre pilastri del made in Italy automotive. Per il Biscione rimangono ancora aperti interrogativi fondamentali sulle nuove generazioni della Giulia e della Stelvio, dopo l’abbandono strategico del segmento E. La sfida che si prospetta è particolarmente complessa: riuscire a conciliare un’eredità sportiva ormai consolidata e riconosciuta nel mercato con l’innovazione tecnologica contemporanea, senza tuttavia perdere quella personalità distintiva che ha sempre caratterizzato il marchio milanese. Si tratta di un equilibrio delicatissimo, dove un passo falso potrebbe compromettere anni di costruzione di identità brand.

Anche il rilancio di Lancia si gioca su equilibri altrettanto delicati e complessi da gestire: la nuova Delta rimane ancora avvolta in un’incertezza significativa che preoccupa gli appassionati del marchio, mentre la CEO Roberta Zerbi punta decisa a ringiovanire l’appeal generale del brand attraverso strategie di rinnovamento mirato. La presentazione della Gamma prevista per fine estate dovrebbe contribuire in modo sostanziale a rilanciare le vendite e a ridare fiducia agli stakeholder, ma il vero test decisivo sarà comprendere se il gruppo garantirà piattaforme e investimenti effettivamente dedicati per il recupero competitivo della casa torinese.

Tornare protagonisti assoluti

Per Fiat l’esigenza primaria è tornare a ricoprire un ruolo da protagonista nella strategia complessiva del gruppo, dopo anni nei quali i lanci sono stati spesso posticipati rispetto ai progetti francesi con una certa sistematicità. La Grande Panda rappresenta emblematicamente questa dinamica frustrante: sotto la nuova leadership, il marchio torinese chiede con insistenza di dettare tempi e contenuti coerenti con il posizionamento strategico e le concrete esigenze del mercato europeo sempre più competitivo.

Il piano strategico atteso non sarà una semplice lista di modelli, bensì una strategia articolata costruita su piattaforme, elettrificazione progressiva e innovativi modelli di business. Lo snodo critico riguarda l’equilibrio delicato tra centralizzazione delle risorse e autonomia effettiva dei brand: un eccesso di omogeneizzazione svuoterebbe le identità storiche; una frammentazione eccessiva comprometterebbe direttamente efficienza e capacità di investimento complessiva.

Gli analisti seguono con attenzione anche la dimensione finanziaria: il mercato richiede numeri e roadmap che dimostrino sostenibilità concreta e ritorni significativi per gli azionisti. Tra appassionati e dipendenti italiani cresce l’auspicio che la nuova leadership traduca le promesse in programmi di prodotto ambiziosi ma realistici, con risorse allocate credibilmente ai tre marchi storici. Il prossimo anno sarà decisivo per comprendere se Stellantis saprà riconciliare patrimonio storico e competitività globale, riportando i marchi italiani al fulcro del progetto industriale.

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