14enne su Citroen Ami a 81 kmh, i genitori rischiano multa
Un 14enne è stato fermato in Francia alla guida di una Citroen Ami a 81 kmh. I genitori, intestatari del veicolo, rischiano una multa e il giovane possibili restrizioni sulla patente
È in una notte qualunque della provincia francese che la piccola Citroën Ami torna a ricordarci una verità antica quanto il motore stesso: ogni veicolo, anche il più innocente, può trasformarsi in una miccia accesa se finisce nelle mani sbagliate. E questa volta la scintilla porta la firma di un ragazzino di appena quattordici anni, troppo giovane per la patente ma abbastanza grande per sfidare limiti, regole e – perché no – la fisica.
I gendarmi lo hanno intercettato mentre sfrecciava come un proiettile silenzioso: la piccola Ami, quel quadriciclo elettrico da città sempre più caro alla nuova generazione, viaggiava a una velocità che non avrebbe mai dovuto vedere sul suo tachimetro. In Francia, come in tutta Europa, la categoria L6e limita questi mezzi a 45 km/h. Ma l’Ami fermata quella sera correva 36 chilometri orari oltre il consentito.
Tocca ai genitori
Le forze dell’ordine lo hanno capito subito: qualcuno aveva messo le mani là dove non si deve. Una centralina toccata, un limite rimosso, una promessa di libertà fatta di byte anziché di benzina. Il risultato? Un quadriciclo che tenta di farsi grande, correndo dove non può e come non deve.
A bordo, il protagonista di questa storia: un adolescente che, per legge, non risponde delle proprie infrazioni. Lui non paga, non firma, non porta responsabilità. Quelle ricadono tutte sulle spalle dei genitori, intestatari del veicolo e ora improvvisamente custodi di un problema che non hanno creato. Per loro, si apre lo spettro di una multa che può arrivare a 1.500 euro. Per il ragazzo, un rischio ben peggiore: l’eventualità di vedere rimandata di anni la conquista della patente, quella vera, quella che sogna già a quattordici primavere.
Intanto, la piccola Ami veniva issata sul carro attrezzi come un colpevole sorpreso con le mani nel sacco. Una scena quasi grottesca, la stessa che pochi giorni fa ha visto protagonista una Ferrari 296 troppo leggera sull’acceleratore. Cambia la potenza, non cambia la legge: quando corri dove non devi, la strada presenta sempre il conto.
Un monito per tutti
La gendarmeria ha colto l’occasione per lanciare un monito via Facebook, un promemoria severo come il rumore secco di un timbro sul verbale: «Modificare la velocità di un veicolo senza patente è severamente illegale. Significa guidare un veicolo non immatricolato e non assicurato, mettendo a repentaglio non solo la vita dell’adolescente, ma anche quella di tutti gli altri utenti della strada». Parole dure, necessarie, e che raccontano un fenomeno che sta sfuggendo di mano.
Perché da quando la Citroën Ami è diventata il giocattolo tecnologico dei giovanissimi, Internet si è popolato di imprese borderline. Alcune quasi comiche, altre sfiorano la tragedia. Come quel video diventato virale a Montecarlo un paio d’anni fa: un’Ami lanciata nel celebre tornantino del GP, inclinata come una monoposto ma con ben meno aderenza, che finisce inevitabilmente per ribaltarsi davanti agli smartphone dei passanti. Un gesto da bravata adolescenziale che è diventato lezione pubblica di fisica applicata.
Eppure, ogni volta sembra che la morale non arrivi. La piccola elettrica continua a essere truccata, spinta, provocata. Forse perché ai quattordici anni la velocità è un sogno, e i limiti una sfida. Ma la strada – quella no – non perdona. E la verità è che, in queste storie, la potenza non c’entra: ciò che manca è sempre lo stesso ingrediente invisibile. La responsabilità. su quella, nemmeno la migliore centralina può intervenire.