F1, parla Montoya: "Se dessero retta a Hamilton la Ferrari volerebbe"

La stagione 2025 della Ferrari è sotto pressione: Elkann chiede concentrazione a Leclerc e Hamilton, Montoya mette in guardia sulla pazienza verso la SF25 e il team guarda al 2026

F1, parla Montoya: "Se dessero retta a Hamilton la Ferrari volerebbe"
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Renato Terlisi
Pubblicato il 14 nov 2025

Nel cuore di una stagione turbolenta, la Ferrari si trova ad affrontare un bivio cruciale: le prossime tre gare, unite alla Sprint prima di Abu Dhabi, rappresentano l’ultima occasione per invertire la rotta e salvare un’annata che rischia di concludersi ben al di sotto delle aspettative. Un monito netto è arrivato dal presidente John Elkann, che ha sintetizzato il momento con una frase destinata a fare rumore: «Parlate meno, guidate di più». Un messaggio che riflette l’urgenza di ritrovare compattezza e risultati concreti, dopo mesi segnati da delusioni e tensioni interne.

Un’annata negativa

La monoposto di quest’anno, la SF25, non ha mai raggiunto i livelli di competitività auspicati durante la presentazione invernale. Le sue criticità sono ormai evidenti: il bilanciamento resta precario e il comportamento in curva continua a mettere in difficoltà piloti e ingegneri, che faticano a trovare soluzioni stabili e performanti. In questo contesto complicato, Charles Leclerc ha saputo distinguersi, conquistando ben sette podi e confermando la sua capacità di adattarsi a una vettura che, almeno sulla carta, non avrebbe dovuto consentirgli simili exploit. La sua esperienza con monoposto poco competitive sembra avergli fornito strumenti preziosi per estrarre il massimo anche in condizioni sfavorevoli.

Di contro, Lewis Hamilton, al suo primo anno con la Scuderia, sta ancora attraversando una fase di ambientamento. L’inglese, sette volte campione del mondo, deve fare i conti con una realtà profondamente diversa da quella a cui era abituato e con una generazione di monoposto che non gli è ancora del tutto congeniale. La ricerca della sintonia perfetta con l’ambiente di Maranello e con la SF25 è ancora in corso, e il suo contributo, seppur prezioso, non si è ancora tradotto nei risultati sperati.

L’idea di Montoya

L’analisi di Juan Pablo Montoya, ex pilota e osservatore attento delle dinamiche del paddock, aggiunge una prospettiva interessante. Secondo il colombiano, la supremazia di Charles Leclerc su Lewis Hamilton è frutto dell’abitudine del monegasco a lottare con vetture non al top, mentre il britannico deve ancora recuperare piena fiducia. Tuttavia, Montoya individua un potenziale inespresso: se la Ferrari riuscisse a valorizzare maggiormente i suggerimenti tecnici di Hamilton, potrebbe diventare una squadra «inarrestabile». Il rischio, però, è che la pazienza di Leclerc si esaurisca, costretto com’è a guidare una macchina che non gli permette di giocarsi il titolo con regolarità.

Quello che emerge è un quadro complesso, in cui si intrecciano la gestione delle dinamiche umane, l’integrazione dei feedback tecnici di due piloti con esperienze profondamente diverse e la necessità di trovare rapidamente soluzioni ingegneristiche. La dirigenza della Ferrari è chiamata a un difficile esercizio di equilibrio: deve promuovere un confronto costruttivo tra le diverse sensibilità dei piloti, senza perdere di vista la pressione del risultato immediato e la necessità di guardare oltre, verso la grande sfida della transizione regolamentare del 2026.

Prossime gare diventano cruciali

Le prossime gare rappresentano un vero e proprio banco di prova per la resilienza del team: ogni punto sarà determinante per difendere il secondo posto nel campionato costruttori e mantenere viva la speranza di chiudere la stagione con un risultato dignitoso. Ma la posta in gioco va oltre la semplice classifica: una perdita di fiducia nelle prestazioni della vettura rischia di minare anche la solidità psicologica del gruppo, con ripercussioni che potrebbero trascinarsi nella prossima stagione.

Dalla cabina di regia tecnica, si attende un intervento deciso: gli ingegneri devono trovare soluzioni efficaci per migliorare il comportamento della SF25, mentre lo staff sportivo ha il compito di capitalizzare al meglio gli input che arrivano dai due cockpit, sfruttando sia la leadership consolidata di Charles Leclerc che l’esperienza e la visione di Lewis Hamilton. Solo così sarà possibile affrontare con spirito evolutivo la sfida del 2026, che promette di rivoluzionare gli equilibri della Formula 1.

Il messaggio di John Elkann è chiaro e non lascia spazio a interpretazioni: serve meno esposizione mediatica e più risultati tangibili, oltre a una visione strategica coerente che sappia trasformare le difficoltà attuali in carburante per il ritorno al vertice. Il futuro della Ferrari dipenderà dalla capacità di affrontare con determinazione questi ultimi appuntamenti della stagione e di gettare solide fondamenta per la nuova era che si aprirà nel 2026.

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