Con Enzo Ferrari, Leclerc non avrebbe mai varcato i cancelli

Arturo Merzario mette in discussione il mito attorno a Leclerc e commenta la posizione di Hamilton in Ferrari. Tra opinioni e realtà tecniche, il 2026 può cambiare la parabola della Scuderia

Con Enzo Ferrari, Leclerc non avrebbe mai varcato i cancelli
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Renato Terlisi
Pubblicato il 24 dic 2025

Nel vivace scenario della Formula 1, le dichiarazioni di Arturo Merzario scuotono nuovamente l’ambiente della Ferrari, riaccendendo il dibattito sulla gestione dei talenti e sulle pressioni mediatiche che accompagnano ogni mossa del Cavallino Rampante. L’ex pilota, figura iconica della storia di Maranello, ha espresso giudizi taglienti nei confronti di Charles Leclerc, sollevando questioni che vanno ben oltre le prestazioni in pista e toccano le radici stesse della cultura sportiva e aziendale della Scuderia Ferrari.

L’idea di Merzario

Secondo Merzario, il pilota monegasco, nonostante il talento indiscutibile, non avrebbe avuto la possibilità di entrare a far parte della squadra ai tempi di Enzo Ferrari. La frase «Non avrebbe nemmeno varcato i cancelli di Maranello» è emblematica della severità con cui l’ex pilota giudica l’attuale contesto, sottolineando come oggi, forse, la valutazione dei giovani talenti sia condizionata più dal clamore mediatico che da un reale valore in pista. Pur riconoscendo a Leclerc il merito di essere un «ottimo pilota», Merzario non esita a definirlo «non speciale», criticando l’eccessivo entusiasmo che ha accompagnato il suo arrivo in Formula 1, addirittura prima che conquistasse una vittoria nella massima categoria automobilistica.

Queste affermazioni hanno subito acceso il confronto tra gli appassionati e gli addetti ai lavori, divisi tra chi sostiene la linea dura di Merzario e chi, invece, difende Leclerc sottolineando le difficoltà tecniche e strategiche che la Ferrari ha dovuto affrontare negli ultimi anni. Il dibattito, tuttavia, si inserisce in un contesto più ampio, in cui il futuro della squadra è fortemente legato alle decisioni prese ai vertici, tra cui spiccano figure di rilievo come Piero Ferrari, John Elkann e il team principal Frédéric Vasseur. Sono proprio loro a continuare a credere nel progetto del giovane pilota, vedendo nei prossimi 2026 regolamenti un’opportunità di rilancio e di riscatto per la scuderia.

Anche Lewis nel mirino

Ma Merzario non si limita a puntare il dito contro Leclerc. Nel suo mirino finisce anche Lewis Hamilton, il sette volte campione del mondo, il cui recente ingresso in Ferrari ha sollevato aspettative e interrogativi. Secondo l’ex pilota, Hamilton non si sentirebbe ancora pienamente integrato nella squadra di Maranello e starebbe aspettando il momento giusto per mostrare il suo vero potenziale. Una posizione che alimenta le speculazioni su come il britannico potrà influire sugli equilibri interni e sulla crescita tecnica della squadra nei prossimi anni.

L’intervento di Merzario, dunque, apre una riflessione più ampia sulla complessa alchimia che regola il successo in Formula 1: da un lato, le qualità dei piloti e la loro capacità di adattarsi a pressioni sempre crescenti; dall’altro, l’importanza delle strategie di squadra, dello sviluppo tecnico e della gestione delle aspettative, sia interne che esterne. Il rischio, secondo molti osservatori, è che la narrazione mediatica finisca per distorcere la percezione del reale valore dei protagonisti, esponendoli a giudizi spesso sommari e a cicli di entusiasmo o di delusione difficili da gestire.

Tensione rossa

In questo clima di attesa e di tensione, la Scuderia Ferrari si trova di fronte a una sfida decisiva: dimostrare sul campo di essere ancora capace di competere ai massimi livelli, nonostante le difficoltà e le incertezze che caratterizzano questa fase di transizione. Gli occhi sono puntati sul biennio che condurrà al 2026, quando i nuovi regolamenti potrebbero cambiare radicalmente gli equilibri della Formula 1 e offrire a Maranello la possibilità di tornare protagonista. Nel frattempo, la squadra dovrà trovare il giusto equilibrio tra innovazione tecnica, valorizzazione dei talenti e gestione delle pressioni, consapevole che solo una visione condivisa potrà riportare il Cavallino Rampante al vertice.

I tifosi, intanto, restano divisi tra chi auspica un ritorno a una maggiore selettività e rigore nella scelta dei piloti, sulla scia delle parole di Merzario, e chi invece crede che il futuro della Ferrari passi necessariamente dalla capacità di adattarsi ai tempi, investendo su giovani talenti come Charles Leclerc e su campioni affermati come Lewis Hamilton. La strada verso il 2026 si preannuncia ricca di ostacoli, ma anche di opportunità per una squadra che, più di ogni altra, incarna il mito e la passione dell’automobilismo mondiale.

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