Azotegate, BMW accusata di falsificare i dati sulle emissioni
In Olanda un'azione collettiva accusa BMW e MINI di manipolare le emissioni NOx su 100.000 diesel (2009-2019). Richiesti richiamo tecnico e risarcimenti
Il settore automobilistico europeo torna sotto i riflettori a causa di un nuovo scandalo legato alle emissioni, battezzato dalla stampa olandese come Azotegate. Al centro delle accuse si trova BMW, una delle case automobilistiche più prestigiose al mondo, ora chiamata a rispondere per presunte irregolarità nei software di gestione delle emissioni dei propri veicoli diesel. Secondo quanto denunciato da alcune associazioni di tutela dei consumatori, tra cui la nota Consumentenbond, la casa tedesca avrebbe installato un software in grado di alterare i risultati dei test di omologazione, mostrando valori di emissioni NOx nettamente inferiori rispetto a quelli realmente emessi durante l’uso su strada.
100.000 veicoli coinvolti
La vicenda coinvolge circa 100.000 vetture diesel prodotte tra il 2009 e il 2019, sia a marchio BMW che MINI. Questi veicoli, secondo le indagini preliminari, sarebbero stati equipaggiati con un sistema in grado di riconoscere le condizioni dei test di laboratorio e, di conseguenza, ridurre artificialmente le emissioni di ossidi di azoto. Tuttavia, una volta su strada, i livelli di emissioni NOx superavano abbondantemente i limiti imposti dalle normative europee in vigore all’epoca della commercializzazione.
Sandra Molenaar, direttrice della Consumentenbond, non ha usato mezzi termini per definire la situazione: “È vergognoso che BMW abbia ingannato sia i controllori sia i consumatori. L’azienda deve assumersi le proprie responsabilità e procedere con un adeguato risarcimento per chi è stato truffato.” Le parole della rappresentante olandese risuonano come un monito severo in un momento in cui la fiducia dei consumatori nei confronti delle case automobilistiche è già stata minata da scandali passati, come quello che coinvolse Volkswagen nel 2015.
La class action promossa dalla fondazione olandese, in collaborazione con l’organizzazione Car Claim, chiede non solo il richiamo totale delle vetture coinvolte, ma anche l’implementazione di aggiornamenti software che possano garantire la conformità delle auto alle normative vigenti. In aggiunta, viene richiesto l’avvio di un programma di risarcimento rivolto sia agli attuali proprietari sia a coloro che hanno posseduto i veicoli incriminati nel periodo oggetto di indagine.
Nessuna notifica ufficiale
Dal canto suo, BMW ha replicato affermando di aver appreso delle accuse solamente tramite i media e di non aver ancora ricevuto alcuna notifica ufficiale. L’azienda invita quindi alla cautela, in attesa che le autorità facciano chiarezza sulla vicenda. Tuttavia, numerosi esperti sottolineano che, qualora le responsabilità venissero confermate, le conseguenze potrebbero essere estremamente pesanti sia in termini di immagine che di bilancio per il colosso tedesco.
Dal punto di vista tecnico, il caso Azotegate riporta all’attenzione il problema storico del divario tra i risultati ottenuti nei test di laboratorio e quelli rilevati durante la guida reale. Un gap che le normative europee hanno cercato di colmare negli ultimi anni attraverso l’introduzione dei protocolli RDE (Real Driving Emissions), pensati per garantire una maggiore trasparenza e affidabilità nelle misurazioni. Tuttavia, le vetture oggi contestate erano state omologate seguendo le regole allora vigenti, rendendo la questione ancora più complessa dal punto di vista legale e normativo.
Le ripercussioni
Sul fronte giudiziario, le ripercussioni nei Paesi Bassi potrebbero tradursi in compensazioni collettive per i consumatori e in possibili ordini di ritiro dal mercato dei veicoli coinvolti. Tuttavia, l’effettiva portata delle sanzioni dipenderà dalle conclusioni delle perizie tecniche e dalle decisioni dei tribunali. Restano ancora aperte le questioni relative alla manutenzione futura dei veicoli, al loro valore residuo e alle modalità concrete di risarcimento che potrebbero essere riconosciute ai clienti danneggiati.
L’attenzione delle autorità di controllo europee è ora massima: l’esito di questa vicenda potrebbe infatti aprire la strada a nuove verifiche su altri costruttori, sollevando dubbi sull’affidabilità dell’intero settore automobilistico. In attesa di ulteriori sviluppi, i consumatori guardano con apprensione al futuro delle proprie auto, chiedendo trasparenza, giustizia e una rapida soluzione al caso Azotegate.