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Nissan Micra 2017: prima prova

Nissan Micra alla prova su strada: look solido, carrozzeria lunga 4 metri e comportamento convincente

La prima prova della nuova Nissan Micra segna il rilancio della casa giapponese nel Segmento B. Quel nome è ben noto in Italia da 25 anni, ma a identificare un tipo di auto ben diversa. Oggi l’idea è quella di auto a 360 gradi, solide e comunque utilizzabili anche come prima ed unica vettura, una esigenza a cui Micra si presenta subito con misure di carrozzeria adeguate, ovvero 399 cm di lunghezza per 174 in larghezza e 145 d’altezza. La generazione precedente, con una prevalenza di clientela femminile e figlia di un progetto globale con eccessivi compromessi sul comfort, segnava appena 382 x 166 X 152: linee tondeggianti ma ben poco pragmatismo.

La partita della nuova Micra, in Europa e in Italia, oggi è anche l’unica possibile, cioè non essere venduta ad un prezzo da saldo ma proporsi come alternativa vera a nomi importanti come Volkswagen Polo, Opel Corsa, Ford Fiesta, Peugeot 208 e naturalmente Clio, la cugina all’interno dell’alleanza Renault-Nissan con cui Micra non condivide nulla: utilizza la nuova piattaforma V che la francese adotterà soltanto dalla sua prossima generazione.

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“Da Nissan” e non più estraneo al look del resto della gamma il frontale, con linee spigolose per la fanaleria che si proiettano sull’anteriore e contraddistinguono la mascherina con un profilo a V comune ai crossover della casa giapponese. Nella parte inferiore lo spoiler sdoppiato richiama sportività, mentre il cofano mantiene la stessa forte inclinazione del tetto. La nuova Micra è sensibilmente più bassa, con una forte sensazione di compattezza a cui contribuiscono le fiancate senza troppi fronzoli e la cosa, con un disegno della zona al di sotto del lunotto che richiama molto la Juke. Il mix è riuscito, anche se stona il dettaglio delle maniglie delle portiere posteriori inserite nella cornice con una soluzione che ricorda fin troppo da vicino Toyota.

Molto piacevole l’abitacolo , con una crescita netta tanto nella qualità dei materiali che degli assemblaggi. La plancia forma assieme al tunnel centrale “T”, con la novità di un inserto centrale, rivestimenti molto piacevoli e una sensazione di ergonomia generale a cui contribuisce la disposizione centrale del display multifunzione senza una costellazione di tasti e pulsanti a corredo. Rispetto ad altre soluzioni, leggi Ford Fiesta, c’è meno creatività, ma il pragmatismo in stile teutonico convince.

Nissan ha lavorato molto sulla posizione di guida, e si nota. Il volante, con doppia regolazione in altezza e profondità è correttamente in asse con i pedali, in un modo non troppo comune in questa categoria di vetture. Ampi e ben profilati anche i sedili, nella giusta collocazione la leva del cambio, un filo troppo arretrata quella del freno a mano. Dal posto di guida la visibilità è buona, considerando comunque i montanti anteriori piuttosto inclinati e la luce del lunotto posteriore non certo panoramica. Discorso a parte per il bagagliaio, che offre una capacità di 300 litri, 1.004 litri con le due porzioni del divano posteriore frazionabile abbattute: per volume e regolarità, la vecchia Micra ne esce in modo impietoso.

Altro salto in avanti, le dotazioni in tema di sicurezza attiva. Di serie su tutte le versioni l’Active Trace Control, che agisce sui freni delle ruote interne ed esterne alla curva per aiutare il veicolo a mantenere la traiettoria impostata, ma anche l’Active Ride Control, che attenua i movimenti della vettura sui dossi agendo sul controllo del motore e ancora una volta sui freni. Di serie anche l’avviso e prevenzione di cambio corsia involontario e la Frenata di emergenza intelligente, con funzione di riconoscimento dei pedoni in opzione.

Oltre che la tecnologia, Nissan Micra ha soprattutto un comportamento su strada da auto adulta, caratteristica principale se si vuole conquistare davvero il ruolo di prima auto di famiglia. La nuova piattaforma V consente molto equilibrio e bilanciamento dei pesi, con un assetto confortevole ma per nulla gommoso che permette di sfruttare la grande direzionalità dello sterzo, uno degli elementi meglio riusciti della vettura per consistenza e precisione. Micra non stanca, l’ingresso in curva è composto, il rollio ben assorbito e le frenate non non innescano beccheggi. Il pregio è la regolarità e anche la familiarità degli appoggi in curva, con un limite ben intuibile anche alzando l’andatura. C’è una buona base anche per versioni di taglio sportivo, che ancora una volta sarebbero premiate dalla qualità dello sterzo e dal posteriore piuttosto restio ad “allargare” senza preavviso.Per ora, la missione riuscita è stata quella di guadagnare credibilità.

Con il motore 1.5 diesel dCi da 90 Cv di origine Renault, Micra è una opzione valida come prima auto, non avendo nulla da invidiare ad una segmento C anche nella soglia psicologica non più da citycar, in abbinamento al cambio a cinque rapporti ben spaziati sono una buona formula per guidare in modo fluido, con il quattro cilindri a gasolio pronto in basso e e rotondo fino ai 4.000 giri.

Più curiosità per il nuovo tre cilindri a benzina di 0.9 litri da 90 Cv un propulsore che si presenta con la Micra e in qualche modo stupisce per la sonorità, senza frullare ad alti regimi come accada ad altri motori dal numero di cilindri dispari. Vibrazioni quasi assenti in abitacolo e buona spinta in accelerazione, anche se per riprendere da bassa velocità bisogna ricorrere al cambio a cinque rapporti molto più di quanto accade con il 1.5 diesel di pari potenza.

Disponibile in gamma anche il quattro cilindri a benzina 1.0 da 73 Cv, che per altro equipaggia la variante d’ingresso al listino a quota 12. 600 euro.

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