Volkswagen, pressing sul CEO Blume: sindacati e investitori chiedono il cambio
Cresce la pressione su Oliver Blume: sindacati e investitori Volkswagen chiedono un CEO dedicato dopo il calo utili Porsche. Possibile cambio nel 2026
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Il gruppo Volkswagen si trova oggi al centro di una tempesta gestionale che rischia di ridefinire gli equilibri interni e le prospettive future del colosso tedesco. In un momento segnato da crollo utili, trasformazioni epocali e pressioni sempre più forti, la questione della leadership e della struttura manageriale è diventata il fulcro del dibattito tra vertici aziendali, sindacati e investitori.
Blume al centro della questione
Al centro della discussione si trova Oliver Blume, attuale CEO di Volkswagen e, contemporaneamente, guida di Porsche. Dal 2022, Blume si trova a gestire entrambe le realtà, una situazione che fino a poco tempo fa veniva considerata un punto di forza grazie alla sua riconosciuta competenza e ai risultati raggiunti, soprattutto alla guida della casa di Stoccarda. Tuttavia, il recente peggioramento delle performance finanziarie di Porsche ha alimentato i dubbi sulla sostenibilità di questa doppia responsabilità, portando il tema al centro delle preoccupazioni di tutti gli stakeholder.
Non a caso, la presidente del consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo, ha preso una posizione pubblica e decisa, chiedendo a Oliver Blume di abbandonare la leadership di Porsche per concentrarsi esclusivamente sul suo incarico di vertice in Volkswagen. Una richiesta che non arriva isolata, ma che riflette un malcontento crescente all’interno della base lavorativa e tra gli investitori, sempre più preoccupati dalla mancanza di una direzione chiara e univoca in una fase di grandi cambiamenti.
Necessità di leadership
Il nodo centrale è rappresentato dalla necessità di una leadership dedicata e capace di affrontare le sfide che il gruppo si trova davanti. La transizione verso la mobilità elettrica e la digitalizzazione dei processi richiedono non solo ingenti investimenti, ma anche una visione strategica ben definita. In questo scenario, la presenza di un manager impegnato su due fronti così impegnativi rischia di rallentare il processo decisionale e di minare la competitività di Volkswagen in un mercato sempre più agguerrito, soprattutto per la pressione crescente proveniente dall’Asia e dagli Stati Uniti.
“Serve una leadership dedicata esclusivamente a Volkswagen in questa fase così delicata”, sottolineano fonti vicine al consiglio di fabbrica, mettendo in luce la necessità di una figura che possa dedicare tutte le proprie energie al rilancio del gruppo. Il 2026 viene già indicato come un possibile anno di svolta, un momento in cui potrebbe essere attuato un vero e proprio riassetto ai vertici.
Storia costellata di successi
La storia di Oliver Blume all’interno del gruppo automobilistico è costellata di successi: subentrato a Herbert Diess nel 2022, Blume aveva già dimostrato capacità di visione e di gestione portando Porsche a livelli di eccellenza dal 2015. Tuttavia, il recente crollo utili della casa sportiva ha acceso i riflettori sulla fragilità di un assetto dirigenziale che oggi appare meno sostenibile rispetto al passato.
Il dibattito sulla governance di Volkswagen si inserisce così in un contesto più ampio, dove l’intero settore automotive sta vivendo una trasformazione senza precedenti. L’avanzata della mobilità elettrica, la necessità di accelerare su digitalizzazione e innovazione tecnologica, unite alla concorrenza internazionale, impongono scelte rapide e mirate. Ecco perché la questione della leadership non è più soltanto una disputa interna, ma diventa un tema centrale per la capacità di Volkswagen di mantenere la propria posizione di rilievo a livello globale.
Le pressioni
Nel frattempo, le pressioni di sindacati e investitori continuano a crescere, chiedendo una governance più chiara e una maggiore focalizzazione da parte del top management. I prossimi mesi saranno determinanti per capire se le richieste porteranno effettivamente a un cambiamento radicale ai vertici, oppure se il gruppo sceglierà di proseguire con l’attuale assetto, assumendosi il rischio di una gestione meno reattiva e meno efficace.
La posta in gioco è altissima: il futuro di Volkswagen dipende dalla capacità di adattarsi a un mondo in rapida evoluzione, dove la mobilità elettrica e l’innovazione sono ormai le parole d’ordine. Solo una leadership forte, concentrata e pienamente dedicata potrà guidare il gruppo attraverso questa fase di profondo cambiamento e garantirne la stabilità nel lungo periodo.
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