Una rinascita record per Tesla, ma potrebbe essere un fuoco di paglia
Tesla registra 497.099 consegne nel Q3 2025 mentre la produzione cala del 4,8%. Il credito d'imposta USA ha accelerato gli acquisti ma il Q4 potrebbe risentirne
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In un mercato che procede a scatti, tra entusiasmi elettrici e frenate improvvise, Tesla sceglie la linea della continuità. E vince. Il terzo trimestre del 2025 si chiude con un risultato che sorprende anche i più ottimisti: 497.099 consegne in tre mesi, in aumento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Numeri che battono le attese degli analisti e riportano al centro del dibattito il ruolo dominante del marchio californiano nel panorama EV globale.
Il dato è ancora più significativo se si considera il contesto: concorrenza in crescita, pressioni regolatorie, instabilità dei listini. Eppure, Tesla ha saputo trasformare la congiuntura in opportunità.
L’effetto-scadenza e la corsa all’acquisto
A trainare i risultati, secondo gli osservatori, è stata soprattutto la forte domanda nordamericana, alimentata dalla scadenza degli incentivi federali per l’acquisto di auto elettriche. Il termine fissato dalla Casa Bianca per il 30 settembre ha accelerato decisioni d’acquisto, spingendo molti consumatori a completare gli ordini prima della stretta fiscale.
Un fenomeno tutt’altro che isolato: anche altri produttori come Ford hanno beneficiato di questa “finestra”, registrando un incremento delle vendite elettriche superiore al 30%. Ma è Tesla, ancora una volta, a capitalizzare meglio il vantaggio competitivo legato a infrastrutture, branding e capacità logistica.
La casa americana, come da tradizione, non ha rilasciato dati dettagliati per regione, ma le dinamiche di mercato indicano un Nord America in piena spinta e un’Europa più cauta. Sul vecchio continente, infatti, le polemiche estive legate ad alcune uscite pubbliche di Elon Musk hanno contribuito a un rallentamento della domanda, soprattutto in Germania e Francia.
Produzione in calo: fisiologia o segnale?
Accanto alla crescita nelle consegne, però, emerge un dato che invita alla cautela: la produzione trimestrale è scesa a 447.450 unità, con un calo del 4,8% rispetto al Q3 2024. Un’inversione che potrebbe riflettere una gestione più selettiva delle linee produttive oppure un segnale di tensione nella catena di approvvigionamento.
Tra i possibili fattori: aggiornamenti in corso su modelli chiave come Model Y, ritardi nelle forniture di batterie e semiconduttori, o semplicemente un tentativo di evitare sovrapproduzione in vista di un quarto trimestre che si preannuncia meno brillante in termini di domanda.
Prospettive: cosa aspettarsi da qui a fine anno
A poche settimane dall’inizio dell’ultimo trimestre, l’attenzione degli investitori si concentra su un punto: Tesla riuscirà a mantenere il ritmo senza l’effetto-traino degli incentivi? Oppure il terzo trimestre 2025 sarà ricordato come un picco, destinato a essere seguito da una fisiologica flessione?
Molto dipenderà dalla capacità dell’azienda di adattarsi rapidamente: sul tavolo ci sono il possibile lancio di un nuovo modello compatto, aggiornamenti software legati alla guida autonoma e — sul piano industriale — una maggiore integrazione con i mercati asiatici, sempre più centrali per la strategia globale.
Un equilibrio ancora instabile
I numeri dicono che Tesla gode ancora di una posizione di forza. Ma l’equilibrio è meno solido di quanto appaia. La fiducia degli investitori, finora tenuta in piedi da performance commerciali e promesse tecnologiche, potrebbe risentire di una seconda parte dell’anno meno brillante.
Tesla ha vinto il trimestre, ma il 2025 è ancora lungo. E la battaglia per la leadership elettrica si gioca ogni mese, su più fronti: mercato, produzione, percezione pubblica. Musk lo sa. E chi lo osserva, sa altrettanto bene che dietro ogni record, c’è sempre un nuovo rischio pronto ad affacciarsi.
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