Traffico e gare clandestine, Dolomiti sotto assedio: in arrivo cambiamenti

Le Dolomiti affrontano il sovra-turismo: traffico, gare clandestine e campeggi abusivi minacciano ambiente e sicurezza. Autorità chiedono nuove regole

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 1 ago 2025
Traffico e gare clandestine, Dolomiti sotto assedio: in arrivo cambiamenti

Le Dolomiti, gioiello naturalistico e patrimonio UNESCO, stanno vivendo una stagione difficile, segnata da un fenomeno che minaccia il loro equilibrio: il sovra turismo. Questi luoghi incantati, un tempo rifugio di pace e meraviglia, sono oggi teatro di un afflusso di visitatori senza precedenti che rischia di compromettere irrimediabilmente la loro integrità. Non si tratta soltanto di numeri: a preoccupare sono soprattutto i comportamenti irresponsabili e le criticità che ne derivano, dalla pressione ambientale all’aumento esponenziale di episodi di illegalità.

Le autorità dell’Alto Adige lanciano un grido d’allarme: “La situazione non è più sostenibile”. Ogni giorno, sui celebri passi montani, si assiste a scene che poco hanno a che fare con il rispetto della montagna. Veicoli che sfrecciano a velocità proibitive, gare automobilistiche non autorizzate che mettono a rischio la sicurezza di tutti, raduni improvvisati di appassionati di motori e, ancora, turisti disposti a tutto pur di scattare il selfie perfetto in quota. A tutto questo si aggiungono i campeggiatori che, in barba alle regole, lasciano tracce indelebili del loro passaggio.

Emblematico è quanto accaduto recentemente al Passo Gardena: una vettura di grossa cilindrata, uscita di strada nel cuore della notte, ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco per il recupero. Un episodio che si inserisce in una lunga lista di eventi preoccupanti, testimonianza di un clima di crescente disordine e insicurezza.

La gestione del traffico

A complicare la gestione del traffico sui passi alpini, contribuisce una normativa giudicata ormai obsoleta e strumenti di controllo non all’altezza delle sfide attuali. Attualmente, lungo i valichi dell’Alto Adige, è attivo un solo autovelox fisso al Passo Rombo, a fronte di ben 200 richieste presentate dai Comuni per l’installazione di nuovi dispositivi. Tuttavia, le procedure di approvazione dei radar risultano lente e poco trasparenti, lasciando di fatto scoperti lunghi tratti di strada teatro di comportamenti pericolosi.

Il quadro si complica ulteriormente se si guarda all’attuale Codice della Strada. Le regole in vigore, infatti, non prevedono un limite uniforme di decibel per il controllo del rumore prodotto dai veicoli. Questo significa che le autorità possono sanzionare soltanto in presenza di manipolazioni tecniche comprovate, rendendo di fatto inefficaci i controlli acustici anche quando vengono utilizzati fonometri certificati. Una situazione che lascia campo libero a moto e auto rumorose, alimentando il disagio di residenti e visitatori in cerca di tranquillità.

Campeggi selvaggi: un problema

Ma le criticità non finiscono qui. Un fenomeno sempre più diffuso è quello dei campeggi selvaggi, che porta con sé un pesante carico di inquinamento e abbandono di rifiuti in ambiente montano. Nonostante le ordinanze comunali prevedano sanzioni fino a 500 euro, garantire controlli efficaci e continuativi in un territorio tanto vasto si rivela un’impresa quasi impossibile. I danni, però, sono sotto gli occhi di tutti: prati e boschi trasformati in discariche a cielo aperto, habitat naturali messi a dura prova dall’inciviltà di pochi.

Di fronte a questo scenario, le istituzioni locali chiedono a gran voce interventi decisi e strutturali da parte del governo centrale. L’obiettivo è chiaro: salvaguardare la sostenibilità di un patrimonio unico al mondo, conciliando l’accoglienza turistica con la tutela dell’ambiente e la sicurezza stradale. Ma il dilemma resta aperto: come garantire un turismo responsabile che non comprometta la bellezza e la fragilità delle Dolomiti?

Alla caccia di una soluzione

Servono risposte concrete e tempestive, a partire da una revisione delle norme e da un potenziamento dei controlli su strada. L’installazione di nuovi autovelox e radar, unita a campagne di sensibilizzazione rivolte ai visitatori, può rappresentare un primo passo verso una gestione più equilibrata dei flussi turistici. Allo stesso tempo, occorre rafforzare le misure contro i campeggi selvaggi e promuovere comportamenti rispettosi dell’ambiente, coinvolgendo attivamente le comunità locali e i turisti stessi.

Il futuro delle Dolomiti dipende dalle scelte che sapremo compiere oggi. Difendere questi luoghi significa non solo proteggere un tesoro naturalistico, ma anche garantire alle generazioni future la possibilità di godere della loro straordinaria bellezza. Il rischio è che, se non si interverrà in tempi rapidi, il prezzo da pagare sarà la perdita irreversibile di uno dei paesaggi più affascinanti d’Europa.

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