Tesla Cybercab, Musk non è contrario alla presenza di un volante

Elon Musk annuncia il debutto del Tesla Cybercab senza volante; emergono dubbi su sicurezza, maturità del Full Self-Driving e limiti normativi negli USA e nel mondo

Tesla Cybercab, Musk non è contrario alla presenza di un volante
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Giorgio Colari
Pubblicato il 3 nov 2025

L’industria automobilistica si trova di fronte a una potenziale svolta storica: entro 251 giorni, Tesla Cybercab potrebbe debuttare come il primo veicolo completamente privo di volante, segnando una rivoluzione che promette di ridefinire il concetto stesso di mobilità urbana. Un progetto visionario, fortemente voluto da Elon Musk, che mira a produrre un’auto capace di guidare senza alcun intervento umano già dal secondo trimestre del 2026. Ma la strada verso questa rivoluzione non è priva di ostacoli, sia tecnologici che normativi.

Le difficoltà non mancano

Al centro di questa trasformazione c’è la promessa della guida autonoma totale. L’obiettivo dichiarato da Tesla è quello di superare i limiti attuali del sistema Full Self-Driving, che ancora oggi richiede la supervisione attiva del conducente. Il balzo in avanti è rappresentato dall’ambizione di raggiungere il Livello 5 di autonomia, ovvero una tecnologia in grado di affrontare qualsiasi situazione stradale, anche la più complessa, senza che il guidatore debba mai intervenire. Si tratta di una frontiera che, fino a pochi anni fa, sembrava appartenere più alla fantascienza che alla realtà, ma che ora appare improvvisamente a portata di mano.

Tuttavia, le difficoltà non sono solo tecniche. Negli Stati Uniti, le normative USA pongono limiti stringenti: attualmente, la legge consente la produzione di sole 2.500 unità all’anno di veicoli privi di comandi tradizionali come volante e pedali. Un vincolo che rischia di relegare il Tesla Cybercab a un ruolo marginale, lontano dalle ambizioni di produzione di massa necessarie per rivoluzionare davvero il mercato. Questo aspetto normativo rappresenta uno degli ostacoli principali all’adozione su larga scala della guida completamente autonoma.

Un’azione necessaria

In questo contesto, la strategia delineata da Robyn Denholm, presidente del consiglio di amministrazione di Tesla, appare tanto pragmatica quanto necessaria. Denholm ha infatti annunciato l’intenzione di proporre sul mercato anche versioni del Cybercab dotate di volante e pedali, una soluzione ibrida pensata per aggirare i limiti imposti dalle normative USA e per facilitare l’ingresso in mercati dove le regolamentazioni sono ancora più severe. Questa doppia offerta rappresenta una risposta concreta sia alle incertezze normative sia alle diffidenze di una parte dei consumatori, ancora restii a fidarsi completamente dell’automazione totale.

Le perplessità sul rispetto della tabella di marcia annunciata da Musk sono alimentate anche dalle recenti controversie riguardanti la sicurezza del sistema Full Self-Driving attualmente in uso. Molti esperti del settore sottolineano come il passaggio a un’autonomia di Livello 5 non sia solo una questione di sviluppo di algoritmi più avanzati, ma richieda anche un’infrastruttura normativa e di certificazione omogenea a livello globale. Al momento, questa infrastruttura è ancora frammentata e manca di standard condivisi, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo.

La scelta commerciale

Dal punto di vista commerciale, la strategia di Tesla di affiancare veicoli completamente autonomi a modelli con comandi tradizionali si rivela la più razionale. Permetterebbe all’azienda di adattarsi rapidamente alle diverse realtà normative dei vari paesi e, allo stesso tempo, di rassicurare una clientela che potrebbe non essere pronta ad abbandonare del tutto il controllo manuale. In questo modo, Tesla si posiziona come leader sia nell’innovazione tecnologica sia nella capacità di rispondere alle esigenze di un mercato in rapida evoluzione.

Il futuro del Tesla Cybercab dipenderà dall’equilibrio tra la spinta all’innovazione e la capacità di adattarsi a regolamentazioni in continua evoluzione. Anche se Tesla può contare su risorse ingenti e su un know-how tecnologico di prim’ordine, la diffusione su larga scala di veicoli di Livello 5 richiederà la costruzione di un ecosistema normativo, assicurativo e infrastrutturale che, oggi, in molti paesi è ancora in fase embrionale.

La promessa dei 251 giorni, dunque, appare più come una dichiarazione di intenti che come una certezza industriale. Per trasformare questa visione in una realtà commerciale serviranno non solo progressi tecnologici, ma anche un dialogo costruttivo e continuo con regolatori, assicuratori e, soprattutto, con i consumatori finali. Solo così il Tesla Cybercab potrà davvero segnare l’inizio di una nuova era per la mobilità urbana e per il settore automobilistico globale.

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