Tavares senza freno: "Manca cultura lavoro, società ormai decadente"
L'ex AD Carlos Tavares attacca i lavoratori francesi, difende le sue scelte in Stellantis e lancia l'allarme sulla crescita della Cina nel mercato auto globale
Le recenti dichiarazioni di Carlos Tavares, ex amministratore delegato di Stellantis, hanno scosso in profondità il panorama dell’industria automobilistica europea e, in particolare, la società francese. In un’intervista rilasciata a France Inter il 1° novembre 2025, Tavares ha tracciato un quadro critico della situazione attuale, accusando i lavoratori francesi di aver perso il senso autentico del lavoro e lanciando un monito all’intero continente: «La Francia ha dimenticato il vero valore del lavoro. Viviamo in una società decadente, dove nessuno vuole più fare sforzi e tutti si illudono che lo Stato li proteggerà per sempre. Se non cambiamo rotta, tutto finirà male: o con la miseria o con una guerra civile». Parole forti, che hanno rapidamente acceso il dibattito sia nei media sia tra gli addetti ai lavori.
Le affermazioni di Tavares non sono arrivate in un momento casuale. L’ex CEO, che ha lasciato la guida di Stellantis solo poche settimane fa, ha colto l’occasione della pubblicazione del suo nuovo libro per lanciare un vero e proprio j’accuse nei confronti della cultura lavorativa europea, soffermandosi in particolare sulla Francia. Secondo Tavares, la “cultura del lavoro” che aveva permesso all’Europa di essere competitiva sullo scenario internazionale si sarebbe ormai smarrita, lasciando spazio a una società troppo protetta e poco incline al sacrificio.
La Cina diventerà leader globale
Nel corso dell’intervista, Tavares ha puntato il dito contro la crescente influenza della Cina nel mercato automobilistico globale, sottolineando come i costruttori asiatici stiano rapidamente guadagnando terreno: «La Cina conquisterà presto il 10% del mercato globale. Dobbiamo non solo lavorare di più, ma anche lavorare meglio», ha dichiarato. Secondo l’ex dirigente, la disciplina e i costi di produzione molto più bassi dei concorrenti orientali rappresentano una minaccia concreta per la competitività europea.
Il contesto in cui sono arrivate queste dichiarazioni è particolarmente delicato per Stellantis. Negli ultimi mesi, sotto la guida di Tavares, il gruppo ha adottato una strategia di forte riduzione dei costi, con effetti tangibili sul territorio. Sono state annunciate ben sei chiusura impianti o ridimensionamenti, che hanno colpito siti produttivi strategici come Poissy e Sochaux. In queste località, la produzione è stata sospesa per settimane, a causa sia del calo della domanda sia di complesse riorganizzazioni interne, suscitando preoccupazione tra i lavoratori e nei territori coinvolti.
Non meno controverso è stato il tema del compenso percepito da Tavares durante la sua permanenza al vertice del gruppo. L’ex CEO ha difeso con fermezza il proprio stipendio milionario, che superava i 20 milioni di euro all’anno, a cui si è aggiunta una corposa indennità di uscita di 35 milioni. Secondo Tavares, tali cifre sarebbero pienamente giustificate dal livello di rischio e di responsabilità insiti nella leadership di un colosso industriale: «Essere leader è un lavoro estremamente rischioso» e «creare valore è quasi impossibile in un sistema soffocato dalla burocrazia e dalla tecnocrazia».
Non sono mancate le reazioni
Le reazioni alle parole di Tavares non si sono fatte attendere. Da un lato, alcuni osservatori e sostenitori della sua posizione sottolineano la necessità di profonde riforme strutturali per affrontare la concorrenza asiatica e rilanciare la competitività europea. Dall’altro, critici e rappresentanti sindacali accusano Tavares di adottare un linguaggio che colpevolizza i lavoratori, senza affrontare le reali cause delle difficoltà industriali, tra cui scelte di investimento, la complessa transizione verso l’elettrico e politiche pubbliche spesso inefficaci.
Gli esperti del settore automobilistico invitano a una riflessione più ampia. La competizione globale, spiegano, non può essere ridotta esclusivamente alla questione del costo del lavoro. Fattori come la gestione delle catene di fornitura, le economie di scala, gli incentivi governativi, gli investimenti in ricerca e sviluppo e la capacità di guidare le transizioni tecnologiche giocano un ruolo altrettanto decisivo.
In Francia, la reazione è stata particolarmente accesa. I sindacati hanno bollato le parole di Tavares come inaccettabili e dannose per il dialogo sociale, mentre numerosi analisti economici hanno richiesto un confronto più oggettivo, basato su dati industriali concreti e strategie efficaci per rilanciare la competitività europea nel settore automobilistico. In questo clima di forte polarizzazione, le dichiarazioni dell’ex CEO di Stellantis rappresentano uno spartiacque, sollevando interrogativi profondi sul futuro dell’industria europea e sulla necessità di un nuovo patto sociale e produttivo.