Il CEO di Volvo avverte tutti: "Molti marchi europei spariranno presto"
Hakan Samuelsson di Volvo avverte che senza identità forte e strategie di elettrificazione i marchi europei rischiano di scomparire. Volvo chiede all'UE di mantenere il bando 2035 e punta su tecnologie green e nuove alleanze per restare competitiva contro la concorrenza globale e le pressioni infrastrutturali
La transizione verso la mobilità a zero emissioni in Europa si sta rivelando una sfida senza precedenti, destinata a ridefinire profondamente il panorama automobilistico continentale. In questo scenario, solo le aziende capaci di innovare rapidamente e costruire una strategia solida potranno aspirare a sopravvivere e prosperare. Il settore si trova infatti davanti a una vera e propria selezione naturale, in cui la pressione della concorrenza globale, le difficoltà legate alle infrastrutture e la necessità di investimenti ingenti mettono a dura prova la resilienza dei costruttori storici.
Un monito che spaventa
A sollevare il velo su questa realtà è stato Hakan Samuelsson, amministratore delegato di Volvo Cars, con una dichiarazione destinata a far discutere: «Sarebbe abbastanza sorprendente se tutti i marchi consolidati in Europa riuscissero a sopravvivere nei prossimi dieci anni». Le sue parole non sono solo una provocazione, ma riflettono una consapevolezza diffusa tra gli addetti ai lavori: la corsa all’elettrificazione non lascia spazio all’improvvisazione. La sopravvivenza, oggi, dipende dalla capacità di costruire un’identità chiara e di pianificare una transizione ben definita, in grado di resistere alle ondate di cambiamento imposte dal mercato e dalla regolamentazione.
Il tempismo di questa presa di posizione non è casuale. Proprio mentre l’UE 2035 – ovvero il termine fissato dall’Unione Europea per il bando definitivo dei motori termici – è oggetto di ripensamenti e dibattiti sulla sua effettiva applicabilità, emergono richieste di maggiore flessibilità da parte di diversi operatori del settore. Tuttavia, Volvo Cars sceglie una strada diversa, sostenendo la necessità di una regolamentazione ambiziosa e inequivocabile. Secondo Hakan Samuelsson, infatti, solo una normativa chiara può guidare gli investimenti e incentivare l’innovazione, evitando che l’incertezza apra ulteriormente le porte ai giganti della Cina, ormai leader nella produzione di veicoli elettrici e batterie.
Posta in gioco molto alta
La posta in gioco è altissima, soprattutto per i marchi europei. Questi ultimi si trovano costretti a reinventarsi, non solo sul piano tecnologico ma anche in termini di modelli di business e strategie di alleanza. La concorrenza asiatica, con la Cina in testa, ha saputo approfittare di politiche industriali aggressive, raggiungendo economie di scala che oggi sembrano irraggiungibili per molti costruttori occidentali. Mentre i produttori cinesi accelerano, forti di una filiera consolidata e di una capacità produttiva elevata, i marchi storici europei sono chiamati a ripensare ogni aspetto della propria attività: dalla ricerca e sviluppo, alle partnership strategiche, fino alla ridefinizione dell’offerta commerciale.
Ma la sfida non si esaurisce qui. Un altro ostacolo fondamentale riguarda le infrastrutture: la presenza capillare di stazioni di ricarica affidabili e accessibili rappresenta infatti un vero e proprio collo di bottiglia per la diffusione di massa dei veicoli elettrici. La lentezza nello sviluppo delle reti di ricarica rischia di rallentare l’adozione da parte dei consumatori, minando la fiducia nel processo di elettrificazione e ostacolando la realizzazione degli obiettivi climatici fissati dall’Unione Europea. Senza un’accelerazione decisa su questo fronte, anche le strategie più ambiziose rischiano di restare lettera morta.
Il mondo dell’auto riflette sul domani
In questo contesto, Volvo Cars conferma la propria determinazione nel puntare su una gamma completamente elettrica, investendo risorse e competenze per guidare la trasformazione del settore. La casa svedese si pone come esempio di lungimiranza e coerenza, dimostrando che è possibile affrontare la transizione con fiducia, pur riconoscendo le difficoltà che attendono molti concorrenti. Le scelte dei singoli gruppi, così come le decisioni politiche a livello europeo, avranno un impatto decisivo: da esse dipenderà chi riuscirà a mantenere un ruolo da protagonista nel prossimo decennio e chi, invece, rischierà di essere relegato ai margini del mercato.
La partita per il futuro dell’automotive europeo si gioca ora, tra innovazione, investimenti e capacità di adattamento. E se la selezione sarà dura, è proprio nelle sfide più impegnative che si misura la forza dei veri leader del settore.