Stellantis conferma impegno Italia e chiede revisione regole UE
Stellantis conferma il sostegno all'industria italiana con miliardi di investimenti e nuove produzioni. Filosa chiede neutralità tecnologica e interventi su costi energia e regolamenti UE
Stellantis conferma il proprio radicamento in Italia e rilancia con un massiccio piano di investimenti miliardari, ma lancia un allarme sulla competitività dell’industria automobilistica europea. In un’intervista televisiva di grande impatto, Antonio Filosa, amministratore delegato del gruppo, ha ribadito la centralità del nostro Paese nella strategia aziendale, annunciando investimenti per 2 miliardi di euro nell’arco di un solo anno e acquisti per 6 miliardi da fornitori italiani. Tuttavia, il manager non ha nascosto le preoccupazioni per i regolamenti UE e i costi energia, fattori che rischiano di compromettere la sostenibilità dell’intero settore.
L’impegno per l’Italia e bordate a Bruxelles
Durante l’intervista, Filosa ha illustrato alcuni progetti concreti che testimoniano l’impegno di Stellantis sul territorio italiano. Tra questi spiccano l’avvio della produzione della Jeep Compass nello stabilimento di Melfi e la realizzazione della nuova Fiat 500 ibrida a Mirafiori, due operazioni che rafforzano la presenza industriale del gruppo e smentiscono le voci su un possibile ridimensionamento. L’obiettivo dichiarato è quello di mantenere e valorizzare le competenze locali, assicurando continuità produttiva e occupazionale.
Secondo l’amministratore delegato, la sfida principale per il comparto non deriva tanto dalla concorrenza asiatica, quanto da normative europee considerate troppo restrittive e ormai inadeguate al contesto attuale. Filosa ha quindi avanzato quattro proposte concrete rivolte a Bruxelles: l’adozione del principio di neutralità tecnologica, incentivi mirati al rinnovo del parco auto circolante, attenzione ai segmenti delle piccole vetture – vero fiore all’occhiello dell’industria italiana – e una revisione degli obiettivi di emissione per i veicoli commerciali.
Un parco auto da svecchiare e altri problemi
Un punto particolarmente critico riguarda proprio il parco auto europeo, caratterizzato da un’età media elevata: su 256 milioni di veicoli circolanti, ben 150 milioni superano i 12 anni. Questa situazione contribuisce in modo significativo all’inquinamento e impone la necessità di politiche più equilibrate, che favoriscano la transizione verso modelli a minore impatto ambientale. La proposta di Filosa sulla neutralità tecnologica mira a valutare tutte le soluzioni disponibili – dall’elettrico all’ibrido, fino all’idrogeno – in base a criteri oggettivi di efficienza, costi, infrastrutture e benefici ambientali.
Sul fronte della competitività, Filosa ha posto l’accento sullo svantaggio rappresentato dai costi energia per gli stabilimenti italiani. In Spagna, il prezzo per megawattora si attesta tra i 70 e gli 80 euro, mentre in Italia supera i 180 euro, con evidenti ripercussioni sulla competitività delle nostre fabbriche. Per questo motivo, Stellantis è impegnata in un dialogo costruttivo con il governo italiano, al fine di individuare soluzioni efficaci e ristabilire condizioni di parità a livello europeo.
Le organizzazioni sindacali hanno accolto positivamente gli annunci sugli impegni occupazionali, ma chiedono garanzie concrete sui volumi produttivi e sugli investimenti a lungo termine. Dal fronte europeo, invece, alcuni rappresentanti istituzionali ribadiscono la necessità di mantenere obiettivi ambientali ambiziosi, sottolineando come la vera sfida consista nell’armonizzare competitività e sostenibilità.
La valorizzazione di siti storici
Gli esperti del settore automobilistico sottolineano che la valorizzazione di siti storici come Melfi e Mirafiori rappresenta una scelta strategica per la tutela delle competenze e delle filiere locali. Tuttavia, la sostenibilità industriale richiede anche infrastrutture energetiche all’avanguardia, politiche industriali coerenti a livello comunitario e incentivi realmente efficaci per il rinnovo del parco auto.
Le dichiarazioni di Antonio Filosa confermano l’orientamento già tracciato nelle scorse settimane: investimenti concreti in Italia, un piano industriale solido e un appello alle istituzioni europee per una maggiore flessibilità normativa. Il futuro dell’automotive passerà dalla capacità di trovare un equilibrio tra le decisioni politiche europee, le iniziative del governo italiano e la capacità delle aziende di innovare mantenendo competitività e occupazione.
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