Range extender per Megane: Renault pensa a rilanciare le vendite

Renault studia un range extender per la Megane elettrica: piccolo motore per ricaricare la batteria, aumentare autonomia e contrastare il calo delle vendite. Possibile restyling 2026

Range extender per Megane: Renault pensa a rilanciare le vendite
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Giorgio Colari
Pubblicato il 4 nov 2025

Nel panorama automobilistico in continua evoluzione, Renault si prepara a giocare una carta inedita per rilanciare uno dei suoi modelli più rappresentativi. In un contesto di mercato segnato da sfide crescenti e da una domanda sempre più esigente, la casa francese starebbe valutando una soluzione tecnica capace di fondere il meglio di due mondi: la purezza della mobilità elettrica e la sicurezza di una riserva energetica aggiuntiva. Il cuore di questa strategia risiede nell’adozione di un range extender, un sistema che potrebbe presto trovare spazio sulla nuova Megane in occasione del restyling previsto per la primavera 2026.

Una soluzione innovativa tra elettrico e benzina

L’idea su cui Renault sta lavorando prevede l’integrazione di un piccolo motore a combustione – installato nel vano posteriore – con la funzione esclusiva di generare corrente per ricaricare la batteria durante la marcia. In questo modo, il veicolo mantiene una trazione completamente elettrica, ma guadagna la possibilità di estendere la propria autonomia grazie al supporto del motore termico, che entra in azione solo quando necessario.

Questa scelta rappresenta una risposta concreta alle criticità riscontrate negli ultimi mesi: la Megane, infatti, ha subito un brusco calo delle vendite – ben il 53% in meno nei primi otto mesi del 2025 – evidenziando come l’ansia da autonomia e la mancanza di infrastrutture di ricarica adeguate siano ancora oggi ostacoli significativi all’adozione dell’elettrico puro.

Un compromesso intelligente per il mercato attuale

Il range extender si propone come una soluzione intermedia, ideale per coloro che desiderano sperimentare la mobilità a zero emissioni senza rinunciare alla tranquillità di poter percorrere lunghe distanze. Questa tecnologia offre una sorta di “rete di sicurezza”, particolarmente apprezzata da chi vive in zone con scarsa copertura di colonnine o si trova spesso a dover affrontare viaggi impegnativi.

Non si tratta di una totale novità: già BMW aveva adottato una filosofia simile sulla sua i3, dotandola di un piccolo motore a combustione dedicato esclusivamente alla generazione di energia per la batteria. Tuttavia, l’esperienza tedesca, pur offrendo spunti interessanti, non ha garantito un successo commerciale su larga scala, lasciando spazio a dubbi e riflessioni sul reale potenziale di questa configurazione.

Vantaggi tangibili e sfide da affrontare

I sostenitori del progetto sottolineano la praticità di questa scelta: maggiore serenità per l’automobilista, riduzione drastica del rischio di restare senza energia e una possibile attrattiva per quella fascia di clientela ancora indecisa sul salto verso l’elettrico puro. La presenza di un range extender potrebbe quindi ampliare il bacino d’utenza della Megane, permettendo a Renault di differenziare la propria offerta e di rispondere alle esigenze di un mercato in rapido cambiamento.

Tuttavia, non mancano le criticità. L’introduzione di un motore a combustione, seppur in funzione ausiliaria, rischia di essere percepita come un passo indietro dagli ambientalisti più intransigenti, che vedono nella totale elettrificazione l’unica strada verso la decarbonizzazione. Inoltre, rimangono aperti interrogativi tecnici relativi all’aumento di peso, all’integrazione dei nuovi componenti e all’impatto che questi potrebbero avere sullo spazio interno e sulla dinamica di guida.

Prospettive commerciali e scenari futuri

Se la tecnologia dovesse superare la fase di test e approdare alla produzione di serie, Renault potrebbe proporre la Megane sia in versione completamente elettrica sia in variante con range extender. Questa strategia consentirebbe di offrire differenti livelli di prezzo e dotazione, intercettando così target di clientela diversi e ampliando le opportunità di rilancio dopo il calo delle vendite.

Resta da capire se questa soluzione rappresenterà una transizione temporanea o se riuscirà davvero a invertire il trend negativo, riportando la Megane al centro dell’attenzione del mercato. Per il momento, il progetto resta in fase di sperimentazione e valutazione, con i primi prototipi già avvistati su strada. Solo il tempo potrà dire se il piccolo motore a combustione diventerà una presenza stabile nella gamma Renault o se resterà confinato a una parentesi sperimentale in vista del prossimo restyling del 2026.

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