Proposta di limitare l'accelerazione per le BEV: sono pericolose
La Cina studia una norma che imponga l'avvio in modalità a prestazioni ridotte per ridurre incidenti dovuti ad accelerazioni incontrollate su auto elettriche e ibride
Nel panorama della mobilità moderna, la Cina si prepara a introdurre una normativa che potrebbe ridefinire il rapporto tra tecnologia e sicurezza nelle auto elettriche. Un’iniziativa che parte da una constatazione concreta: l’aumento degli incidenti causati da accelerazioni improvvise, soprattutto nei veicoli dotati di motori elettrici e ibridi plug-in. Le nuove regole proposte dal Ministero della Pubblica Sicurezza cinese mirano a prevenire questi episodi attraverso tre punti cardine: limitare accelerazione via software, avvio in modalità predefinita ridotta e la possibilità di override manuale da parte del conducente.
Le maxi accelerazioni nel mirino
La proposta normativa prevede che ogni veicolo, all’accensione, si avvii automaticamente in una configurazione “sicura” che impedisca prestazioni da 0 a 100 km/h inferiori ai cinque secondi. Solo un’azione esplicita e consapevole da parte del guidatore potrà sbloccare la potenza massima disponibile. Un dettaglio tecnico, questo, che mette in evidenza la differenza sostanziale tra i motori elettrici e quelli tradizionali: la capacità di erogare immediatamente tutta la coppia e la potenza rappresenta un rischio non trascurabile, soprattutto per chi non ha esperienza o in condizioni di scarsa aderenza.
Non è un caso che modelli come la Tesla Model S Plaid o la Xiaomi SU7 Ultra, capaci di superare i 1.000 cavalli, abbiano attirato l’attenzione delle autorità. Queste berline e SUV, pur appartenendo a segmenti “civili”, possono eguagliare le prestazioni delle supercar, con il rischio che la potenza diventi difficile da gestire anche per i sistemi di assistenza più evoluti. Da qui nasce la necessità di intervenire non solo a livello di hardware, ma soprattutto di software, ponendo un freno alle accelerazioni più violente tramite impostazioni di default più prudenti.
Un approccio pragmatico
L’approccio proposto dalla Cina è pragmatico e, in un certo senso, innovativo: l’introduzione di una modalità “Eco” predefinita trasforma l’accesso alle massime prestazioni in una scelta ponderata, piuttosto che in una tentazione immediata. Sebbene la normativa sia destinata a tutte le tipologie di veicoli, comprese le auto a combustione interna, il focus rimane sulle auto elettriche, dove la reattività dei motori rende più probabili partenze aggressive e situazioni potenzialmente pericolose.
Il dibattito nel settore è acceso. Da una parte, autorità e associazioni per la sicurezza stradale vedono questa misura come un passo ragionevole: non si tratta di limitare la libertà del conducente, ma di posticipare l’accesso alle prestazioni massime a un momento in cui la scelta sia realmente consapevole. I costruttori, dal canto loro, sono già in possesso delle tecnologie necessarie per implementare queste modifiche, grazie alle modalità di guida configurabili e ai sistemi di “valet mode” che limitano temporaneamente la potenza del veicolo.
Tuttavia, non mancano le voci critiche. Appassionati e puristi temono che questa stretta possa avere effetti indesiderati: dai controlli più severi sulle modifiche aftermarket, alla possibile svalutazione dell’immagine dei modelli ad alte prestazioni, fino alle incertezze sulle procedure di certificazione e sulle eventuali sanzioni per chi aggira le nuove regole. Resta inoltre aperta la questione di come le case automobilistiche potranno bilanciare la necessità di offrire prestazioni elevate con l’obbligo di limitare accelerazione in nome della sicurezza stradale.
Effetto domino
Un aspetto particolarmente interessante è l’effetto domino che una simile regolamentazione potrebbe innescare. Quando un mercato della portata della Cina introduce una norma di questo tipo, i costruttori globali si trovano spesso a valutare l’opportunità di estendere le stesse soluzioni software anche ad altri mercati. Questo processo di omologazione non solo permette di ridurre i costi di produzione, ma contribuisce anche a uniformare gli standard di sicurezza stradale a livello internazionale, influenzando le scelte tecnologiche e commerciali dei principali player del settore.
Per il momento, la bozza normativa resta in fase consultiva, senza una data certa per l’entrata in vigore. Il dibattito resta aperto, così come le sfide: trovare il giusto equilibrio tra innovazione tecnologica, libertà d’uso e tutela della collettività rappresenta una delle questioni più complesse nell’era della mobilità elettrica. Quel che è certo è che la strada intrapresa dalla Cina sarà osservata con grande attenzione da tutto il mondo automotive, segnando un possibile punto di svolta nella gestione della potenza e della sicurezza delle auto elettriche di nuova generazione.