Prezzi auto 2020-2025: termiche più care, elettriche più competitive

Nel periodo 2020-2025 in Italia le auto termiche registrano forti aumenti di prezzo, mentre le auto elettriche riducono i listini e migliorano autonomia, dotazioni e incentivi fino a 11.000€

Prezzi auto 2020-2025: termiche più care, elettriche più competitive
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Giorgio Colari
Pubblicato il 13 ott 2025

Negli ultimi cinque anni la materia prima dell’automobile ha conosciuto un’escalation di costi che spaventa: metalli, componenti, trasporti, inflazione galoppante. Eppure, non tutte le auto hanno seguito lo stesso destino. Mentre i veicoli tradizionali — benzina, diesel — hanno subito rincari pesanti, le auto elettriche stanno sorprendendo: o sono rimaste stabili nei prezzi di listino, o addirittura costano meno, nonostante autonomia migliorata, potenza salita e sicurezza potenziata. È una svolta che in molti non si aspettavano, ma che oggi fa ben sperare — specie per chi guarda al futuro della mobilità.

Prezzi in salita… ma non per tutti

Secondo i dati riportati, dal 2021 ad oggi l’inflazione in Italia ha segnato un aumento del 18,2%: praticamente ogni cosa costa di più, inclusi materiali, salari, produzione. Le auto con motore convenzionale non hanno fatto eccezione. Prendete la Fiat Panda (oggi Pandina). Nel 2020, in versione base, costava circa 13.750 euro; oggi, con sistemi di sicurezza come la frenata automatica e il mantenimento della corsia incluso, il prezzo è salito a 15.950 euro: un aumento del 16%. Per altre versioni, gli incrementi sono stati pure superiori, del 30‑33%. Stessa storia per la Renault Captur, che è diventata quasi un’altra auto pur restando nella stessa categoria: più accessori, ma prezzo aumentato del 19,3%. E invece le elettriche?

L’elettrico va controcorrente

Contrariamente al tumultuoso aumento dei costi per le auto tradizionali, le elettriche profilano un quadro diverso. Chi oggi sceglie “un’auto alla spina” scopre che i prezzi medi non salgono allo stesso ritmo — spesso restano invariati rispetto a qualche anno fa, a volte addirittura diminuiscono. Questo in un contesto in cui le batterie durano di più, l’autonomia media cresce, le dotazioni di sicurezza diventano più sofisticate.

Per fare esempi concreti: la Renault Twingo elettrica costa oggi meno rispetto a quella che era la city‑car elettrica più accessibile nel 2020. La Dacia Spring parte da cifre inferiori rispetto ai prezzi che si praticavano allora per modelli elettrici base, pur garantendo autonomia decente e dotazioni migliorate. E la Fiat 500e: potente, urbanissima, con 95 CV, che nel 2020 costava oltre 26.000 euro, oggi è listata intorno ai 23.900 — quasi il 9% in meno, nonostante i miglioramenti.

In più, l’offerta è molto più ampia: i marchi che producono elettriche oggi includono opzioni dai segmenti più bassi (A e B), mentre anni fa le auto elettriche erano un lusso per pochi: poche varianti, poche disponibilità. Questo allargamento dei modelli rende l’elettrico più “vicino” al cliente medio, non un sogno distante.

Gli incentivi fanno la differenza — ma non basta

Un elemento che accelera il cambiamento è il sistema degli incentivi: quelli del 2025 per l’elettrico possono arrivare a 11.000 euro. Con questi sconti, le auto elettriche non solo diventano più accessibili, ma la forbice con i modelli tradizionali si assottiglia visibilmente. Per chi può usufruirne, combinare incentivi, autonomia migliorata e costi di gestione più bassi rende l’elettrico un’opzione concreta e intelligente.

Detto ciò, restano molti punti da valutare: l’autonomia reale (specialmente fuori città), la disponibilità delle colonnine di ricarica, la comodità di ricarica domestica, i costi di manutenzione nel lungo periodo. Gli incentivi aiutano, ma non compensano tutto da soli.

Italia: buone notizie in arrivo, ma la strada è ancora lunga

I dati per l’Italia raccontano un quadro misto: l’elettrico costa ancora in media più delle auto tradizionali — circa il 25% in più secondo studi recenti — seppure il gap si stia riducendo rispetto al passato, quando superava il 30‑35%. Il prezzo medio di un’elettrica in Italia sfiora i 67.000 euro, superiore alla media europea e statunitense, ma con segnali di inversione: nel 2025 dovrebbero arrivare molti nuovi modelli nei segmenti A e B con prezzi sotto i 30.000 euro, destinati a cambiare il paradigma.

Se questi modelli effettivamente andranno in commercio con prezzi reali (non solo promesse), allora potremmo assistere a un’accelerata vera della diffusione dell’elettrico nel paese.

Un messaggio chiaro

Il messaggio è chiaro: l’automobile tradizionale sembra pagare il tributo più pesante dell’era dell’inflazione e della crisi. L’elettrico, invece, non solo resiste, ma comincia a offrire qualcosa di più: un’alternativa che non è più solo “pulita”, ma anche più accessibile. Non ovunque, non per tutti, ma con sufficiente varietà di scelta e incentivi ben calibrati, la promessa di prezzo più basso per l’elettrico smette di essere solo speranza. E chi guarda al futuro con gli occhi aperti, forse, comincia a sperare davvero.

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