Pedaggio sulla Milano-Meda: non mancano le polemiche

L'introduzione del pedaggio sulla Milano Meda genera proteste: costi fino a 3€ a transito, oltre 900€ annui per pendolari e rischio aumento traffico urbano

Pedaggio sulla Milano-Meda: non mancano le polemiche
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Giorgio Colari
Pubblicato il 13 nov 2025

L’imminente introduzione del pedaggio sulla Milano-Meda scuote l’area metropolitana milanese e accende un dibattito che coinvolge istituzioni, cittadini e amministratori locali. La decisione della Regione Lombardia di integrare questa arteria fondamentale nella B2 della Pedemontana Lombarda comporterà un costo che, per i pendolari che la percorrono quotidianamente, si tradurrà in una spesa annua di circa 900 euro. Una cifra significativa, calcolata su un transito di andata e ritorno che oscilla tra i 4 e i 6 euro al giorno, e che rischia di gravare pesantemente sui bilanci familiari e sulle abitudini di mobilità di migliaia di persone.

La reazione dei residenti e dei rappresentanti delle amministrazioni locali non si è fatta attendere. Quattordici sindaci, tra cui quelli di Arosio, Bovisio Masciago, Cantù e Mariano Comense, hanno formalizzato una richiesta ufficiale per ottenere esenzioni e agevolazioni dedicate proprio a chi vive e lavora in queste aree. Le mozioni bipartisan approvate dai Consigli Provinciali di Como e Monza e Brianza, insieme alle oltre 6.000 firme raccolte dal consigliere Gigi Ponti del Partito Democratico per chiedere l’abolizione del pedaggio, sono la testimonianza di un fronte locale unito nel contestare questa misura, percepita come penalizzante e poco sostenibile.

Le consegue pratiche

Le conseguenze pratiche di questa scelta sono già oggetto di preoccupazione tra gli amministratori. La sindaca di Paderno Dugnano, Anna Varisco, ha sottolineato come molti automobilisti, pur di evitare il pagamento del pedaggio, potrebbero riversarsi sulle arterie alternative gratuite, come la Comasina e la Vecchia Valassina. Un comportamento che, secondo le stime, provocherebbe un incremento significativo del traffico urbano, con effetti collaterali rilevanti sia per la sicurezza stradale sia per l’inquinamento acustico e atmosferico.

L’aspetto ambientale rappresenta uno dei nodi più critici della questione. Nell’area attraversata dalla Milano-Meda, i livelli di PM2.5 risultano già superiori ai limiti fissati dall’Unione Europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’aumento del traffico sulle strade cittadine, conseguente alla fuga degli automobilisti dalla tratta a pagamento, rischia di aggravare ulteriormente l’esposizione della popolazione a polveri sottili e inquinanti, con potenziali ricadute sulla salute pubblica difficili da sottovalutare.

Proteste serie

Per fronteggiare questi rischi, le amministrazioni locali stanno avanzando una serie di proposte concrete. Tra le soluzioni più discusse vi sono l’introduzione di esenzioni specifiche per i residenti, tariffe ridotte e abbonamenti per i pendolari, sistemi di tariffazione modulati in base alla distanza percorsa o alla frequenza di utilizzo, e soprattutto il potenziamento del trasporto pubblico locale come reale alternativa all’uso dell’auto privata. Tuttavia, la tempistica e le risorse necessarie per implementare tali misure non sembrano essere ancora in linea con l’avvio del nuovo sistema di pedaggio.

Il dilemma che si pone di fronte ai decisori politici è complesso e ricco di sfumature: da un lato, la necessità di finanziare le infrastrutture regionali, dall’altro, l’urgenza di tutelare la mobilità quotidiana e la sostenibilità ambientale nelle zone densamente popolate dell’hinterland milanese. La discussione, nelle prossime settimane, è destinata a intensificarsi, con i comuni che chiederanno con forza misure concrete per ridurre l’impatto economico e ambientale di questa trasformazione. Il rischio, altrimenti, è quello di vedere una città più congestionata, meno sicura e con una qualità dell’aria sempre più compromessa, mentre i pendolari e i residenti continuano a cercare soluzioni che garantiscano un equilibrio tra esigenze di bilancio, mobilità e salute pubblica.

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