Barriere stradali obsolete e pericolose, colpa delle auto più pesanti
Norme sugli elementi di protezione ferme al 1992. ANSFISA avvia censimento, AISICO propone un catasto funzionale per adeguare la sicurezza stradale ai veicoli moderni
Nel 2024, il bilancio delle vittime sulle strade italiane è tornato a essere allarmante: 3.030 morti, oltre 233.000 feriti e 173.364 incidenti. Questi dati impongono una riflessione profonda su un elemento spesso trascurato ma fondamentale per la sicurezza stradale: le barriere stradali. Progettate e testate oltre trent’anni fa, queste infrastrutture non sono più in grado di assolvere efficacemente al loro compito di protezione, a causa dell’evoluzione dei veicoli e delle mutate condizioni del traffico.
Il problema delle barriere stradali obsolete
Le barriere stradali italiane, nella maggior parte dei casi, sono rimaste ferme agli standard fissati dalle norme del 1992. All’epoca, i crash test erano tarati su automobili con un peso medio di 1.200 chilogrammi. Oggi, però, la realtà è cambiata radicalmente: i suv e le auto elettriche, sempre più diffusi sulle nostre strade, pesano spesso tra 1.600 e 1.800 kg. Questo squilibrio tra i veicoli attuali e i parametri su cui si basano le barriere determina una drastica riduzione dell’efficacia delle stesse, soprattutto nei casi di uscita di strada o impatti violenti.
Una tecnologia da aggiornare: rischi e conseguenze
L’inadeguatezza delle barriere stradali obsolete comporta rischi tangibili. Le attuali strutture di contenimento e assorbimento dell’urto, pensate per veicoli più leggeri, non sono più in grado di garantire la sicurezza stradale che la società moderna richiede. I crash test più recenti hanno dimostrato come i veicoli pesanti possano superare o danneggiare gravemente le barriere, con conseguenze spesso fatali per conducenti e passeggeri.
Il ruolo delle istituzioni e le proposte dal settore
Di fronte a questa situazione, le associazioni di settore hanno iniziato a muoversi. L’AISICO (Associazione Italiana Sicurezza Infrastrutture Circolazione Stradale) ha lanciato un appello affinché venga istituito un catasto funzionale delle barriere, uno strumento che permetta di mappare in modo dettagliato lo stato reale delle infrastrutture di protezione e di correlare le aree di maggiore pericolosità con i livelli effettivi di sicurezza. Solo attraverso un approccio basato su dati concreti sarà possibile programmare interventi mirati e realmente efficaci.
Sul fronte istituzionale, l’ANSFISA (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali) ha emanato, alla fine del 2024, una serie di disposizioni per avviare un censimento sistematico delle barriere stradali su tutto il territorio nazionale. Questo processo, che dovrà concludersi entro il 2026, prevede l’utilizzo di strumenti digitali avanzati per identificare le zone a più alto rischio e pianificare in modo efficiente le priorità di intervento.
Adeguamento tecnico ed economico: una sfida complessa
Aggiornare i criteri di omologazione delle barriere stradali non è un’operazione semplice. Significa, innanzitutto, rivedere completamente i protocolli di crash test, includendo i nuovi profili di impatto generati da suv e auto elettriche. Ma significa anche mettere in conto una manutenzione straordinaria su larga scala e, in molti casi, la sostituzione totale delle infrastrutture esistenti. Le amministrazioni locali, consapevoli della gravità della situazione, chiedono con forza maggiori finanziamenti statali, mentre le aziende del settore propongono sistemi di monitoraggio continuo per ottimizzare le risorse e concentrare gli interventi dove realmente necessari.
Il contesto europeo e la strategia comune
Il tema dell’adeguamento delle barriere stradali si inserisce perfettamente nella più ampia strategia europea che punta a dimezzare il numero delle vittime della strada entro il 2030. In questo scenario, la modernizzazione delle infrastrutture di sicurezza rappresenta una leva fondamentale. Solo un approccio integrato – che comprenda censimento, aggiornamento delle norme e sistemi di sorveglianza digitale – potrà garantire una risposta efficace alle nuove sfide poste dalla crescente presenza di suv e veicoli elettrici sulle strade.
In conclusione, il tema delle barriere stradali obsolete non è solo una questione tecnica, ma un vero e proprio banco di prova per la capacità del Paese di garantire la sicurezza stradale in un contesto in continua evoluzione. La collaborazione tra istituzioni, associazioni come AISICO e agenzie come ANSFISA, unita a strumenti come il catasto funzionale e a un censimento puntuale, rappresenta la chiave per rendere le nostre strade più sicure e allineate agli standard europei.