Ministro dei Trasporti turco si riprende a 225 km/h: multa salata

Il ministro turco Abdulkadir Uraloğlu multato per eccesso di velocità dopo un video virale. Il caso rilancia il tema dell’equità davanti alla legge

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 27 ago 2025
Ministro dei Trasporti turco si riprende a 225 km/h: multa salata

In un gesto che ha scosso l’opinione pubblica e sollevato un ampio dibattito sulla responsabilità pubblica, il ministro dei Trasporti turco Abdulkadir Uraloğlu si è trovato protagonista di un episodio destinato a lasciare il segno nella recente storia istituzionale del Paese. Il caso, che vede un rappresentante di primo piano delle istituzioni autodenunciarsi per una multa per eccesso di velocità, è diventato rapidamente un esempio di trasparenza e uguaglianza davanti alla legge, attirando l’attenzione sia dei media nazionali che internazionali.

Il video diffuso

Tutto ha avuto inizio quando il ministro ha deciso di condividere sui propri canali social un video virale che lo ritraeva al volante della sua Audi lungo la trafficata autostrada Ankara Niğde. Nel filmato, che ha raccolto oltre cinque milioni di visualizzazioni in poche ore, il tachimetro della vettura oscillava in modo inequivocabile tra i 190 e i 225 km/h, ben al di sopra del limite di velocità consentito di 140 km/h. L’immagine del tachimetro e il sottofondo di musica e discorsi del presidente Erdogan hanno reso la scena ancora più emblematica, portando la questione all’attenzione di un pubblico vastissimo.

Ciò che rende questo episodio particolarmente significativo non è solo la violazione delle norme stradali da parte di un alto funzionario, ma la reazione di Abdulkadir Uraloğlu stesso. Invece di cercare di cancellare le prove o di minimizzare l’accaduto, il ministro ha scelto la strada della trasparenza, pubblicando l’immagine della multa per eccesso di velocità ricevuta, oscurando soltanto i dati personali. “Ho superato il limite di velocità per un breve periodo, involontariamente. Con il video, di fatto mi sono autodenunciato. Rispettare i limiti è obbligatorio per tutti”, ha dichiarato Uraloğlu, sottolineando il valore della responsabilità pubblica anche per chi ricopre incarichi istituzionali di rilievo.

È una prova per la polizia

In Turchia, a differenza di molti altri paesi europei, un filmato pubblicato sui social può essere utilizzato come prova sufficiente per l’emissione di una sanzione da parte della polizia. E così è stato anche in questo caso: nessun trattamento di favore, nessuna eccezione per il ministro. La sanzione amministrativa, pari a circa 250 euro, non rappresenta certo una cifra elevata, soprattutto per un uomo politico di alto profilo, ma il suo valore simbolico è stato ampiamente riconosciuto e dibattuto.

Il gesto di Abdulkadir Uraloğlu ha infatti innescato un acceso confronto pubblico sul ruolo delle istituzioni e sull’importanza della trasparenza nei confronti dei cittadini. Il post con cui il ministro ha mostrato il verbale della multa ha generato ulteriori 3,8 milioni di visualizzazioni, alimentando una discussione che ha travalicato i confini nazionali. In molti hanno sottolineato come, in contesti simili, episodi di questo tipo vengano spesso insabbiati o ridimensionati, mentre in questa occasione la scelta di rendere tutto pubblico abbia rappresentato un esempio di integrità e senso civico.

Risalto internazionale

Il caso ha assunto un rilievo internazionale anche perché mette in luce il ruolo crescente della tecnologia e dei social media come strumenti di controllo democratico. La facilità con cui un semplice video virale può diventare la base per un’azione amministrativa, coinvolgendo direttamente figure di potere, mostra come le nuove forme di comunicazione possano contribuire a rafforzare la fiducia nelle istituzioni e a promuovere l’uguaglianza davanti alla legge.

Infine, l’episodio della multa per eccesso di velocità ricevuta e accettata senza riserve dal ministro dei Trasporti si trasforma in un messaggio chiaro: la legge è uguale per tutti, e la responsabilità pubblica non è solo una questione di parole, ma di gesti concreti e trasparenti. La scelta di Uraloğlu di esporsi pubblicamente, ammettendo l’errore e accettando le conseguenze, viene così letta da molti come un esempio positivo, capace di rafforzare la credibilità delle istituzioni e di stimolare un confronto costruttivo sul rapporto tra potere, cittadini e rispetto delle regole.

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