Tir si spinge a 168 km/h, follia in autostrada: gravi conseguenze

In Galizia un camionista è stato fermato a 168 kmh: patente sospesa, procedimento penale per guida pericolosa e duri controlli su riposi e tachigrafo

Tir si spinge a 168 km/h, follia in autostrada: gravi conseguenze
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Giorgio Colari
Pubblicato il 14 ott 2025

Una Lambo a noleggio pizzicata a folle velocità fa sempre notizia, ma a volte la realtà riesce a superare la fantasia. E in Galizia, Spagna, ci è andata molto vicina. Protagonista dell’ultima follia stradale europea non è un giovane in vena di TikTok né un pilota improvvisato, ma un autista professionista alla guida di un camion lanciato a 168 km/h su un tratto dove il limite massimo era di 90.

Un dato che da solo basta a far venire i brividi, ma è solo l’inizio. Perché l’uomo alla guida – secondo quanto reso noto dalla Guardia Civil – non aveva nemmeno una patente valida, non rispettava i tempi di riposo obbligatori, ed era già noto alle forze dell’ordine per precedenti violazioni. Una scheda da film poliziesco più che da cronaca del traffico.

Come un missile tra le corsie

La scena è stata documentata da una dashcam installata su un’auto francese in transito lungo l’autostrada: il camion appare improvvisamente nello specchietto e in pochi secondi lo supera, infilando una serie di sorpassi a dir poco azzardati. Un comportamento che ha messo in pericolo chiunque si trovasse sulla carreggiata, inclusi automobilisti, motociclisti e altri mezzi pesanti.

I fotogrammi del video hanno fatto il giro dei social in poche ore, scatenando l’indignazione generale. Ma non solo. Anche i sindacati degli autotrasportatori spagnoli hanno preso posizione, definendo il gesto «un atto che danneggia l’immagine di tutta una categoria che ogni giorno lavora nel rispetto delle regole».

Patente irregolare, riposi ignorati e una lunga lista di infrazioni

Una volta fermato, per l’autista sono emersi altri dettagli tutt’altro che rassicuranti: la patente risultava scaduta e comunque non conforme ai requisiti richiesti per la guida di mezzi pesanti. I controlli digitali sul tachigrafo hanno poi rivelato che l’uomo aveva saltato i turni di riposo obbligatori previsti dal regolamento europeo sui tempi di guida – una norma concepita proprio per evitare situazioni di pericolo legate alla stanchezza.

In più, il superamento del limite di velocità con un mezzo del genere viene considerato come infrazione aggravata, e comporta sanzioni molto più severe rispetto a quelle previste per le auto. Nel suo caso, si parla di una sospensione a tempo indeterminato della patente, una maxi-multa e l’apertura di un procedimento penale per guida pericolosa.

Un sistema che ogni tanto si dimentica di controllare

Non è la prima volta che episodi del genere scuotono l’opinione pubblica europea. Ma ciò che colpisce in questo caso è anche la facilità con cui il soggetto ha potuto continuare a guidare, nonostante una storia di infrazioni alle spalle e documenti non in regola. È il sintomo di un sistema troppo spesso permissivo, dove i controlli restano affidati alla buona sorte o alla denuncia estemporanea di un automobilista casuale.

Nel frattempo, in Spagna si promettono pene esemplari, ma il rischio è che, come troppo spesso accade, la questione finisca col risolversi in una sanzione simbolica, senza affrontare il vero nodo: la necessità di controlli più efficaci, più frequenti, e soprattutto preventivi. In attesa della prossima corsa sfrenata, magari documentata da un’altra dashcam, ci si chiede quanto ancora il fattore umano potrà rimanere l’anello debole di un sistema che pretende sicurezza, ma fatica a garantirla davvero.

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