McLaren Senna "naviga" durante l'alluvione: visione surreale

Il video della McLaren Senna che affronta gli allagamenti a Malta divide gli appassionati. Analisi tecnica, rischi per la supercar e responsabilità del guidatore in condizioni estreme

McLaren Senna "naviga" durante l'alluvione: visione surreale
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Giorgio Colari
Pubblicato il 3 dic 2025

Esiste un momento in cui l’eccellenza ingegneristica si scontra frontalmente con l’imponderabilità della natura, e questo momento si è materializzato nelle acque tumultuose di Malta, dove una rarissima McLaren Senna ha navigato attraverso strade trasformate in fiumi durante un temporale di straordinaria intensità. Qui emerge una contraddizione che affascina e inquieta simultaneamente: quella tra una macchina concepita per la massima performance su circuito e la vulnerabilità che ogni mezzo meccanico rivela di fronte agli allagamenti e alle forze incontrollabili dell’ambiente urbano. Il filmato che documenta questa impresa straordinaria ha rapidamente conquistato i social network, generando una polarizzazione di opinioni che tocca questioni tecniche, etiche e filosofiche sulla natura stessa dell’uso automobilistico.

Un’auto inattesa

La protagonista di questo episodio rimane una vettura fondamentalmente elitaria: una supercar dalle specifiche senza compromessi, equipaggiata di un motore V8 biturbo che eroga 800 cavalli di potenza bruta e costruita in soli 500 esemplari in tutto il mondo. La sua caratteristica distintiva più riconoscibile è la livrea rosso e bianca, un tributo diretto al patrimonio della McLaren nelle competizioni mondiali di Formula 1. Nel video, questa macchina impossibile non percorre selvaggiamente le strade sommerse: procede con cautela, con una progressione misurata che sorprende chiunque comprenda intimamente cosa significhi guidare un simile mezzo. La domanda che naturalmente nasce è immediata e urgente: come è possibile affrontare condizioni così avverse con una vettura disegnata esclusivamente per ambienti controllati?Dal punto di vista prettamente tecnico, la McLaren Senna rappresenta l’apice della specializzazione automobilistica contemporanea. Possiede un assetto rigidissimo, un’altezza da terra praticamente al limite della praticabilità, un cambio sequenziale a sette rapporti che garantisce cambiate istantanee e un’aerodinamica così aggressiva da generare un carico verticale mostruoso. Queste qualità straordinarie, che sulla pista di un circuito trasformano la macchina in uno strumento di precisione assoluta, diventano potenziali responsabili di conseguenze catastrofiche quando confrontate con il caos dell’ambiente esterno. L’ingresso d’acqua nel collettore d’aspirazione, i danni ai sistemi elettronici sofisticati e delicatissimi, il comportamento completamente imprevedibile della trazione posteriore su superfici lubrificate artificialmente, il rischio concreto di compromettere lo scarico e l’intero sistema di ventilazione: questi rappresentano pericoli che nessun esperto può permettersi di sottovalutare.

Un video storico

Eppure il video comunica qualcosa di profondamente diverso dalla catastrofe: suggerisce che una vettura costruita a livelli eccezionali, quando pilotata da chi possiede la consapevolezza e l’esperienza necessaria per adattarsi a situazioni impreviste, può affrontare l’inaspettato senza inevitabilmente frantumarsi. Il costruttore ha evidentemente dotato questo mezzo di una solidità strutturale che trascende le mere specifiche tecniche pensate per il circuito, permettendo al proprietario – logicamente una persona dotata di competenze di guida straordinarie – di attraversare l’emergenza meteorologica senza conseguenze catastrofiche.

La comunità dei commentatori rimane profondamente divisa. Gli appassionati celebrano la capacità tecnica dimostrata e lo spettacolo visivo generato da una macchina straordinaria in circostanze straordinarie. I critici, diversamente, sollevano obiezioni fondamentali: perché sottoporre a rischio un esemplare così irripetibilmente raro? Quale responsabilità legale e assicurativa emerge in caso di danno significativo? Come è possibile conciliare la preservazione di vetture uniche con l’uso effettivo su strade pubbliche, particolarmente durante scenari meteorologici estremi?

Permane un interrogativo

Sottesa a questa discussione esiste una questione ancora più rilevante: il Mediterraneo e le sue zone costiere stanno fronteggiando fenomeni climatici sempre più intensi e completamente anomali. In questo contesto mutevole, ogni decisione di guida – da quella del proprietario della Senna a quella di un automobilista ordinario – acquisisce una dimensione di consapevolezza collettiva e di adattamento a una realtà che si trasforma inesorabilmente.

Il video continua indisturbato a propagarsi attraverso la rete, catalizzando reazioni contrastanti e dibattiti incalzanti. Permane aperto l’interrogativo radicale: una supercar stradale deve essere preservata come un’opera d’arte intoccabile oppure utilizzata esattamente come lo strumento per cui è stata originariamente costruita? La vicenda di Malta non fornisce una risposta definitiva, ma piuttosto alimenta una riflessione che trascende la semplice curiosità automobilistica e tocca il cuore della nostra relazione con le macchine e con l’ambiente in cui viviamo.

 

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