Torino, multa all’auto comunale: ex dipendente non paga e scatta la causa

A Torino il Comune costretto a pagare una multa per eccesso di velocità di un’auto di servizio. Ex dipendente non paga, ora parte la causa legale

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 20 ago 2025
Torino, multa all’auto comunale: ex dipendente non paga e scatta la causa

Un curioso caso di paradosso amministrativo si è verificato recentemente a Torino, dove la Città di Torino si è trovata costretta a pagare una multa inflitta a una delle sue stesse auto di servizio. L’episodio, che ha per protagonista una Fiat 500 elettrica comunale, ha sollevato una serie di interrogativi sulla gestione delle responsabilità all’interno della pubblica amministrazione, specialmente quando si tratta di mezzi pubblici affidati a personale non più in servizio.

La vicenda risale al 2 maggio scorso, quando la vettura municipale, impiegata per esigenze di servizio, è stata immortalata da un autovelox mentre procedeva a una velocità superiore ai limiti consentiti. Secondo la ricostruzione, l’auto avrebbe superato il limite tra i 10 e i 40 km/h, violando così il Codice della Strada e facendo scattare la relativa sanzione amministrativa di 183,10 euro.

L’iter burocratico

La procedura, a quel punto, ha seguito il consueto iter burocratico: la notifica della multa è arrivata direttamente agli uffici comunali, che hanno subito avviato accertamenti interni per risalire all’identità del conducente. Dopo alcune verifiche, è emerso che al volante della Fiat 500 elettrica vi era un ex dipendente dell’amministrazione, che aveva da poco concluso il proprio rapporto di lavoro con il Comune.

L’aspetto più singolare della vicenda si è manifestato nel momento in cui l’ex collaboratore, pur accettando la decurtazione dei punti dalla patente – come previsto dalla normativa vigente – ha categoricamente rifiutato di saldare la sanzione pecuniaria. Questa posizione ha creato una situazione di stallo per la Città di Torino, che si è trovata costretta a versare l’importo della multa per evitare maggiorazioni e ulteriori complicazioni amministrative.

Il regolamento interno dell’ente, aggiornato con una circolare del 10 ottobre 2024, stabilisce chiaramente che ogni infrazione commessa alla guida dei mezzi pubblici comporta una responsabilità personale, a carico di chi si trovava effettivamente al volante. Tuttavia, l’applicazione di questa regola si complica quando il responsabile non è più legato da un rapporto di lavoro con l’amministrazione. In questo caso, infatti, la Città di Torino ha dovuto anticipare la somma, pur non rinunciando all’intenzione di rivalersi sull’ex dipendente per il recupero delle somme dovute.

Un’azione legale

Gli avvocati municipali stanno ora valutando la possibilità di avviare un’azione legale nei confronti dell’ex collaboratore, con l’obiettivo di far valere il principio di responsabilità individuale previsto dal Codice della Strada. La vicenda mette in evidenza le difficoltà pratiche che possono sorgere nella gestione dei mezzi pubblici, specie quando si tratta di personale in uscita o di contratti a termine.

Non si tratta, purtroppo, di un caso isolato. Ogni anno, diversi enti pubblici si trovano ad affrontare situazioni simili, in cui l’identificazione del responsabile e il recupero delle somme dovute diventano particolarmente complessi. Il sistema attuale, pur attribuendo all’utilizzatore del mezzo la responsabilità diretta per le infrazioni, deve fare i conti con le difficoltà legate a pensionamenti, scadenze contrattuali e frequenti avvicendamenti tra il personale.

L’episodio di Torino, nella sua apparente semplicità, pone dunque l’accento sulla necessità di dotarsi di procedure più rigorose ed efficaci per la gestione dei mezzi pubblici e delle relative sanzioni. Solo in questo modo si potranno evitare futuri paradossi amministrativi che, oltre a generare imbarazzo, rischiano di tradursi in costi economici per la collettività. In ultima analisi, episodi come questo dimostrano quanto sia fondamentale, anche per le amministrazioni pubbliche, adottare sistemi di controllo e responsabilizzazione più stringenti, tutelando così sia l’ente sia i cittadini contribuenti.

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