Bugatti Bolide, la hypercar da 1.600 CV pronta a diventare stradale

La Bugatti Bolide, hypercar da 1.600 CV, potrebbe presto essere omologata per la strada grazie a Lanzante. Tutti i dettagli sulla trasformazione

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 20 ago 2025
Bugatti Bolide, la hypercar da 1.600 CV pronta a diventare stradale

Il sogno di vedere un’auto da corsa pura, progettata per dominare i circuiti, trasformarsi in una creatura capace di divorare anche l’asfalto cittadino sta per diventare realtà. È la promessa che accende gli animi degli appassionati di tutto il mondo: la Bugatti Bolide, icona di potenza e tecnologia, potrebbe presto uscire dai box e invadere le strade grazie a un ambizioso progetto di conversione stradale orchestrato dalla britannica Lanzante.

Parliamo di un’auto nata per superare ogni limite, finora riservata esclusivamente all’uso in pista. Con i suoi 1.600 CV e una produzione limitata a soli 40 esemplari, la Bugatti Bolide si è già guadagnata lo status di leggenda tra le hypercar. Ma l’idea di poterla vedere – e sentire – anche su strada rappresenta un punto di svolta per l’intero settore, un evento che potrebbe ridefinire il concetto stesso di vettura ad alte prestazioni omologata.

Un progetto in piedi

A guidare questa rivoluzione è Lanzante, azienda britannica specializzata nelle trasformazioni più estreme. “Stiamo lavorando sulla Bugatti Bolide, che presenta alcune soluzioni già viste su modelli stradali del marchio”, ha spiegato Dean Lanzante, CEO dell’azienda. Questa affermazione lascia intendere che la conversione stradale potrebbe essere più accessibile rispetto ad altre operazioni simili, anche grazie all’esperienza maturata su modelli come la Bugatti Chiron, che ha già saputo conciliare prestazioni da pista e utilizzo quotidiano.

Il nome Lanzante non è nuovo nel mondo delle imprese automobilistiche al limite dell’impossibile. L’azienda vanta nel proprio curriculum la trasformazione della Porsche 935, portando sulle strade una vettura nata per correre, e la realizzazione della 95-59, un omaggio alla leggendaria McLaren F1 GTR. Con la Bugatti Bolide, però, la sfida raggiunge nuove vette di complessità e prestigio, confermando la leadership della casa britannica nella filosofia “track to road”.

Serve un intervento specifico

Ma cosa significa realmente portare una vettura come la Bugatti Bolide sulle strade pubbliche? Innanzitutto, è necessario intervenire in modo sostanziale su ogni aspetto della vettura per adeguarla alle severe normative in tema di emissioni e sicurezza. Nonostante queste modifiche, la promessa è quella di non sacrificare il cuore pulsante della Bolide: il suo straordinario W16 quadriturbo da 8,0 litri. Questo propulsore è in grado di sprigionare 1.578 CV, mentre il peso ridotto a soli 2.733 libbre permette alla vettura di accelerare da 0 a 100 km/h in appena 2,2 secondi e di raggiungere una velocità massima di 400 km/h.

Un dettaglio che racconta meglio di ogni parola l’anima racing della Bugatti Bolide riguarda gli pneumatici: ognuno costa circa 8.000 dollari e la loro durata è di appena 60 chilometri. Un dato che testimonia l’estrema specializzazione di questa hypercar e la distanza che la separa dalle auto sportive convenzionali.

Potrebbe diventare la regina

Se il progetto di conversione stradale arriverà a compimento, la Bugatti Bolide potrebbe davvero diventare la regina incontrastata delle hypercar omologate. Non solo per i numeri impressionanti, ma per la capacità di unire il fascino e l’adrenalina delle competizioni con la libertà e il piacere di guida su strada. Un sogno che potrebbe cambiare la storia dell’automobilismo, segnando una nuova era in cui la barriera tra pista e strada si fa sempre più sottile.

La trasformazione della Bugatti Bolide rappresenta un esempio lampante di come la filosofia “track to road” possa tradursi in realtà, regalando a pochi fortunati proprietari un’esperienza di guida senza precedenti. Per il mondo delle hypercar, questa potrebbe essere la nuova frontiera: un connubio perfetto tra tecnologia estrema, design esclusivo e prestazioni da sogno, finalmente accessibili anche lontano dai cordoli di un circuito.

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