L'ultimo V8 diesel da record, è stato l'auto a gasolio più veloce
Scopri la storia della Porsche Panamera 4S Diesel (2016-2018): V8 diesel 416 CV, 0-100 km/h in 4.3 s, 285 km/h di velocità massima
Quando parliamo di 416 CV dieselisti abbinati a una velocità massima di 285 km/h e a un consumo combinato di 6,7 litri ogni 100 km, stiamo descrivendo un fenomeno raro nel mondo dell’automotive: la Porsche Panamera 4S Diesel. Questa berlina rappresenta un’eccezione straordinaria nel panorama automobilistico globale, un’unione quasi contraddittoria tra prestazioni sportive di alto livello e efficienza energetica sostenuta. Commercializzata tra il 2016 e il 2018, la Panamera diesel è stato il capitolo conclusivo di un’era destinata a tramontare. Le normative ambientali sempre più stringenti, lo scetticismo collettivo post-Dieselgate e la transizione accelerata verso soluzioni elettrificate hanno sigillato il destino di questo ambizioso esperimento tecnico, trasformandolo in un’anomalia commerciale che nessun segmento di mercato riusciva più a sostenere.
Un’auto fenomenale
Il fondamento di questo progetto riposava su un V8 diesel biturbo di 4.0 litri, un motore straordinariamente sofisticato capace di accelerare da 0 a 0-100 km/h in 4.3 secondi quando equipaggiato del pacchetto Sport Chrono. La vera magia risiedeva nel sistema di sequential turbocharging, una soluzione tecnica che garantiva una curva di erogazione della coppia estremamente lineare e fruibile. Con 627 lb ft di coppia disponibili già a partire da 1.000 giri e mantenuta fino a 3.250 giri, questo motore offriva un’esperienza di guida inusuale per una berlina di questa categoria. La disponibilità di questa enorme quantità di forza motrice ai bassissimi regimi rappresentava un’anomalia piacevole, conferendo alla vettura una reattività sorprendente in qualsiasi situazione di guida.
Paragonate alle contemporanee versioni sportive della stessa casa, le prestazioni della Panamera si rivelavano competitive in maniera straordinaria. La 911 Carrera S offriva uno 0-100 marginalmente superiore, eppure sulla strada la berlina diesel primeggiava nettamente per l’equilibrio che riusciva a mantenere tra comfort di marcia e disponibilità di coppia nei regimi più bassi. Per chi percorreva quotidianamente centinaia di chilometri, questa caratteristica rappresentava un vantaggio tangibile, una sintesi perfetta tra piacere di guida e razionalità economica.
Interruzione dopo dieselgate
Da un punto di vista strettamente commerciale, l’interruzione della produzione nel 2018 rispecchiava le tensioni profonde che scuotevano l’intero settore automobilistico. L’irrigidimento delle regolamentazioni ambientali, la perdita di fiducia nei motori diesel conseguente ai grandi scandali di emissioni, e l’orientamento sempre più marcato della domanda verso soluzioni ibride ed elettriche hanno reso economicamente insostenibile proseguire lo sviluppo di propulsori ad alte prestazioni basati sulla tecnologia diesel.
Le valutazioni sulla eredità di questa vettura rimangono profondamente divise. Gli appassionati di motori termici la considerano il vertice dell’ingegneria diesel applicata al trasporto di lunga percorrenza, quella combinazione unica di coppia disponibile e consumi contenuti rappresentava l’ideale per chi desiderava macinare chilometri senza sacrificare il piacere di guida. Al contrario, gli ambientalisti e gli analisti di politiche climatiche enfatizzano l’imperativo della transizione verso zero emissioni, specialmente nei contesti urbani.
Nel mercato dell’usato il suo ruolo si è fatto decisamente ambiguo: per alcuni rimane una scelta pragmatica e razionale, per altri è diventato un oggetto da collezione simbolico di un’epoca di transizione. Chi intende acquistarla oggi deve valutare attentamente i costi di manutenzione e il rischio di future limitazioni circolatorie per i veicoli diesel, considerando che questa tecnologia sta progressivamente scomparendo dalle strade europee.