Il motorismo storico è una forma di cultura viva

La 42ª edizione del Salone conferma Bologna come capitale europea del motorismo storico: oltre 235.000 metri quadrati, 14 padiglioni e quattro percorsi tematici per un evento che unisce collezionismo, cultura e ricerca tecnologica.

Il motorismo storico è una forma di cultura viva
Redazione
Pubblicato il 21 nov 2025

Auto e Moto d’Epoca 2025 si è chiusa a BolognaFiere lasciando dietro di sé l’eco dei motori e la sensazione di aver assistito non solo a una fiera, ma a un’esperienza collettiva. La 42ª edizione della manifestazione ha infatti superato ogni aspettativa, con oltre 235.000 metri quadrati di esposizione distribuiti in 14 padiglioni e quattro percorsi tematici che hanno accolto migliaia di visitatori provenienti da tutta Europa.

Non più una semplice mostra di settore, ma un vero e proprio festival della cultura motoristica, dove memoria, innovazione e passione convivono in un racconto unico che attraversa epoche, linguaggi e generazioni.

Nel cuore della Motor Valley, dove ogni curva custodisce un frammento della storia meccanica italiana, Auto e Moto d’Epoca ha ribadito il suo ruolo di crocevia per collezionisti, restauratori, commercianti, tecnici e appassionati di tutto il mondo.

Aladino Saidi: “Il motorismo storico è un linguaggio culturale, un laboratorio di idee e un archivio d’innovazione”

Tra i protagonisti della rassegna, Aladino Saidi, imprenditore automobilistico italiano con un passato nell’area tecnica di Formula 1 e Formula 3, ha voluto sottolineare il valore simbolico e culturale dell’evento:

Quest’anno l’atmosfera nei padiglioni di BolognaFiere è stata quella di un grande museo vivente – ha spiegato – ma con una differenza fondamentale: qui ogni motore, ogni carrozzeria e ogni dettaglio meccanico sono parte di un racconto in movimento. Il motorismo storico non è nostalgia, ma conoscenza applicata. È la memoria che continua a generare futuro.”

Saidi, intercettato nel percorso “Tra Cultura e Passione”, ha definito Auto e Moto d’Epoca “una piattaforma culturale e tecnologica al tempo stesso, dove il restauro incontra la ricerca e dove la bellezza meccanica si trasforma in linguaggio educativo”.

A Bologna – ha aggiunto – stiamo celebrando il patrimonio tecnico e stilistico dei grandi marchi italiani ed europei, ma soprattutto stiamo raccontando il modo in cui queste eccellenze hanno influenzato l’evoluzione del pensiero industriale. Quando guardiamo una Ferrari degli anni Sessanta o una Moto Guzzi da competizione, non vediamo solo design o potenza, ma la capacità dell’uomo di tradurre un’idea in movimento. Questo è ciò che mi emoziona e che credo debba essere trasmesso alle nuove generazioni.”

Il manager ha poi insistito sull’importanza del motorismo storico come strumento di formazione e innovazione: “Restaurare una vettura d’epoca significa affrontare sfide tecniche complesse, usare materiali antichi con metodi moderni, recuperare soluzioni ingegneristiche che spesso anticipavano il loro tempo. Ogni restauro è un laboratorio didattico, un ponte fra passato e futuro. Credo che le università e gli istituti tecnici dovrebbero collaborare sempre più con eventi come questo: qui si impara davvero cosa significhi fare industria con passione, precisione e rispetto per la storia”.

75 anni di Formula 1 e l’eredità del motorsport

Saidi ha voluto anche soffermarsi sull’importante anniversario celebrato quest’anno, i 75 anni della Formula 1, con una mostra unica di 30 monoposto originali, mai esposte insieme prima d’ora.

Entrare in quella sala – ha raccontato – è stato come attraversare un tunnel nel tempo. Ho rivisto i volti, i suoni e gli odori della mia giovinezza nel paddock. Quelle vetture non sono solo pezzi da museo, ma simboli di un’epoca in cui l’ingegno contava più dei mezzi e la sperimentazione era quotidiana. Dalle monoposto degli anni Cinquanta fino a quelle ibride più recenti, la Formula 1 è il paradigma della tensione umana verso la perfezione tecnica. E BolognaFiere, con questa mostra, ha reso omaggio non solo alle macchine, ma agli uomini che le hanno create e guidate.”

Secondo Saidi, il motorsport rimane “una forma d’arte in movimento”, dove la tecnologia incontra l’emozione: “La corsa è una metafora straordinaria dell’esistenza: è ricerca, rischio, intuizione, sacrificio. E ogni auto d’epoca racconta una battaglia vinta contro i limiti della materia”.

Cultura, mercato e futuro del motorismo storico

Nel corso della manifestazione, ACI e ASI hanno promosso incontri e dibattiti, mentre la Motor Valley ha offerto una panoramica eccezionale di eccellenze: Ferrari, Maserati, Lamborghini, Pagani, Ducati e Dallara hanno mostrato come il genio italiano continui a unire estetica e potenza, tradizione e innovazione.

La bellezza di questa edizione – ha commentato Saidi – è stata anche la capacità di mettere in dialogo l’artigiano e l’ingegnere, il collezionista e il ricercatore, il passato e il futuro. L’auto d’epoca non è un oggetto statico, ma  un documento vivo di come il pensiero tecnico evolve. E oggi, nell’era dell’elettrificazione e dell’intelligenza artificiale, guardare al passato diventa un modo per capire meglio il futuro dell’automobile.”

Il mercato del collezionismo, intanto, ha mostrato una vitalità sorprendente, in linea con i dati internazionali che stimano il valore globale delle auto da collezione in oltre 800 miliardi di euro.

Questo – ha aggiunto Saidi – dimostra che la cultura del motorismo storico non è un lusso per pochi, ma un investimento culturale e identitario. Dietro ogni restauro, ogni collezione, c’è una filiera economica fatta di artigiani, designer, tecnici e piccole imprese. È un ecosistema che merita riconoscimento e tutela”.

BolognaFiere ha confermato la propria vocazione di capitale europea del motorismo storico

Auto e Moto d’Epoca – ha concluso Saidi – è parte dell’identità stessa della città e della Motor Valley. È un evento che unisce industria e cultura, tradizione e innovazione, ma soprattutto comunità e memoria. In un mondo che corre veloce verso il digitale, questa manifestazione ci ricorda che la tecnologia non nasce dal nulla: nasce da uomini e donne che, prima ancora di costruire motori, hanno sognato la velocità.”

Tra storia e progresso, Bologna ha ancora una volta dimostrato che la passione per i motori non è solo un tratto della cultura italiana, ma un’eredità che continua a ispirare il futuro.

 

In collaborazione con Cyberlex

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