L'Australia mette al bando il nuovo spot di Toyota: troppo audace
Lo spot della Toyota GR Yaris è stato bandito in Australia dall'Advertising Standards Bureau. La decisione sottolinea il contrasto tra promozione motoristica e tutela della sicurezza stradale
Nel panorama automobilistico internazionale, pochi casi hanno suscitato tanto dibattito quanto quello che vede protagonista la Toyota in Australia. In dieci anni, la celebre casa giapponese si è trovata più volte al centro delle attenzioni delle autorità locali, che hanno puntato il dito contro la comunicazione delle sue vetture sportive. In particolare, la GR Yaris è diventata il simbolo di un confronto acceso tra esigenze di marketing, regolamentazioni sempre più stringenti e responsabilità sociale. Tre richiami, due spot rimossi dai palinsesti e un’eredità sportiva costantemente sotto scrutinio: questo è il bilancio di una vicenda che va ben oltre il semplice caso di pubblicita vietata.
Non è un caso isolato
L’ultimo episodio in ordine cronologico riguarda uno spot pubblicitario che, dopo un’attenta valutazione da parte dell’Advertising Standards Bureau australiano, è stato ritenuto non conforme ai codici di autodisciplina nazionale. Il filmato mostrava un pilota professionista, equipaggiato con tuta e casco, impegnato in spettacolari derapate, salti e manovre dinamiche su una pista sterrata e in un’area portuale industriale. Tutto rigorosamente realizzato in ambienti chiusi e sotto la supervisione di esperti del settore. Eppure, nonostante l’assenza di strade pubbliche e il chiaro carattere performativo delle scene, le autorità hanno stabilito che il contenuto potesse essere percepito come un invito all’emulazione di comportamenti rischiosi su strada.
Non si tratta di un caso isolato: già nel 2021, un altro spot della stessa GR Yaris era stato rimosso perché ritraeva il veicolo in leggera perdita di trazione all’uscita di un garage. Anche in quell’occasione, le autorità hanno ritenuto che il messaggio potesse promuovere una guida irresponsabile, a dispetto delle intenzioni dichiarate dal costruttore.
Il brand ha risposto
La risposta della Toyota non si è fatta attendere. L’azienda ha sottolineato come l’obiettivo delle sue campagne fosse quello di celebrare il ricco patrimonio motorsport del modello, presentando scene chiaramente riconoscibili come ambientazioni di fantasia e mettendo in evidenza la presenza di professionisti e le misure di sicurezza adottate. La casa nipponica ha inoltre ribadito la totale assenza di volontà di incoraggiare il pubblico a replicare tali manovre nella vita reale.
Dietro questa controversia si cela una realtà tipicamente australiana: il fenomeno dell’hoon. Questo termine identifica quei comportamenti di guida estremamente spericolati e spesso vandalici, che hanno spinto il Paese ad adottare normative molto severe. In Australia, chi viene sorpreso a compiere azioni di questo tipo rischia il sequestro immediato del veicolo e, in caso di recidiva, il blocco della circolazione. Un contesto normativo che rende la questione della sicurezza stradale particolarmente sensibile e che spiega la rigidità delle autorità nei confronti di qualsiasi comunicazione che possa essere interpretata come un’esaltazione della guida pericolosa.
I motivi che riguardano la sicurezza
Gli esperti di comunicazione e di sicurezza stradale sono concordi nell’evidenziare il dilemma che da anni caratterizza il settore automobilistico: come comunicare il valore tecnico e il prestigio sportivo di un’auto senza normalizzare comportamenti che, fuori da contesti professionali e controllati, possono avere conseguenze tragiche. Rappresentare salti, derapate e manovre estreme in pubblicità accattivanti può infatti ridurre la percezione del rischio, soprattutto tra i più giovani, contribuendo a rafforzare atteggiamenti imprudenti.
Dal punto di vista commerciale, campagne ad alto impatto sono considerate fondamentali per costruire e rafforzare l’immagine di vetture ad alte prestazioni come la GR Yaris. Tuttavia, le crescenti restrizioni imposte dalle normative nazionali costringono i brand a ripensare radicalmente le proprie strategie di comunicazione. Tra le soluzioni suggerite dai consulenti di marketing spiccano l’impiego esplicito di scuderie e piloti professionisti ben riconoscibili dal pubblico, oltre all’inserimento di messaggi didattici che sottolineino la natura controllata e professionale delle riprese.
La vicenda australiana rappresenta un chiaro monito per l’intera industria automobilistica globale: le regole sulla pubblicita vietata e sulla rappresentazione della guida sportiva variano notevolmente da Paese a Paese, obbligando i costruttori a continui adattamenti creativi. La scelta, spesso, è tra la revisione dei materiali per conformarsi agli standard locali o il ricorso a versioni alternative che, pur mantenendo il messaggio sportivo, evitino di incorrere in censure e sanzioni. In un mondo in cui la sicurezza stradale è una priorità crescente, il bilanciamento tra emozione e responsabilità diventa la vera sfida per chiunque operi nel settore dell’automotive.