90.000 furti d’auto in un anno, allarme in Italia: rincari RC Auto
Nel 2024 i furti d’auto in Italia crescono del 31%. Sud e grandi città sotto assedio, polizze Furto e Incendio fuori portata dove servirebbero di più.
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L’Italia si trova oggi ad affrontare una vera e propria emergenza legata ai furti auto, una piaga che continua a colpire soprattutto il Sud del Paese. I dati più recenti sono allarmanti: quasi 90.000 vetture sono state rubate nei primi mesi del 2025, con un incremento del 31% rispetto al 2021. Questo fenomeno non solo mette in ginocchio migliaia di automobilisti, ma rivela anche una contraddizione inquietante: proprio dove il rischio è più elevato, le assicurazioni contro il furto sono meno diffuse e spesso inaccessibili per gran parte della popolazione.
Dove avvengono i furti
La geografia dei furti auto in Italia disegna uno scenario a tinte fosche, con una concentrazione drammatica in cinque regioni: Campania, Lazio, Sicilia, Puglia e Lombardia. Queste aree rappresentano oltre il 77% dei casi nazionali, e in particolare Napoli e le grandi città del Sud sono diventate il teatro preferito dai ladri, che agiscono con una precisione quasi chirurgica, selezionando con cura i loro obiettivi. In queste zone, il senso di insicurezza è ormai radicato nella quotidianità degli automobilisti, che vivono costantemente con il timore di vedere sparire la propria vettura.
Ma il dato più sconcertante riguarda la diffusione della garanzia furto e incendio. Secondo le ultime rilevazioni dell’Osservatorio di Segugio.it, nelle aree più colpite dai furti auto si registra paradossalmente la minore tutela assicurativa: solo il 3,7% degli automobilisti campani sceglie di proteggersi con questa copertura, contro una media nazionale del 20,5%. Un dato che mette in luce un vero e proprio paradosso sociale, dove chi avrebbe più bisogno di protezione si trova invece a doverne fare a meno.
Premi assicurativi più cari
Le ragioni di questa situazione sono evidenti: i premi assicurativi nelle regioni a rischio sono talmente elevati da risultare proibitivi. In Campania, ad esempio, la polizza contro il furto può raggiungere i 431 euro annui, ben quattro volte la media italiana di 108 euro. Questo meccanismo perverso genera un circolo vizioso che penalizza ulteriormente le aree già svantaggiate, alimentando un senso di impotenza tra gli automobilisti. Come sottolinea Emanuele Anzaghi, vicepresidente di Segugio.it, “il sistema finisce per proteggere chi ha meno bisogno di protezione”, lasciando scoperti proprio coloro che si trovano in situazioni di maggiore vulnerabilità.
La Campania, in particolare, si conferma l’epicentro del fenomeno, con oltre il 23% dei furti auto nazionali concentrati in questa regione. Qui la situazione è aggravata anche dai costi esorbitanti della Rc Auto, che arrivano a una media di 740 euro l’anno, tra le più alte d’Italia. Di fronte a queste cifre, per molti automobilisti la scelta di rinunciare alla copertura furto diventa quasi obbligata, nonostante il rischio elevato.
Evoluzione tecniche dei ladri
A rendere il quadro ancora più complesso è l’evoluzione delle tecniche utilizzate dai ladri. Se in passato i furti avvenivano principalmente con metodi rudimentali, oggi a farla da padrone sono le tecnologie elettroniche. Strumenti sofisticati permettono di neutralizzare i sistemi di sicurezza e di rubare un’auto in meno di un minuto. Una volta sottratta, la vettura viene spesso smontata per essere venduta a pezzi sul mercato nero dei ricambi, oppure trasferita rapidamente all’estero. Per il proprietario non assicurato, il danno è doppio: oltre alla perdita del mezzo, rimane il peso delle eventuali rate ancora da pagare.
Mentre il dibattito pubblico si concentra sempre di più su temi come la mobilità elettrica e la guida autonoma, la questione della sicurezza contro i furti auto sembra passare in secondo piano. Eppure, la necessità di soluzioni concrete è urgente: servono risposte immediate sia dal mercato delle assicurazioni che dalle istituzioni, per garantire una protezione realmente accessibile a tutti gli automobilisti, indipendentemente dalla loro regione di residenza. Solo così sarà possibile spezzare il circolo vizioso che oggi penalizza chi vive nelle aree più esposte e restituire serenità a chi ogni giorno utilizza la propria auto per lavoro, famiglia o necessità quotidiane.
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