Ford smonta la Tesla Model 3 per capire dove è meglio delle altre
Ford smonta la Tesla Model 3: emerge un cablaggio più leggero nelle Tesla e la scelta di Ford per batterie LFP e la nuova divisione Model E per competere
Quando si parla di efficienza nell’auto elettrica, le differenze progettuali tra i principali costruttori possono fare la differenza tra successo e rincorsa. Un’analisi dettagliata condotta da Ford sulla rivale Tesla Model 3 ha portato alla luce dati sorprendenti: oltre 1,6 chilometri di cablaggio in più, un aggravio di 32 chilogrammi e circa 200 dollari di costi supplementari per ogni veicolo prodotto. Numeri che, a prima vista, potrebbero sembrare trascurabili, ma che nella realtà dell’elettrico incidono profondamente su autonomia, prestazioni e soprattutto margini di profitto. Questa “autopsia ingegneristica” ha rappresentato per la casa dell’Ovale Blu una lezione concreta, traducendosi in un’accelerazione delle strategie su batterie LFP e nella riprogettazione radicale della Mustang Mach-E per colmare il gap con la concorrenza.
I numeri che raccontano il divario tecnologico
Lo smontaggio della Tesla Model 3 ha messo in evidenza un’architettura del cablaggio decisamente più razionale rispetto a quella impiegata sulla Mustang Mach-E. Una differenza che va ben oltre il semplice dettaglio costruttivo: ogni chilogrammo in più si traduce in una maggiore richiesta energetica, riducendo la autonomia e obbligando Ford a ricorrere a batterie di dimensioni superiori, con un impatto diretto sia sui costi di produzione sia sulle prestazioni dinamiche. In un settore dove la leggerezza è sinonimo di efficienza, questi dettagli possono innescare un vero e proprio circolo vizioso: più peso significa più energia richiesta, che a sua volta richiede batterie più grandi, generando ulteriori costi e penalizzando l’agilità del veicolo.
Le radici di una transizione incompleta
Secondo il CEO Jim Farley, molte delle criticità riscontrate affondano le radici nella storia recente dell’azienda. Gli ingegneri di Ford, forti di un’esperienza maturata sui motori a combustione interna, non hanno sempre posto la massima attenzione alla riduzione del peso nei sistemi elettrici. Una filosofia progettuale che, al contrario, rappresenta un caposaldo per la Tesla Model 3 e per i costruttori asiatici, i quali progettano le loro auto elettriche con una logica “from scratch”, ossia partendo da zero e senza compromessi ereditati dal passato termico. Questa differenza di approccio ha permesso a Tesla di ottimizzare ogni componente, dal cablaggio alle batterie, fino alla gestione elettronica, creando un vantaggio competitivo che oggi si traduce in prodotti più efficienti e redditizi.
La risposta di Ford: divisione Model E e batterie LFP
Per colmare il ritardo, Ford ha scelto di rivoluzionare la propria strategia nel settore elettrico. Nasce così la divisione Model E, un team interamente dedicato allo sviluppo di veicoli elettrici concepiti sin dalle fondamenta per massimizzare efficienza e prestazioni. L’obiettivo è chiaro: superare i limiti imposti dalle piattaforme nate per i motori termici e abbracciare soluzioni progettuali all’avanguardia. In parallelo, l’adozione delle batterie LFP (litio-ferro-fosfato) rappresenta una scelta strategica: queste celle, sebbene meno dense dal punto di vista energetico rispetto alle tradizionali NMC, offrono vantaggi significativi in termini di costi, affidabilità e durata. Per Ford, si tratta di una scommessa per ridurre la dipendenza dalle materie prime più costose e aumentare la competitività dei propri modelli.
Le sfide della trasformazione e la pressione del mercato
Analisti e osservatori concordano nel ritenere che le mosse di Ford siano necessarie per recuperare terreno, ma sottolineano come la trasformazione sia tutt’altro che immediata. Ripensare le architetture dei veicoli, riorganizzare la supply chain e adattare le linee produttive richiede investimenti ingenti e tempi non trascurabili. Nel frattempo, il segmento elettrico ha già inflitto pesanti perdite ai conti della casa americana, rendendo ancora più urgente la necessità di dimostrare al mercato che la svolta sia reale e non solo annunciata. Per Ford, la sfida è duplice: da un lato migliorare la redditività e l’efficienza dei propri veicoli, dall’altro ricostruire la fiducia degli investitori, mostrando che la divisione Model E e l’adozione delle batterie LFP sono parte di una strategia solida e orientata al futuro.