Fermato a oltre 150 km/h, la giustificazione è assurda: multato
A Caen un dirigente è stato fermato a 152 kmh su un tratto a 90 kmh e multato 600 euro. La giustificazione di voler "asciugare la macchina" non ha evitato la sanzione
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Una vicenda che ha dell’incredibile arriva dalla Normandia, dove la fantasia di un automobilista ha messo a dura prova la pazienza – e il senso dell’umorismo – delle autorità. Protagonista un dirigente d’azienda francese, 36 anni, che si è visto fermare dalla polizia per un eccesso di velocità davvero considerevole: l’uomo è stato sorpreso mentre viaggiava a 152 kmh in un tratto dove il limite imposto era di 90 kmh. Ma ciò che ha lasciato tutti di stucco non è stato tanto il tachimetro, quanto la giustificazione portata in tribunale: “Correvo solo per asciugare la macchina dopo il lavaggio”.
Nei pressi di Caen
L’episodio si è consumato nei pressi di Caen, cittadina francese che questa volta ha fatto parlare di sé per una vicenda tanto surreale quanto emblematica. Fermato dagli agenti, il manager non ha esitato a spiegare la ragione della sua fretta: evitare la formazione di aloni sulla carrozzeria, approfittando dell’aria generata dall’alta velocità per ottenere una brillantezza perfetta. Una scusa che, come prevedibile, non ha sortito l’effetto sperato davanti ai giudici, anche se qualche sorriso – a quanto si racconta – lo ha strappato.
Il tribunale, pur riconoscendo la natura lavorativa degli spostamenti dell’uomo, ha deciso di applicare la legge con fermezza. La sanzione è stata di 600 euro, una cifra che sottolinea la gravità della violazione, ma che non ha comportato la sospensione della patente. Il motivo? Il protagonista percorre circa 50.000 km all’anno per motivi professionali, una mole di chilometri che ha convinto i giudici a non privarlo del permesso di guida, considerato fondamentale per la sua attività.
Uno spunto di riflessione
Questo caso offre uno spunto di riflessione sul rapporto tra automobilisti e forze dell’ordine, e mette in luce come le giustificazioni più creative raramente trovino accoglienza nelle aule di tribunale. La storia delle infrazioni stradali è costellata di scuse originali, spesso al limite del surreale, che però si scontrano puntualmente con il principio fondamentale della sicurezza collettiva. Superare di oltre 60 km/h il limite stabilito, come avvenuto in questa occasione, non è solo una questione di rispetto delle regole, ma rappresenta un pericolo concreto per la sicurezza di tutti gli utenti della strada.
Gli esperti di sicurezza stradale non si stancano di ribadire quanto l’eccesso di velocità sia uno dei principali fattori di rischio: viaggiare a 152 kmh in una zona a 90 kmh riduce drasticamente i tempi di reazione e aumenta in modo esponenziale le conseguenze di un eventuale incidente. Un comportamento che, soprattutto per chi guida molto – come il nostro dirigente –, dovrebbe essere evitato con particolare attenzione. Le aziende più attente, infatti, investono sempre più in formazione e sensibilizzazione dei propri dipendenti che utilizzano veicoli aziendali, implementando anche sistemi di monitoraggio e controllo per prevenire comportamenti a rischio.
La sanzione di 600 euro
L’episodio di Caen è quindi un esempio emblematico di come la legge venga applicata con rigore, anche di fronte a tentativi di difesa che sfiorano l’umorismo. La sanzione di 600 euro rappresenta un chiaro messaggio: la sicurezza stradale viene prima di tutto, e nessuna motivazione, per quanto originale, può giustificare un comportamento pericoloso. Certo, la spiegazione dell’automobilista – correre per asciugare la macchina – entrerà di diritto nella collezione delle scuse più curiose sentite in tribunale, ma non è bastata a evitare la multa.
Il caso si inserisce in un contesto più ampio, dove la prevenzione e la responsabilità individuale sono sempre più al centro dell’attenzione. Percorrere 50.000 km all’anno per lavoro comporta una responsabilità aggiuntiva, e le aziende sono chiamate a fare la loro parte per garantire che chi si mette al volante lo faccia nel rispetto delle regole e della sicurezza di tutti. In definitiva, l’umorismo può anche aiutare a sdrammatizzare situazioni scomode, ma quando si tratta di eccesso di velocità e di sicurezza pubblica, le autorità non fanno sconti: l’estetica dell’auto non può mai venire prima dell’incolumità collettiva.
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