F1, quali sono i piloti che guadagnano di più: il duo McLaren cresce

I guadagni F1 2025 sono stati determinati dai bonus: Verstappen guida la classifica, Norris e Piastri guadagnano terreno grazie ai risultati in pista e ai contratti variabili

F1, quali sono i piloti che guadagnano di più: il duo McLaren cresce
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Renato Terlisi
Pubblicato il 12 dic 2025

La stagione 2025 di Formula 1 segna una svolta epocale non solo per le sfide in pista, ma anche per la struttura economica che regola i rapporti tra scuderie e piloti. I bonus legati alle prestazioni stanno rivoluzionando la ripartizione dei compensi, spostando l’attenzione dagli stipendi fissi a un sistema che premia concretamente i risultati ottenuti sul circuito. In questo nuovo scenario, la classifica piloti in termini di guadagni non è più un semplice riflesso della notorietà o della storia personale, ma il frutto di una strategia contrattuale che punta a massimizzare il rendimento attraverso incentivi mirati.

Max al comando

Al vertice di questa rivoluzione economica troviamo Verstappen, che secondo i dati pubblicati da Forbes, domina la scena con un guadagno totale di 76 milioni di dollari. La cifra, impressionante di per sé, è il risultato di un connubio tra uno stipendio base molto elevato e un pacchetto di bonus legati alle performance che ne amplificano ulteriormente il valore. Questa combinazione lo rende non solo il pilota più pagato della griglia, ma anche il simbolo di una Formula 1 sempre più orientata alla meritocrazia finanziaria.

A sorprendere però è la scalata di Lando Norris, protagonista assoluto della stagione grazie al titolo mondiale conquistato ad Abu Dhabi. Il giovane pilota britannico, sfruttando al massimo il sistema dei premi, ha raggiunto la ragguardevole cifra di 57,5 milioni di dollari, posizionandosi al terzo posto nella speciale classifica piloti. Il suo successo dimostra come la nuova architettura contrattuale possa premiare chi riesce a eccellere nei momenti decisivi, trasformando ogni gara in un’occasione non solo sportiva, ma anche economica.

Non meno significativa è la crescita di Oscar Piastri, che si è attestato al quarto posto con un totale di 37,5 milioni di dollari. Il pilota australiano ha saputo capitalizzare su un ingaggio di base pari a 10 milioni, incrementato da bonus che hanno superato i 27 milioni. La sua posizione in classifica è la testimonianza di quanto sia cambiato il modo di valorizzare il talento: non più solo cifre garantite, ma una parte consistente dei guadagni legata alla capacità di ottenere risultati concreti.

Il resto della top ten

Diversa la situazione per chi ha scelto contratti fondati quasi esclusivamente su stipendi certi. È il caso di Lewis Hamilton, che nel 2025 ha fatto il suo debutto in Ferrari con uno stipendio garantito di 70 milioni di dollari. Tuttavia, il totale percepito dal sette volte campione del mondo si è fermato a 70,5 milioni, complice un pacchetto di bonus molto ridotto – appena 500.000 dollari – che non ha inciso in modo significativo sulla sua remunerazione complessiva. Un percorso simile ha caratterizzato la stagione di Charles Leclerc, rimasto stabile al quinto posto con 30 milioni, senza particolari premi aggiuntivi.

A completare la top-10 dei più pagati troviamo Fernando Alonso (26,5 milioni), George Russell (26 milioni), Lance Stroll (13,5 milioni) e il debuttante Andrea Kimi Antonelli, che ha già incassato 12,5 milioni grazie anche a bonus previsionali, segno che i team puntano a incentivare le nuove promesse fin dall’inizio della carriera. Fuori dalla classifica piloti dei top earners restano nomi storici come Sergio Pérez, escluso dalla stagione 2025, e Pierre Gasly, penalizzato dalle prestazioni non all’altezza dell’Alpine.

Un Circus che cambia

Questi dati raccontano di una Formula 1 in profonda trasformazione, dove la distribuzione del rischio economico è diventata una strategia condivisa tra scuderie e piloti. I team, infatti, hanno iniziato a legare una quota sempre maggiore dei compensi ai risultati sportivi, favorendo chi compete con vetture altamente performanti e lasciando indietro chi non riesce a tenere il passo della concorrenza. Il sistema dei bonus amplifica così le differenze tra chi può lottare per il titolo e chi è costretto a rincorrere, accentuando la selezione meritocratica anche sotto il profilo finanziario.

Questa tendenza sembra destinata a consolidarsi e a evolvere ulteriormente nei prossimi anni, con contratti sempre più orientati alla performance e una classifica piloti che rispecchierà sempre di più i valori espressi in pista. Per i protagonisti della Formula 1, il futuro non sarà solo una questione di velocità e tecnica, ma anche di capacità di trasformare i risultati in veri e propri patrimoni personali.

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