UE ci ha ripensato, niente stop alle auto termiche: si va oltre il 2040

La Commissione europea sostituisce il divieto del 2035 con un target di riduzione media del 90 percento per le flotte, dopo la pressione politica di alcuni governi e la mediazione a Bruxelles

UE ci ha ripensato, niente stop alle auto termiche: si va oltre il 2040
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Giorgio Colari
Pubblicato il 12 dic 2025

L’Unione Europea compie una svolta storica nella regolamentazione delle auto endotermiche, optando per una strategia meno radicale rispetto al divieto totale precedentemente previsto. Il nuovo accordo, raggiunto tra la UE e i governi nazionali dopo intense trattative a Bruxelles, prevede una riduzione delle emissioni CO2 del 90 percento entro il 2035, lasciando aperta la porta alla produzione di motori tradizionali, seppur con standard emissivi molto più severi. Questo compromesso, che verrà ufficializzato il 16 dicembre, rappresenta una risposta diretta alle pressioni esercitate da alcuni degli Stati membri più influenti, e ridefinisce il percorso della transizione ecologica europea.

Il nuovo quadro che emerge

Il dibattito che ha portato a questa decisione ha visto protagonisti due pesi massimi della politica europea: la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. I due leader, uniti da una lettera congiunta, hanno chiesto una revisione degli obiettivi, sottolineando la necessità di tutelare l’industria automobilistica e i relativi posti di lavoro. Il sostegno di Manfred Weber, leader del Partito Popolare Europeo, ha ulteriormente rafforzato la posizione di chi chiedeva un approccio più pragmatico e meno vincolante.

Il nuovo quadro normativo si discosta quindi dalla precedente linea dura che prevedeva il taglio del 100% delle emissioni di CO2 per le nuove immatricolazioni. Ora, il focus si sposta su una soglia del 90 percento, una scelta che esclude esplicitamente la possibilità di introdurre un divieto totale nel 2040. Questo passaggio, accolto con favore dalle associazioni di categoria e dai rappresentanti delle principali case automobilistiche tedesche, garantisce una maggiore flessibilità e offre all’industria il tempo necessario per adattarsi gradualmente alle nuove sfide della transizione verde.

Una boccata d’ossigeno per l’industria

Dal punto di vista industriale, la revisione rappresenta una boccata d’ossigeno per le aziende, che potranno continuare a investire su più fronti: dai motori ibridi alle soluzioni innovative per la riduzione delle emissioni, fino alle tecnologie alternative ancora in fase di sviluppo. Il principio di neutralità tecnologica viene così tutelato, consentendo ai costruttori di non abbandonare del tutto le piattaforme tradizionali e di sfruttare il know-how accumulato in decenni di produzione.

Non mancano però le critiche, soprattutto da parte delle organizzazioni ambientaliste e degli Stati membri più ambiziosi in materia di clima. Secondo questi soggetti, l’obiettivo del 90 percento rischia di tradursi in una serie di meccanismi di compliance, crediti di carbonio e deroghe che potrebbero ridurre l’efficacia reale della normativa nella lotta contro le emissioni di CO2. Le associazioni ambientaliste chiedono maggiore trasparenza sui criteri di compensazione e una roadmap chiara verso la completa decarbonizzazione del settore automobilistico europeo.

Il compromesso raggiunto evidenzia il peso crescente dei governi nazionali sulle scelte strategiche della UE, segnando un delicato equilibrio tra le esigenze di tutela dell’occupazione industriale e la necessità di accelerare la transizione ecologica. Tuttavia, resta aperta una questione fondamentale: molti analisti del settore ritengono che solo una decisa elettrificazione della mobilità possa garantire il rispetto degli impegni a lungo termine in materia di neutralità climatica.

Nei prossimi mesi si definisce l’intesa

Nei prossimi mesi, il Parlamento europeo e il Consiglio saranno chiamati a definire i dettagli tecnici dell’intesa, dai meccanismi di monitoraggio alle eventuali sanzioni per chi non dovesse rispettare i nuovi target. La discussione che si profila sarà centrale nel dibattito contemporaneo: come conciliare la velocità della transizione ecologica con la salvaguardia dell’occupazione e della competitività industriale europea?

Il nuovo scenario europeo, con la soglia del 90 percento e la tutela della neutralità tecnologica, apre una fase di profonda trasformazione per l’intero settore automotive. Sarà fondamentale osservare come le case automobilistiche, i governi e le istituzioni europee sapranno gestire questa complessa transizione, tra spinte all’innovazione e necessità di garantire una crescita sostenibile e inclusiva per tutti gli attori coinvolti.

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