Accordo UE sul clima, 90% riduzione delle emissioni al 2040
Ministri UE approvano riduzione 90% delle emissioni al 2040 con crediti di carbonio e misure flessibili: quali effetti per il settore automotive, camion e biocarburanti sostenibili
Dopo una maratona negoziale durata oltre 24 ore, i ministri dell’Ambiente della UE hanno raggiunto un’intesa destinata a segnare una svolta storica nella lotta ai cambiamenti climatici. L’accordo prevede una riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990, con un impianto di regole che introduce una significativa flessibilità per settori considerati strategici e complessi, come quello automobilistico e il trasporto pesante.
Un appuntamento cruciale
Questa decisione arriva in vista della COP30, appuntamento internazionale cruciale per il clima che si terrà a Belém il prossimo novembre. L’Europa si presenta con una duplice strategia: da un lato ribadisce la propria ambizione di leadership nella transizione verde, dall’altro riconosce la necessità di pragmatismo industriale per accompagnare i comparti produttivi più esposti alle sfide della decarbonizzazione.
L’accordo, approvato a maggioranza qualificata nonostante le resistenze di alcuni Stati membri, riflette un delicato equilibrio tra urgenza ambientale e salvaguardia della competitività economica. Il cuore dell’intesa è rappresentato dall’introduzione di un sistema che consente agli Stati di utilizzare crediti di carbonio internazionali fino al 5% delle riduzioni richieste, con la possibilità di acquistare un ulteriore 5% per coprire sforzi aggiuntivi. Questo meccanismo di flessibilità, fortemente sostenuto da Italia, Francia e Polonia, è stato pensato per tutelare le industrie ad alta intensità di emissioni, fornendo strumenti compensativi per una transizione meno traumatica.
Un risultato importante per l’Italia
Un risultato particolarmente significativo per l’Italia è stato ottenuto dalla delegazione guidata dal ministro Pichetto Fratin, che ha ottenuto il riconoscimento dei biocarburanti sostenibili come soluzione complementare alla decarbonizzazione. Questo elemento apre prospettive rilevanti per la filiera nazionale e offre all’industria automobilistica una maggiore gradualità nella pianificazione degli investimenti, specialmente per i segmenti più difficili da elettrificare nel breve termine.
Per il settore automotive e i suoi fornitori, la nuova cornice normativa impone una profonda revisione delle strategie di sviluppo e investimento. L’obiettivo generale spinge con forza verso tecnologie a zero emissioni – come i veicoli elettrici e quelli alimentati a idrogeno – ma le flessibilità introdotte permettono di mantenere aperte anche soluzioni intermedie, inclusi i motori a combustione alimentati con carburanti alternativi e sostenibili.
Un’attenzione particolare è stata riservata ai trasporti pesanti, settore dove la transizione presenta ostacoli tecnologici e operativi significativi. L’accordo consente infatti programmi di rinnovo delle flotte più graduali, evitando shock improvvisi che potrebbero destabilizzare il mercato e la logistica europea. Tuttavia, rimangono da affrontare le complesse questioni legate all’integrità e alla tracciabilità dei crediti di carbonio, fondamentali per garantire la reale efficacia delle compensazioni.
Due strumenti come pilastri
Due strumenti di governance emergono come pilastri della nuova strategia europea: una revisione biennale dei progressi e degli impatti delle misure adottate, che consentirà di adattare gli obiettivi in base alle evoluzioni tecnologiche, e il cosiddetto freno di emergenza. Quest’ultimo rappresenta una clausola di salvaguardia che permetterà, in caso di crisi straordinarie, di rivedere temporaneamente le regole e gli obiettivi fissati, offrendo un ulteriore margine di manovra alle autorità e agli operatori economici.
Guardando alla COP30, l’Unione Europea dovrà dimostrare che le concessioni fatte non compromettono l’ambizione climatica di fondo. Per il comparto automobilistico, la rotta è ormai tracciata: elettrificazione e idrogeno rimangono priorità strategiche, mentre biocarburanti sostenibili e crediti di carbonio garantiscono una maggiore elasticità per i segmenti e le applicazioni dove la transizione sarà più complessa e graduale.
Restano aperte numerose sfide implementative: la definizione della governance dei mercati dei crediti, l’introduzione di standard stringenti per la sostenibilità dei biocarburanti e la messa a punto di normative specifiche per veicoli e infrastrutture. L’accordo, infatti, stabilisce i principi generali ma lascia ai governi e alle imprese il compito di tradurli in azioni concrete nei prossimi mesi.