Crede di essere in F1, imprenditore multato nel tunnel di Monaco

A Monaco un imprenditore è stato multato e sospeso per nove mesi dopo aver guidato la sua Ferrari ad alta velocità nel tunnel Louis II; le autorità chiedono controlli più severi

Crede di essere in F1, imprenditore multato nel tunnel di Monaco
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Giorgio Colari
Pubblicato il 21 ott 2025

La piccola ma scintillante realtà di Monaco è tornata al centro dell’attenzione internazionale per un episodio che intreccia lusso, velocità e rigore della legge. Un imprenditore italiano, poco più che trentenne e da poco residente nel Principato, si è trovato protagonista di un caso emblematico che mette in luce la crescente attenzione delle autorità locali verso la guida spericolata tra le strade più celebri e frequentate da supercar di tutto il mondo.

Al volante di una Ferrari

L’episodio risale allo scorso aprile, ma solo ora, a seguito del procedimento giudiziario, sono emersi i dettagli di una vicenda che non ha lasciato indifferente né la magistratura né l’opinione pubblica. L’uomo, titolare di un noto ristorante-club nella zona di Le Portier e coinvolto in diverse attività imprenditoriali, si è lasciato andare a una corsa sfrenata al volante della sua Ferrari all’interno del suggestivo tunnel Louis II, uno dei simboli del tracciato cittadino che ogni anno ospita il Gran Premio di Formula 1.

Secondo quanto ricostruito dalle autorità, il giovane imprenditore avrebbe superato di gran lunga i limiti di velocità, ignorando la segnaletica stradale e mettendo a rischio la sicurezza degli altri utenti della strada. Nonostante l’alt imposto dalla polizia, l’uomo ha proseguito la sua corsa, effettuando un sorpasso azzardato in una zona dove tale manovra è espressamente vietata. Gli agenti, intervenuti prontamente, hanno riferito che al momento del fermo il conducente presentava “occhi lucidi e un forte odore di alcol”, elementi che hanno ulteriormente aggravato la sua posizione davanti al tribunale.

Una multa salata

Il verdetto è stato severo: una multa di 2.000 euro, a cui si è aggiunta una sanzione amministrativa di 150 euro e, soprattutto, il divieto di guidare per nove mesi nel territorio monegasco. Il presidente del tribunale, Florestan Bellinzona, non ha risparmiato parole dure, definendo l’imputato “arrogante e aggressivo” durante il controllo. Ancora più incisiva la sostituta procuratrice Fanny Philibert, che ha sottolineato come “anche quando si possiede una fortuna considerevole e si guida un bolide di lusso, la vita altrui rimane sacra e inviolabile”.

Il protagonista della vicenda, riconoscendo le proprie responsabilità, ha dichiarato: “Ho guidato irresponsabilmente, ma non accadrà più”. Tuttavia, la procura ha voluto lanciare un chiaro avvertimento: in caso di recidiva, l’imprenditore rischia conseguenze ben più gravi, fino alla revoca permanente della patente di guida monegasca. Un messaggio forte, volto a scoraggiare comportamenti pericolosi tra le strade del Principato, sempre più affollate da vetture di altissimo livello.

Quello dell’imprenditore italiano non è un caso isolato. A Monaco, infatti, la concentrazione di auto di lusso è tra le più alte al mondo e gli episodi di eccessi al volante sono tutt’altro che rari. Recentemente, una Lamborghini Aventador è stata immortalata mentre eseguiva manovre rischiose al celebre tornante Fairmont, un altro luogo iconico del circuito di Formula 1 che ogni anno attira migliaia di appassionati e curiosi.

Crescente attenzione mediatica

La crescente attenzione mediatica e il moltiplicarsi di episodi di guida spericolata hanno spinto le autorità del Principato a valutare l’implementazione di sistemi di controllo ancora più rigorosi. Si parla di nuove tecnologie e telecamere di ultima generazione da installare nei punti più critici, come il tunnel Louis II, per monitorare in tempo reale il traffico e intervenire tempestivamente in caso di infrazioni. L’obiettivo è quello di trovare un equilibrio tra l’immagine glamour di Monaco e la necessità di garantire la massima sicurezza pubblica, anche in un contesto dove il fascino delle supercar è parte integrante dell’identità locale.

In questo scenario, il messaggio delle istituzioni è chiaro: nessuno, nemmeno chi guida una Ferrari o una Lamborghini Aventador, può sentirsi al di sopra delle regole. Il rispetto della legge e la tutela della vita umana restano principi irrinunciabili, anche tra le luci e i riflessi delle auto più esclusive del mondo che sfrecciano tra il lusso e la storia del Principato.

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