BMW, la produzione può rallentare a causa di un fornitore
Dazi, restrizioni cinesi e problemi gestionali in Nexperia mettono a rischio la fornitura di chip a BMW; monitoraggio costante per evitare interruzioni produttive
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La crisi globale dei chip continua a tenere sotto pressione l’intera industria automobilistica europea, portando in primo piano nuove criticità e fragilità strutturali della supply chain. In particolare, il recente caso che coinvolge Nexperia, azienda olandese di semiconduttori controllata dal gruppo cinese Wingtech, ha acceso i riflettori su rischi potenzialmente destabilizzanti per le linee produttive europee e, in particolare, per giganti del settore come BMW. L’intera vicenda si inserisce in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, con la minaccia di dazi e restrizioni esportazione che incombono sulle relazioni commerciali tra Europa e Cina, alimentando timori di possibili rallentamenti nelle consegne dei veicoli e di blocchi produttivi.
Un settore vulnerabile
La situazione di Nexperia è divenuta emblematica di una più ampia vulnerabilità dell’industria automobilistica europea. Il fatto che un attore chiave della fornitura di semiconduttori sia controllato da una realtà cinese come Wingtech ha generato allarme tra i principali costruttori europei. Non a caso, BMW ha recentemente confermato che alcuni suoi fornitori stanno attraversando difficoltà rilevanti a causa dell’inasprimento delle tensioni commerciali internazionali. Nonostante ciò, la casa bavarese mantiene al momento operativa la propria produzione, monitorando con attenzione ogni sviluppo e cercando di rassicurare il mercato e i clienti sulla regolarità delle attività.
Tuttavia, il quadro è reso ancora più complesso da una serie di fattori che si sommano e amplificano l’incertezza. Da un lato, le minacce di dazi e di nuove restrizioni esportazione imposte dalla Cina pesano come una spada di Damocle sulle filiere produttive europee, aumentando il rischio di interruzioni nell’approvvigionamento di componenti fondamentali come i chip. Dall’altro, le recenti problematiche di governance che hanno colpito Nexperia hanno ulteriormente complicato la situazione: la camera delle imprese dei Paesi Bassi ha infatti deciso di rimuovere i dirigenti cinesi dell’azienda per presunta “cattiva gestione”, un evento che ha aggiunto ulteriori elementi di instabilità e preoccupazione per il futuro.
Momento delicato
Consapevole della delicatezza del momento, BMW ha dichiarato che i suoi impianti globali stanno attualmente producendo secondo i piani, ma non ha nascosto l’esistenza di potenziali rischi legati all’evoluzione dello scenario internazionale. Per fronteggiare l’incertezza, il gruppo sta adottando strategie difensive, come l’aumento delle scorte di componenti critici e la diversificazione dei fornitori, con l’obiettivo di prevenire possibili interruzioni nella produzione e garantire la continuità delle attività industriali.
Questa vicenda mette in luce due vulnerabilità strutturali dell’industria automobilistica europea. In primo luogo, la forte concentrazione della fornitura di determinati componenti elettronici – come i chip – nelle mani di pochi attori, spesso soggetti a influenze estere. In secondo luogo, la dipendenza da società che, pur avendo sede in Europa, sono controllate da gruppi internazionali e quindi esposte a logiche e interessi geopolitici non sempre allineati con quelli europei. Questa consapevolezza sta spingendo molti costruttori a rivedere in profondità le proprie strategie di approvvigionamento, con l’obiettivo di ridurre la vulnerabilità e rafforzare la resilienza delle proprie catene produttive.
Grande attenzione all’evolversi della situazione
Le istituzioni dell’Unione Europea seguono con grande attenzione l’evolversi della situazione, ben consapevoli che eventuali blocchi nella fornitura di semiconduttori potrebbero avere effetti devastanti non solo sull’industria automobilistica, ma sull’intera economia continentale. Associazioni industriali e analisti del settore chiedono a gran voce politiche coordinate e investimenti mirati per rafforzare l’autonomia tecnologica europea e diminuire la dipendenza da fornitori extra-UE. Tuttavia, tutti concordano sul fatto che ristrutturare le filiere produttive richiederà tempo, risorse ingenti e una visione strategica di lungo periodo.
Se le tensioni dovessero ulteriormente intensificarsi o se i problemi gestionali di Nexperia dovessero protrarsi, realtà come BMW e altri produttori europei potrebbero essere costretti a modificare rapidamente i propri programmi di produzione, con possibili ripercussioni sui tempi di consegna ai clienti e sulla pianificazione industriale di medio termine. In questo scenario di incertezza, la crisi dei chip si conferma un banco di prova cruciale per la tenuta e la capacità di adattamento dell’intero comparto automobilistico europeo.
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