La bizzarra auto che salvò BMW dal fallimento: oggi è un mito

La BMW Isetta fu la microcar che, con il suo design innovativo e il successo commerciale, permise a BMW di superare la crisi degli anni '50

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 1 set 2025
La bizzarra auto che salvò BMW dal fallimento: oggi è un mito

Nel panorama automobilistico del dopoguerra, pochi veicoli hanno saputo incarnare lo spirito di rinascita e ingegno come la BMW Isetta. Questa vettura, grande meno di tre metri e con un aspetto tanto curioso quanto funzionale, rappresenta una delle storie più sorprendenti della storia industriale europea. Nata da una necessità stringente e sviluppata in un contesto di crisi profonda, la Isetta ha permesso a un gigante come BMW di evitare il tracollo, segnando un’epoca e diventando un’icona del design.

L’Europa degli anni Cinquanta era un continente segnato dalle ferite della guerra: città da ricostruire, risorse limitate e carburante razionato. In questo scenario, la domanda di mobilità accessibile ed efficiente era altissima. Fu così che prese forma il fenomeno delle microcar, vetture ultracompatte e leggere, capaci di garantire un’autonomia soddisfacente con consumi ridottissimi. Queste auto, essenziali ma ingegnose, si affermarono come soluzione ideale per una popolazione che cercava di tornare alla normalità senza rinunciare alla praticità.

Sono diventate oggetti di culto

Tra tutte le microcar, la BMW Isetta divenne un vero e proprio caso di scuola. Il suo viaggio inizia in Italia, dove Renzo Rivolta, fondatore della Iso SpA, concepì nel 1953 una vettura che rompeva con ogni schema: un corpo tondeggiante, superfici vetrate ampie e, soprattutto, una porta anteriore che si apriva come quella di un frigorifero, trascinando con sé il volante e rendendo l’accesso straordinariamente agevole. Questo design unico colpì l’immaginazione collettiva e non passò inosservato agli occhi degli ingegneri tedeschi.

Quando BMW acquisì i diritti di produzione, apportò alcune modifiche sostanziali. La più importante fu l’adozione di un motore monocilindrico da 247 cc, derivato dalle motociclette della casa bavarese, capace di sviluppare 12 cavalli. Un propulsore modesto sulla carta, ma perfettamente in linea con la filosofia della vettura: leggerezza, semplicità e costi di gestione contenuti.

Un lancio delicato

Il lancio della Isetta avvenne in un momento delicatissimo per la casa di Monaco. La crisi BMW anni 50 minacciava la sopravvivenza stessa dell’azienda: il mercato delle moto era in forte calo e le auto di lusso risultavano troppo onerose per la maggior parte dei tedeschi, ancora impegnati nella ricostruzione. Proporre la Isetta a un prezzo accessibile – 2.550 marchi – fu una scelta tanto coraggiosa quanto lungimirante. Il successo fu immediato: oltre 10.000 unità vendute nel primo anno, una cifra che superò le 160.000 nei successivi anni di produzione.

Questa straordinaria risposta del mercato garantì a BMW la liquidità necessaria per ripensare la propria strategia industriale. Grazie al flusso di cassa generato dalla Isetta, l’azienda poté investire nello sviluppo di nuovi modelli, gettando le basi per il futuro posizionamento nel segmento premium che oggi tutti conosciamo. Nel tempo, la gamma si ampliò con la BMW Isetta 300, dotata di un motore leggermente più potente, e con la Isetta 600, una versione più lunga, quattro posti e motore bicilindrico da 582 cc, capace di offrire maggiore praticità senza tradire la filosofia originaria di economicità e compattezza.

La sua forza è l’efficienza

L’efficienza era il vero punto di forza: la Isetta poteva percorrere fino a 30 km con un solo litro di carburante, un risultato straordinario per l’epoca e perfettamente aderente alle esigenze degli automobilisti europei di quegli anni. Ma la Isetta non fu un caso isolato: in tutta Europa, l’industria si cimentò nella realizzazione di microcar innovative. Tra queste spiccano la Messerschmitt KR200, figlia dell’esperienza aeronautica tedesca, la britannica Peel P50, che detiene il record di vettura più piccola al mondo, e la sportiva FMR Tg500 Tiger, altro esempio di creatività tecnica tedesca.

Oggi la BMW Isetta è un oggetto da collezione ricercato e un simbolo intramontabile di design industriale. La sua storia dimostra come, di fronte alle difficoltà, la creatività e la capacità di innovare possano davvero cambiare il destino di un’azienda e, in alcuni casi, segnare un’intera epoca. La Isetta non è solo una piccola auto: è la testimonianza vivente di come una soluzione fuori dagli schemi possa diventare il motore della rinascita per un colosso industriale.

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