Autovelox non omologati, un tribunale conferma che le multe sono valide

Il tribunale di Bologna conferma la validità delle multe rilevate da autovelox approvati e non omologati. Ecco cosa cambia per gli automobilisti

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 5 set 2025
Autovelox non omologati, un tribunale conferma che le multe sono valide

Nel panorama della circolazione stradale italiana, la questione della validità delle sanzioni rilevate tramite autovelox è tornata prepotentemente alla ribalta grazie a una recente decisione del tribunale Bologna. Un pronunciamento che rischia di ridefinire i confini tra i concetti di “approvazione” e “omologazione” dei dispositivi, alimentando un dibattito giuridico e pratico di grande attualità per automobilisti e amministrazioni locali.

Il caso specifico ha visto protagonista un automobilista sanzionato per multa eccesso velocità, colto a viaggiare a 67 km/h in un tratto dove il limite imposto era di 50 km/h. L’uomo ha presentato ricorso, contestando la legittimità della rilevazione effettuata con un dispositivo che, a suo dire, era stato solamente oggetto di approvazione ministeriale e non di una vera e propria omologazione autovelox da parte del Ministero dei Trasporti. Secondo la sua tesi, questa differenza avrebbe dovuto comportare l’annullamento della sanzione.

Cosa ha affermato il tribunale

La risposta del giudice Alessandra Cardarelli, tuttavia, si è discostata da questa interpretazione restrittiva. La magistrata ha scelto di leggere in modo estensivo la normativa attualmente in vigore, in particolare facendo riferimento all’articolo 142 del codice della strada, letto congiuntamente all’articolo 201. In base a questa lettura, sia i dispositivi “omologati” che quelli semplicemente “approvati” sono considerati validi per l’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità. Secondo il tribunale Bologna, la differenza formale tra i due procedimenti amministrativi non incide sull’efficacia probatoria delle rilevazioni, rendendo quindi legittime le multe elevate anche con apparecchi solo approvati.

Questa posizione rappresenta una novità significativa rispetto a quanto recentemente affermato dalla Corte di Cassazione con la sentenza 10505/2024. In quell’occasione, la Suprema Corte aveva invece sottolineato la necessità di distinguere tra approvazione e omologazione, evidenziando come la seconda richieda verifiche tecniche più approfondite e rigorose. La decisione del tribunale bolognese, dunque, si inserisce in un contesto giurisprudenziale variegato, segnando un possibile punto di svolta nelle interpretazioni relative alle sanzioni stradali.

L’onere della prova

Un ulteriore aspetto centrale nella sentenza riguarda la questione dell’onere della prova. Il giudice ha stabilito che spetta sempre all’automobilista, e non all’amministrazione, dimostrare eventuali malfunzionamento autovelox o contestare in modo puntuale i fatti oggetto della sanzione. Nel caso specifico, il ricorrente non aveva mai sollevato dubbi sulla correttezza della misurazione né aveva negato di aver superato il limite imposto, concentrando invece la propria difesa sulla presunta mancanza di omologazione. Questo dettaglio si è rivelato determinante ai fini della decisione finale, poiché in assenza di contestazioni specifiche sul funzionamento del dispositivo, la multa è stata ritenuta valida.

La sentenza del tribunale Bologna si configura così come un precedente di rilievo per tutte le amministrazioni locali che utilizzano autovelox sulle proprie strade. Il messaggio che emerge è chiaro: la semplice approvazione ministeriale è sufficiente a garantire la validità delle rilevazioni e delle relative sanzioni, a meno che non vengano sollevate contestazioni concrete e circostanziate sul funzionamento degli strumenti. Questo orientamento potrebbe facilitare il lavoro degli enti preposti al controllo della velocità, semplificando le procedure e limitando le possibilità di ricorso basate esclusivamente su aspetti formali.

Il dibattito resta aperto

Tuttavia, il dibattito resta aperto e vivace, complice la coesistenza di orientamenti giurisprudenziali differenti e le continue verifiche da parte delle prefetture sull’utilizzo e la taratura degli autovelox in Italia. In questo scenario, per gli automobilisti diventa sempre più importante non solo rispettare i limiti di velocità, ma anche essere informati sulle corrette modalità di contestazione delle sanzioni, soprattutto in presenza di potenziali malfunzionamento autovelox o di irregolarità procedurali.

La recente pronuncia del tribunale Bologna conferma la tendenza verso una maggiore flessibilità interpretativa delle norme in materia di sanzioni per multa eccesso velocità. Resta da vedere se questa linea verrà consolidata da ulteriori decisioni o se, al contrario, prevarrà l’orientamento più rigoroso suggerito dalla Cassazione. Quel che è certo è che il tema continuerà a essere al centro dell’attenzione, con possibili ripercussioni sia per gli automobilisti che per le amministrazioni pubbliche.

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