Incubo Vignetta, uomo riceve multa da 150 euro: lui però aveva già pagato
Automobilista di Sacile multato in Slovenia per la Vignetta. Il caso solleva dubbi su burocrazia, prove di pagamento e tutela dei viaggiatori italiani
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Un viaggio oltre confine può trasformarsi in un vero e proprio incubo amministrativo, come dimostra la recente vicenda che ha visto protagonista un automobilista italiano, alle prese con le insidie della Vignetta elettronica in Slovenia. Il caso, che ha dell’incredibile, coinvolge un 78enne di Sacile, multato di 150 euro dalla società autostradale slovena Dars nonostante avesse regolarmente acquistato il pedaggio autostradale richiesto per circolare sulle arterie del Paese.
Un incubo per molti
Tutto inizia con un viaggio apparentemente ordinario oltre il confine sloveno. L’uomo, identificato con le iniziali R.M., si era premurato di adempiere a tutte le procedure previste dalla normativa slovena, acquistando la Vignetta elettronica presso una stazione di servizio poco dopo aver attraversato la frontiera. La sorpresa, però, è arrivata oltre due mesi dopo: una comunicazione ufficiale da parte di Dars, che notificava una multa di 150 euro per il presunto mancato pagamento del pedaggio di 16 euro.
La situazione assume contorni paradossali quando R.M. si mette alla ricerca della documentazione necessaria per dimostrare la propria innocenza. Forte di una prova di pagamento inoppugnabile – la ricevuta della transazione bancaria, registrata pochi secondi prima delle 8 del mattino – l’automobilista si è trovato davanti a un muro di burocrazia impenetrabile. Dars, infatti, ha respinto ogni evidenza fornita, ritenendo valido esclusivamente lo scontrino rilasciato dal benzinaio al momento dell’acquisto della vignetta.
La prassi e la vicenda grottesca
Ed è qui che la vicenda sfocia nel grottesco: per prassi consolidata, lo scontrino in questione viene trattenuto dal venditore e smaltito dopo appena una settimana, rendendo di fatto impossibile per il cliente conservare una prova materiale. “È praticamente impossibile dimostrare la mia innocenza con un documento che non mi è mai stato consegnato,” lamenta l’anziano nel suo ricorso, sottolineando l’assurdità di un sistema che sembra progettato per penalizzare proprio gli automobilisti italiani e stranieri.
Secondo il verbale, la multa sarebbe stata emessa alle 8.05 e 46 secondi, orario in cui la Vignetta elettronica non risultava ancora attivata nei sistemi di controllo. Eppure, i dati bancari attestano che il pagamento era già stato effettuato pochi istanti prima, probabilmente proprio mentre il veicolo di R.M. veniva fotografato nel tratto compreso tra il confine e la stazione di servizio. Un dettaglio che lascia intendere come i tempi tecnici di attivazione della vignetta possano generare una zona grigia in cui il rischio di sanzioni, anche per chi rispetta le regole, è altissimo.
Non è un caso isolato
La storia di R.M. non è solo un episodio isolato, ma getta luce su una problematica più ampia che riguarda la trasparenza delle procedure di controllo elettronico e la tutela dei diritti degli automobilisti stranieri. Il 78enne, pur consapevole che la cifra richiesta non sia elevata, ha deciso di non cedere, opponendosi al pagamento della multa per una questione di principio. “Non intendo pagare per un errore che non ho commesso. Mi sento vittima di un meccanismo poco chiaro e potenzialmente discriminatorio,” ha dichiarato, evidenziando come la burocrazia slovena rischi di trasformare un normale viaggio in una dispendiosa battaglia legale.
Questa vicenda rappresenta un monito per tutti coloro che si apprestano a viaggiare in Slovenia. Il consiglio, per evitare spiacevoli sorprese, è quello di documentare con la massima attenzione ogni fase dell’acquisto della Vignetta elettronica: fotografare lo scontrino appena ricevuto, conservare tutte le ricevute bancarie e, se possibile, richiedere esplicitamente una copia della documentazione al venditore. Solo così sarà possibile tutelarsi da eventuali errori o ritardi nei sistemi di controllo, che possono trasformare un normale pagamento del pedaggio autostradale in una vera odissea burocratica.
La vicenda di R.M. solleva interrogativi importanti sulla gestione dei sistemi elettronici di pedaggio e sulla necessità di procedure più chiare e trasparenti, in grado di garantire i diritti degli utenti e di prevenire casi simili in futuro. Un tema che riguarda non solo i singoli automobilisti, ma l’intero sistema di accoglienza e gestione dei flussi turistici internazionali, per evitare che la burocrazia diventi un ostacolo insormontabile sulla strada della mobilità europea.
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