Autovelox, nuovo censimento e piattaforma digitale: cosa cambia

Il Ministero delle Infrastrutture lancia il censimento autovelox: piattaforma digitale, trasparenza e nuove regole per la sicurezza stradale

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 19 ago 2025
Autovelox, nuovo censimento e piattaforma digitale: cosa cambia

Dopo anni di dibattiti e polemiche, il panorama della rilevazione della velocità sulle strade italiane si appresta a cambiare radicalmente. Con una decisione destinata a segnare una svolta epocale, il ministero delle infrastrutture ha approvato un decreto direttoriale che punta a mettere ordine nel mondo degli autovelox. Il provvedimento, che arriva dopo mesi di discussioni tra enti locali, automobilisti e associazioni di categoria, introduce un sistema di censimento nazionale dei rilevatori di velocità, ponendo fine all’era delle cosiddette “trappole” stradali e promuovendo maggiore trasparenza nell’utilizzo di questi dispositivi.

La riforma a un punto di svolta

Il cuore della riforma risiede nella creazione di una piattaforma telematica centralizzata, attraverso la quale tutti i dati relativi agli autovelox installati sulle strade italiane saranno raccolti, gestiti e resi consultabili. Gli enti locali avranno l’obbligo di comunicare informazioni dettagliate su ogni dispositivo di controllo della velocità di cui dispongono, con una tempistica precisa: entro 60 giorni dall’attivazione del sistema dovranno trasmettere i dati richiesti, pena l’impossibilità di utilizzare tali apparecchiature per elevare sanzioni amministrative.

Questa iniziativa rappresenta una risposta concreta alle numerose critiche che negli ultimi anni hanno investito la gestione degli autovelox da parte dei comuni. In molte realtà, infatti, i dispositivi sono stati percepiti più come strumenti per incrementare le entrate municipali che come mezzi per tutelare la sicurezza stradale. Proprio su questo punto si è espresso il Ministro Salvini, promotore della riforma, ribadendo che “gli autovelox devono salvare vite, non rimpinguare le casse comunali”. Un messaggio chiaro che sottolinea l’intenzione di restituire ai rilevatori di velocità la loro funzione originaria: quella di prevenire incidenti e ridurre la mortalità sulle strade.

Cosa cambia per gli italiani

Ma come cambierà concretamente la vita degli automobilisti italiani? Innanzitutto, grazie alla pubblicazione dei dati sul portale ministeriale, sarà finalmente possibile conoscere l’ubicazione esatta di ogni autovelox presente sul territorio nazionale. Questo elemento rappresenta una vera rivoluzione, perché elimina l’effetto sorpresa che spesso ha generato malcontento tra i conducenti, i quali si sono visti recapitare multe per eccesso di velocità in punti poco segnalati o addirittura nascosti. La trasparenza, quindi, diventa la parola d’ordine di questa nuova fase, permettendo a tutti di informarsi e di adeguare il proprio comportamento alla presenza dei dispositivi.

Per i comuni, invece, si apre una fase di grande lavoro e di adattamento. Le amministrazioni dovranno aggiornare le proprie banche dati, verificare la regolarità delle installazioni e garantire che ogni autovelox sia conforme alle normative vigenti. Si tratta di un impegno significativo, che potrebbe incontrare qualche resistenza, soprattutto nei piccoli centri dove le risorse sono limitate. Tuttavia, la prospettiva è quella di un sistema di controllo della velocità più equo, condiviso e trasparente, capace di conciliare le esigenze di sicurezza con il rispetto dei diritti degli automobilisti.

L’omologazione presenta dei dubbi

Un aspetto ancora irrisolto, però, riguarda la questione dell’omologazione dei dispositivi. Recenti sentenze della Cassazione hanno infatti sollevato dubbi sulla validità di molte multe elevate con apparecchiature non correttamente omologate, aprendo la strada a possibili ricorsi e a una revisione dell’intero impianto sanzionatorio. Il decreto del ministero delle infrastrutture non entra nel merito di questo tema, che resta quindi oggetto di futuri chiarimenti legislativi. Per il momento, dunque, la riforma si concentra sulla trasparenza e sulla correttezza delle procedure, lasciando aperta la questione tecnica che potrebbe avere ripercussioni importanti sia per gli enti locali che per i cittadini.

In definitiva, il nuovo censimento nazionale degli autovelox si configura come una misura di grande impatto, destinata a cambiare il rapporto tra automobilisti e strumenti di controllo della velocità. Se da un lato aumenterà la consapevolezza e la possibilità di difendersi da eventuali abusi, dall’altro richiederà uno sforzo organizzativo non indifferente da parte dei comuni, chiamati a dimostrare trasparenza e rispetto delle regole. L’obiettivo finale resta comunque la tutela della sicurezza stradale, nella convinzione che solo un sistema chiaro e condiviso possa davvero contribuire a salvare vite e a rendere le nostre strade più sicure per tutti.

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