Anziano segue il GPS e finisce in Croazia dopo 2.000 km
Un uomo di 85 anni parte per 25 km e, affidandosi al gps, percorre quasi 2.000 km finendo a Brela, in Croazia. La gendarmeria lo rintraccia dopo il telefono localizzato
Un semplice appuntamento medico si è trasformato in un’epopea surreale: quella che doveva essere una visita a pochi chilometri da casa si è rivelata un viaggio di oltre 2.000 chilometri attraverso l’Europa, culminando sulle sponde dell’Adriatico. Il protagonista, un anziano francese di 85 anni, partito da Chatillon sur Thouet con l’intenzione di raggiungere Airvault per una banale consultazione sanitaria, si è ritrovato invece nella pittoresca località di Brela, in Croazia, a causa di un errore fatale del suo navigatore satellitare. Un caso emblematico che solleva domande cruciali sull’affidabilità della tecnologia e sulle responsabilità connesse all’uso dei moderni sistemi di orientamento.
Un racconto surreale
Il racconto ha dell’incredibile: oltre venti ore al volante, due confini nazionali superati senza rendersene conto, un paesaggio marittimo che nulla aveva a che vedere con le campagne francesi. L’anziano, abituato a fidarsi ciecamente delle indicazioni del proprio GPS, ha seguito le istruzioni senza sospettare nulla di anomalo, convinto che il dispositivo avesse semplicemente selezionato un percorso alternativo o panoramico. Solo quando si è trovato davanti al mare della Croazia, circondato da una realtà completamente diversa, ha realizzato l’entità del suo disorientamento.
Nel frattempo, i familiari, allarmati dall’assenza di notizie e dall’impossibilità di contattarlo – il cellulare risultava scarico – hanno deciso di coinvolgere la gendarmeria. Grazie alle moderne tecnologie di localizzazione, le autorità sono riuscite a rintracciare il telefono dell’uomo, scoprendo che si trovava a Brela. Solo così è stato possibile raggiungerlo e riportarlo a casa, mettendo fine a una vicenda che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi.
Le imperfezioni dei dispositivi
Le cause di un simile errore sono molteplici e risiedono tanto nelle potenziali imperfezioni dei dispositivi quanto nella gestione umana degli stessi. Gli esperti del settore sottolineano come anche i più sofisticati sistemi di navigatore non siano immuni da malfunzionamenti: mappe non aggiornate, algoritmi difettosi, impostazioni errate dell’applicazione o problemi di mappatura possono facilmente generare deviazioni impreviste. L’episodio mette in evidenza un rischio concreto: affidarsi in modo passivo e totale al GPS può condurre a situazioni paradossali, specialmente per chi, come molti anziani, non ha piena dimestichezza con le tecnologie digitali o tende a non mettere in discussione le informazioni ricevute.
Proprio per prevenire episodi di questo tipo, le autorità e gli organismi preposti alla sicurezza stradale raccomandano alcune precauzioni fondamentali. È importante verificare manualmente i percorsi suggeriti dal navigatore, mantenere sempre il cellulare carico e funzionante, informare parenti o amici del proprio itinerario e dotarsi di una mappa cartacea come risorsa di emergenza. Inoltre, è consigliabile configurare attentamente le preferenze del dispositivo, escludendo tragitti che prevedano traghetti o sconfinamenti internazionali non desiderati. Un controllo accurato può evitare che un breve spostamento si trasformi in un viaggio interminabile e potenzialmente pericoloso.
Questione di responsabilità
Non meno importante è la questione della responsabilità legale in caso di errori di questo tipo. Ad oggi, la giurisprudenza non ha ancora stabilito in modo definitivo se il fornitore del servizio di GPS debba essere ritenuto responsabile per le conseguenze di indicazioni errate, o se l’onere ricada sull’utente che si limita a seguire le istruzioni senza spirito critico. Nella maggior parte dei casi, la responsabilità viene condivisa: agli utenti viene infatti raccomandato di mantenere sempre il controllo della situazione e di non delegare completamente la guida al dispositivo, soprattutto in presenza di possibili situazioni di disorientamento dovute a errori tecnici o personali.
La storia dell’anziano francese e del suo incredibile arrivo a Brela rappresenta un monito per tutti: la tecnologia, se usata consapevolmente, può essere un potente alleato della mobilità, ma richiede attenzione, senso critico e una costante verifica dei dati forniti. Solo così si può evitare che un innocuo appuntamento medico si trasformi in un’odissea attraverso l’Europa, tra confini, lingue e paesaggi sconosciuti. Il caso dimostra quanto sia fondamentale non perdere mai il controllo della situazione e quanto, anche nell’era digitale, la prudenza e il buon senso restino qualità insostituibili.