Home Test Drive Nuova Audi R8 : primo contatto a Portimao

Nuova Audi R8 : primo contatto a Portimao

Nuova Audi R8: rabbiosa ed emozionante in pista come una vera purosangue, su strada diventa docile e maneggevole come una berlina da tutti i giorni.

Quindici anni. Tanto è passato da quel primo storico trionfo alla 24 Ore di Le Mans. Protagonisti di allora Frank Biela, Tom Kristensen, ed il nostro Emanuele Pirro. Storico si, perchè Audi all’esordio dominò la classica della Sarthe. Una vittoria che non vide rivali, anche negli anni seguenti. Quella vettura si chiamava R8.

Un pedigree di razza il suo, che la vide conquistare l’alloro per cinque edizioni. Dalla sua, un telaio monoscocca in fibra di carbonio e alluminio a nido d’ape. Propulsore V8 con monoblocco e teste in alluminio. 3.600cc con due alberi a camme per testata. E poi, quell’evoluzione sotto il cofano del 2001, il sistema di iniezione diretta TFSI che portavano vantaggi nella possibilità di far lavorare il motore con un rapporto aria/benzina superiore a quello stechiometrico.

Per una maratona come Le Mans, un asso nella manica. Soluzioni vincenti, che negli anni sono state riversate nella vita di tutti i giorni. E non ci troviamo di fronte al solito discorso con sapore demagogico. Non ci si è fermati agli spot. La trasposizione è stata netta e reale. Nomen omen come si suol dire, l’Audi R8 divenne realtà nel 2007 come vettura di serie. Fu presentata al Salone di Francoforte nel 2003 con il nome prototipale di Le Mans Quattro. Una coupè a trazione integrale. Tre anni dopo a Parigi, ecco la versione definitiva. Nel 2009 la versione V10. Da allora un successo ad edizione limitata: 27.000 esemplari fino a quest’ultima versione. Più corta di 14 mm, con un passo di 2650 mm, è più larga di 11 e più bassa di 12. Si ok, ma i dati importanti sono altri. Ad esempio? da 0 a 100 in 3,5 secondi ed una velocità massima di oltre 300 km/h.

Audi R8 – Com’è

La osservi e non puoi fare a meno di notare la familiarità con la prima generazione. D’altro canto, quando le linee sono rivoluzionarie fin dalla nascita, perché cambiare? Affinamenti quindi dal punto di vista del design, ancorché marcati e importanti. Già perché se nulla è lasciato al caso, non si può fare a meno di notare come alla massima velocità i tecnici di casa Audi hanno registrato un incremento deportante di 140 kg.

Lo stile ora è più fluido, filante, snello. A cosa si deve? Sicuramente ad una diversa conformazione dei sideblades, in questa nuova versione ‘tagliati’ da una linea di spalla continua. Certo è che anche la zona frontale ha subito delle modifiche. Nuova la calandra, ora single frame, ma anche i nuovi gruppi ottici full-led, su cui è possibile abbinare lo spot laser LMX.

Un extra che sulla prima generazione poteva ritrovarsi solo nella final edition. Ora no, ed assicurano 600 metri di visibilità. Aggiornamenti di fino anche per la zona posteriore, con i gruppi ottici più lunghi e con sfoghi d’aria calda preminenti. Certo è che lo stile ed il design è un qualcosa di veramente azzeccato. Abbina cura, eleganza e cattiveria con linee taglienti e nette. E poi le finiture, la ricerca del dettaglio sempre curato, fino in fondo.

Un esempio? La maniglia della portiera. Ma come? Su una R8 una maniglia. Si, anche quella, con un meccanismo netto, smorzato. La capacità di carico? 226 litri totali. Certo, non potrete fare una vacanza carichi di valige, ma ovviamente non è per questo che è nata questa Supercar. E se fuori il ‘family feeling’ è simile con i suoi affinamenti, dentro le modifiche sono più importanti e significative. Innanzitutto l’abitabilità, decisamente migliore e maggiore rispetto alla sua progenitrice.

Il che garantisce non solo uno spazio migliore per chi sale a bordo, ma anche una miglior visibilità. Anche qui, la qualità percepita è decisamente elevata. Cura dei materiai ed assemblaggi sono di fattura eccellente. Unica nota leggermente stonata? Le levette, i paddels al volante in plastica. Ergonomia e concentrazione è stata la parola d’ordine, sopratutto per quanto concerne le informazioni. Una scelta che ha un nome: Audi Virtual Cockpit, che offre una pulizia maggiore, ma al contempo una buona funzionalità. Il display è grande e chiaro, con tutte le informazioni utili. Parlare poi del volante significa parlare di un piccolo capolavoro multifunzione, con una linea asimmetrica e quattro comandi, tra cui – nella versione Plus – un manettino per la modalità Performance, oltre ad uno definito per modificare il suono proveniente dallo scarico.

Chiaro però che, sopratutto in una vettura del genere, è la tecnica a farla da regina. Ed allora analizziamo la scocca di soli 200 chilogrammi con un utilizzo del 79% di alluminio, con fibra di carbonio all’ 8% ed il restante di magnesio. Più leggera quindi, ma anche più rigidità torsionale. L’Audi R8 2015 raggiunge così un peso minimo di soli 1.454 chili e risulta di mezzo quintale più leggera della serie uscente. Tale risultato ottenuto per merito della nuova cellula Audi Space Frame multimateriale. Fibra di carbonio si trova ad esempio nei montanti B e enl tunnel centrale, mentre la sezione anteriore, gli archi del tetto ed il posteriore sono in alluminio. La scocca risulta del 15% più leggera, nonostante la rigidità torsionale aumenti del 40%. L’auto è lunga 4,42 metri e vanta un passo di 2,65 metri, raggiunge il metro e 24 in altezza e misura in larghezza 1,94 metri.

Sospensioni? Doppi bracci trasversali in alluminio, a cui si può aggiungere il sistema Audi Magnetic Ride. Ruote da 19 pollici a cui sono abbinati dischi freno carboceramici (di serie su versione Plus). Il cuore è il V10 figlio di casa Lamborghini. Scompare dunque il V8 che aveva equipaggiato precedentemente. La nuova unità prevede la lubrificazione a carter secco e beneficia della tecnologia cylinder on demand, che disattiva una bancata quando l’auto procede a carico parziale. I consumi diminuiscono fino al 10% rispetto alla prima generazione, attestandosi a 11,8 l/100 km per la R8 V10 (275 g/km di CO2) ed a 12,4 l/100 km per la R8 V10 plus (289 g/km).

Di serie anche lo start&stop. L’Audi R8 V10 monta come detto il 5.2 da 540 CV e 540 Nm, valori che assicurano uno 0-100 km/h in 3,5 secondi ed una velocità massima di 323 km/h. La V10 plus adotta invece la configurazione da 610 CV e 560 Nm, ancor più rapida e scattante: bastano 3,2 secondi per lo 0-100 km/h, la velocità doppia è raggiunta in 9,9 secondi e la velocità massima si attesta a 330 km/h. Sull’assale anteriore è installata una nuova frizione, più efficace della vecchia Visco e capace di garantire un funzionamento ben differente: il 100% della coppia è indirizzato di norma al posteriore, ma in condizioni di emergenza lo stesso 100% può essere inviato sulle ruote davanti, mentre lo sterzo è elettromeccanico (optional quello sportivo). La R8 V10 monta in serie cerchi in lega da 19 pollici, su pneumatici 245/35 davanti e 295/35 dietro. La V10 plus poggia invece su cerchi da 20 pollici.

Due invece le declinazioni del dieci cilindri. Il primo è il 5.2 litri, 40 valvole con 540 cavalli di potenza massima. La seconda unità arriva invece a 610 cavalli, nella versione Plus. E la coppia? 540 Nm e 560. Un V10 che reca con se la doppia iniezione diretta stratificata.

Prestazione ovvio, ma anche una riduzione dei consumi del 13% ed emissioni che segnano un meno 33%. Questo grazie anche alla tecnologia che permette di disattivare alcuni cilindri a basso carico. La trasmissione mantiene la tipica struttura ‘quattro’, in grado di portare la trazione fino al 100% sull’asse anteriore. Talvolta però è bene raccontare anche una vettura in numeri, specialmente in questo caso: 330 km/h di velocità massima. Da 0 a 200 in 9,9 secondi per la versione Plus. 320 km/h di massima e 0-100 in 3,5 per la versione standard. Solo due decimi in più. Ovviamente tutto questo ben di Dio ha un costo: 169.500 euro per la versione standard, 195.800€ per la Plus.

Audi R8 – Come va

[rating title=”VOTO” value=”9,5″ value_title=”PRIMA IMPRESSIONE” layout=”left”]

Esistono auto ed auto, ma anche circuiti e circuiti. Ecco, Portimao per esempio, è una vera e propria attrazione, una calamita per chiunque ami la velocità. Un anfiteatro artificiale con medie orarie paurose. Saliscendi a capofitto, curve in appoggio con tre punti, compressioni. Insomma, niente di meglio per provare la nuova Audi R8. E come sempre, eccoci a bordo della versione migliore, la Plus.

Ci attendavamo una evoluzione. E’ stato di più. Una vettura del genere, sopratutto ad un primo contatto, la puoi valutare in un modo molto semplice. Con la naturalezza con cui si riesce ad andare forte. Con la padronanza con cui riesci a sentirla, a prenderla in mano. Con quella facilità che divide il mondo delle quattro ruote in due: dominare o essere dominati dal mezzo. Poter attaccare o esser portati in giro. Ecco, l’Audi R8 ti permette di accendere quella luce negli occhi che ti fanno attaccare i saliscendi dell’Algarve.

Ti esalta con quel motore che offre un suono definibile solo come spettacolare, ma sopratutto con tanta pienezza, tanto corpo e schiena, ma sempre lineare, liscio. Corposo ma non cattivo. E’ pieno di vigore questo V10 da 610 cavalli, sopratutto tra i 4000 e gli 8200 giri circa. Elastico ed estremamente divertente, è abbinato con quel cambio doppia frizione che definire capolavoro è riduttivo. Esatto si, perchè permette cambiate simultanee, velocissime, istantanee.

L’Audi R8 ti permette di accendere quella luce negli occhi che ti fanno attaccare i saliscendi dell’Algarve.

Inoltre, una volta impostata la modalità Dynamic, si può veramente giocare con il cambio e sfruttarlo al 100%. Ecco quel quid in più che libera la mente per attaccare le curve. E se abbiamo parlato di motore e cambio, non possiamo ora citare la trasmissione, quella Quattro marchio di fabbrica di Ingolstadt. Che, a sentire chi non la prova o non l’ha mai provata, sembrerebbe un qualcosa di poco divertente.

Ed invece no, perché le sensazioni date dal setting di questa Supercar, sono quelle di una posteriore, con tanto di traversi in uscita di curva. Così, passata la prima staccata e lasciata correre sulla doppia destra, si frena dentro il tornante sulla destra per stringere, e chiudere con il gas per poi incrociare e salire sulla sinistra di Portimao. Puro divertimento.

Un divertimento determinato anche da uno sterzo eccellente. Sopratutto l’esemplare dinamico (disponibile come optional) che permette di poter cambiare la rapportatura al variare della velocità. Ultime parole per i freni, quei carboceramici per cui bisogna avere anche un minimo di allenamento per sfruttarli al massimo. Già perché la capacità di arresto è incredibile. Stabile, veloce, diretta. Ecco, la nuova R8 è ancora più divertente e facile in inserimento.

E’ dura mandarla in crisi, mantenendo l’assetto con variazioni controllate. La nuova R8 è una di quelle vetture che rispecchia perfettamente l’animo d’elite di Ingolstadt. Curata, raffinata, ma al contempo cattiva nelle forme e autoritaria. Comoda, futuristica ma non spiazzante. Sopra ogni cosa però, divertente, filante, diretta, al contempo facile, potente ed estremamente divertente. Forse è questo il segreto per andare veloci. Evidentemente non è un caso: questa R8 è figlia di una leggenda. E’ figlia della Sarthe.

Scheda Tecnica: Audi R8 V10 FSI 5.2 quattro S tronic plus

Motore
Motore 10 cilindri a V
Cilindrata 5204
Alimentazione Benzina
Potenza max/regime 404kW (550 CV) a 8000 giri/min
Coppia max 540 Nm
Trazione Integrale
Cambio Sequenziale
Marce 7

Carrozzeria
Numero porte 2
Numero posti 2
Bagagliaio (min-max) 100 – 0 dm3
Capacità serbatoio 90 litri
Massa in ordine di marcia 1.595 kg
Lunghezza 444 cm
Larghezza 190 cm
Altezza 125 cm
Passo 265 cm

Prestazioni
Velocità max 317 km/h
Accelerazione 0-100km/h 3.5 secondi
Omologazione antinquin. Euro 5
Emissioni CO2 (g/km) 299
Consumi (litri/100 km)
Misto 12.9
Urbano 19.9
Extraurbano 8.6

Prezzo: 184.400 Euro

Ultime notizie su Test Drive

Tutto su Test Drive →