1 milione di auto prodotte in un anno: non è l'Italia, ma il Marocco

Stellantis investe 1,2 miliardi a Kenitra: il Marocco supera l’Italia nella produzione auto. Sindacati preoccupati, a rischio 120mila posti

Di Renato Terlisi
Pubblicato il 26 ago 2025
1 milione di auto prodotte in un anno: non è l'Italia, ma il Marocco

Il panorama industriale italiano sta vivendo una fase di profonda trasformazione, segnata da promesse disattese e da una crescente preoccupazione per il futuro della produzione auto nazionale. Mentre il settore automobilistico italiano si confronta con numeri in calo e un clima di incertezza, il Marocco emerge come nuovo protagonista sulla scena internazionale, grazie a una strategia di sviluppo che sta attirando l’attenzione dei principali player globali. Il caso di Stellantis rappresenta emblematicamente questa svolta: a fronte di obiettivi ambiziosi fissati per il mercato italiano, la realtà dei fatti racconta una storia diversa, fatta di delocalizzazioni e di nuovi investimenti al di là del Mediterraneo.

Obiettivi disattesi per il Belpaese

Nel dettaglio, il gruppo Stellantis aveva fissato per l’Italia un traguardo di un milione di veicoli prodotti, una cifra che avrebbe dovuto rilanciare la competitività e il peso del comparto automobilistico nazionale. Tuttavia, i dati del 2023 fotografano una situazione ben diversa: la produzione effettiva si è fermata a circa 450 mila unità, segnando un netto distacco rispetto alle promesse iniziali. Nel primo semestre del 2025, la tendenza non sembra invertita, con appena 221.885 veicoli tra auto e furgoni usciti dagli stabilimenti italiani. Questi numeri alimentano le preoccupazioni dei sindacati e mettono a rischio circa 120 mila posti di lavoro, segnalando una crisi profonda dell’occupazione automotive nazionale.

Il confronto con il Marocco è particolarmente impietoso. Il paese nordafricano si sta affermando come una vera e propria potenza emergente nel settore, grazie a una politica industriale aggressiva e a condizioni economiche estremamente vantaggiose per le aziende. Qui, Stellantis ha deciso di concentrare una parte significativa dei propri investimenti Stellantis, puntando a portare la capacità produttiva nazionale a ben 1,4 milioni di veicoli entro il 2028. Già dal 2024, gli stabilimenti marocchini sono destinati a sfiorare il milione di unità prodotte, trainati da un maxi-investimento di 1,2 miliardi di euro che sta rivoluzionando l’assetto produttivo locale.

Un ruolo cruciale

Un ruolo centrale in questa crescita è affidato allo stabilimento di Kenitra, vero e proprio fiore all’occhiello della nuova strategia industriale di Stellantis in Nord Africa. Qui, la capacità produttiva salirà a 535 mila veicoli annui, grazie anche all’introduzione di nuovi modelli che rappresentano una scommessa sul futuro del brand. Tra questi spiccano la Fiat Giga Panda e la Fiat Panda Fastback, due vetture destinate a rafforzare ulteriormente la presenza del gruppo nel segmento delle utilitarie e delle citycar. Questi modelli andranno ad affiancare la già nota Topolino, ampliando la gamma e intercettando le nuove esigenze del mercato globale.

Il successo del Marocco non si spiega solo con la presenza di grandi investitori internazionali, ma anche con una filiera locale in forte espansione. Il valore degli acquisti generati supera i 6 miliardi di euro, segno di un ecosistema industriale che cresce e si rafforza, creando nuove opportunità sia per le imprese che per i lavoratori. A rendere il contesto ancora più favorevole sono normative snelle, incentivi fiscali e un costo del lavoro competitivo, fattori che stanno spingendo sempre più aziende a trasferire qui le proprie attività produttive.

Crisi in Italia

Nel frattempo, in Italia la crisi colpisce anche stabilimenti storici come quello di Termoli, dove il progetto della Gigafactory è fermo e i lavoratori sono costretti a ricorrere agli ammortizzatori sociali almeno fino ad agosto 2026. Emblematico anche il caso della Fiat Grande Panda, la cui produzione è stata spostata in Serbia, destinando parte delle vetture anche al mercato algerino. Si tratta di scelte che riflettono la volontà di Stellantis di delocalizzare dove il contesto si rivela più conveniente, penalizzando ulteriormente la già fragile industria automobilistica italiana.

Di fronte a questa situazione, il governo italiano, rappresentato dal ministro Urso, continua a ribadire la necessità di rilanciare la produzione auto nazionale attraverso l’introduzione di nuovi modelli, non solo elettrici ma anche ibridi, in linea con le evoluzioni del mercato globale. Tuttavia, il divario tra le dichiarazioni di intenti e la realtà produttiva sembra destinato ad ampliarsi, alimentando dubbi e incertezze sul futuro dell’automotive italiano. La sfida che attende l’Italia è quella di individuare una strategia industriale efficace, capace di attrarre nuovi investimenti Stellantis e di salvaguardare l’occupazione automotive, per evitare che il sorpasso del Marocco diventi definitivo e irreversibile.

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