Il Marocco sorpassa l’Italia nella produzione auto: svolta storica

Il Marocco sorpassa l’Italia nella produzione di auto. Analisi dei dati 2024, ruolo di Stellantis, strategie e impatto sulla competitività italiana

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 19 ago 2025
Il Marocco sorpassa l’Italia nella produzione auto: svolta storica

Il panorama della produzione auto mondiale sta vivendo una svolta storica: il Marocco si afferma come nuovo protagonista, superando l’Italia e raggiungendo nel 2024 la soglia di un milione di veicoli prodotti. Un traguardo che ridisegna gli equilibri dell’industria automobilistica tra Europa e Africa, evidenziando un cambiamento di paradigma che coinvolge direttamente i principali attori del settore e le strategie nazionali.

Marocco al massimo delle sue capacità

In questo scenario, Stellantis emerge come catalizzatore della trasformazione in atto. La multinazionale italo-francese ha rafforzato la propria presenza nel Paese nordafricano, raddoppiando la produzione locale fino a 400.000 veicoli all’anno e quadruplicando quella dei motori, arrivando a quota 350.000 unità. Una scelta strategica che non si limita ai volumi, ma si estende anche alla diversificazione dell’offerta: modelli di micro-mobilità come la Fiat Topolino e la Citroën Ami vengono oggi realizzati negli stabilimenti marocchini, destinati a soddisfare la domanda di numerosi mercati internazionali.

Il successo del Marocco nella produzione auto non è frutto del caso, ma il risultato di una serie di fattori competitivi che ne hanno accelerato l’ascesa. In primo luogo, la vicinanza geografica all’Europa – soli 33 chilometri separano le coste marocchine da quelle spagnole – rappresenta un vantaggio logistico determinante, ulteriormente rafforzato dall’efficienza del porto di Tangeri Med, tra i più moderni e performanti del Mediterraneo. Questo snodo strategico facilita l’export verso il mercato europeo, riducendo tempi e costi di trasporto.

Disponibilità di manodopera

A ciò si aggiunge la disponibilità di manodopera qualificata a costi contenuti, elemento che ha attirato l’interesse di numerosi investitori internazionali. Il sistema normativo marocchino, orientato a favorire l’attrazione di capitali esteri, offre incentivi fiscali mirati e procedure snelle per l’apertura di nuove attività produttive. In questo contesto, le aziende trovano un ambiente favorevole per sviluppare e ampliare le proprie operazioni.

Un ulteriore pilastro della competitività marocchina è rappresentato dalla fornitura locale ben strutturata: oltre il 60% dei componenti necessari alla realizzazione dei veicoli viene prodotto direttamente nel Paese, grazie a una rete di più di 200 fornitori. Questa integrazione verticale consente di ridurre sensibilmente i costi logistici e di incrementare la competitività complessiva del settore, favorendo l’emergere di un ecosistema industriale dinamico e resiliente.

Grandi ambizioni

Le ambizioni del governo marocchino non si fermano qui: l’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere una produzione compresa tra 1,3 e 1,4 milioni di veicoli entro il 2026-2028, con la prospettiva di toccare i 2 milioni di unità nel 2030. Alla luce dei ritmi di crescita attuali, tali traguardi appaiono non solo plausibili, ma perfettamente alla portata di un Paese che ha saputo trasformarsi da semplice piattaforma produttiva a vero e proprio hub globale dell’industria automobilistica.

In netto contrasto, il panorama italiano appare segnato da profonde difficoltà strutturali. Modelli iconici come la Fiat Topolino e la 600e vengono ormai realizzati all’estero, tra Marocco e Polonia, privando il tessuto industriale nazionale di simboli storici e opportunità occupazionali. L’assenza di investimenti significativi e la mancanza di una visione unitaria penalizzano la capacità del sistema produttivo italiano di competere sul piano internazionale, alimentando preoccupazioni per il futuro dell’occupazione e dell’innovazione.

La sfida si gioca su più livelli: dall’attrazione di capitali alla formazione di competenze specialistiche, fino alla definizione di politiche industriali capaci di rispondere alle esigenze della mobilità sostenibile e della digitalizzazione. Il caso marocchino dimostra come una strategia coerente e lungimirante possa trasformare radicalmente le sorti di un Paese, elevandolo a punto di riferimento globale. Per l’Italia, invece, si impone la necessità di ripensare il proprio modello di sviluppo, adottando soluzioni innovative e investendo con decisione per invertire la rotta e scongiurare un declino che rischia di diventare irreversibile.

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