Piattaforma Giorgio, fallimento miliardario: investimento non ripagato
La piattaforma Giorgio, lanciata con Alfa Romeo Giulia, avrebbe dovuto rilanciare FCA e Maserati, ma si è trasformata in un costoso fallimento industriale
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Un investimento miliardario, una strategia industriale ambiziosa e un sogno di rilancio nel segmento premium: così si presentava il progetto della piattaforma Giorgio, un’iniziativa che avrebbe dovuto segnare la rinascita di due marchi iconici del gruppo Stellantis, ovvero Alfa Romeo e Maserati. Oggi, però, il bilancio è impietoso: la piattaforma si è trasformata in un fallimento industriale di proporzioni colossali, con svalutazioni che superano i 550 milioni di euro e risultati commerciali ben lontani dalle aspettative iniziali.
La storia di questa piattaforma prende avvio nel giugno 2015, quando Sergio Marchionne, allora amministratore delegato di FCA, presentò al mondo la nuova Alfa Romeo Giulia. Non si trattava solo del lancio di una berlina sportiva, ma dell’esordio di una nuova architettura tecnica, frutto di ingenti investimenti e di una visione che puntava a riportare Alfa Romeo ai vertici del mercato premium. L’obiettivo era chiaro: insidiare i colossi tedeschi come BMW, Mercedes e Audi, offrendo un prodotto capace di coniugare tradizione, innovazione e prestazioni.
Numeri impietosi
La piattaforma Giorgio fu sviluppata con una configurazione sofisticata, pensata per vetture a trazione posteriore e integrale, un elemento distintivo che avrebbe dovuto esaltare la dinamica di guida e il piacere al volante. Il debutto commerciale avvenne nel 2016 proprio con la Alfa Romeo Giulia, seguita nel 2017 dal SUV Stelvio. Entrambi i modelli vennero accolti con entusiasmo dalla stampa specializzata, che ne lodò le doti dinamiche, l’equilibrio del telaio e il design fortemente caratterizzato. Tuttavia, il mercato raccontò una storia diversa: le vendite si fermarono a circa 120.000 unità annue, ben lontane dalle 400.000 previste nel piano industriale. Un divario che segnò da subito le difficoltà di un progetto nato con grandi ambizioni, ma incapace di intercettare realmente le esigenze del pubblico.
Nel tentativo di recuperare almeno parte degli investimenti, Stellantis decise di estendere l’utilizzo della piattaforma anche al marchio Maserati. Nel 2022 debuttò il SUV Grecale, seguito dalle nuove GranTurismo e GranCabrio, tutte basate su una versione aggiornata dell’architettura, denominata Giorgio 1.5. Questa evoluzione tecnica dimostrava la volontà del gruppo di non abbandonare del tutto un asset tecnologico costoso, cercando di adattarlo alle esigenze di una clientela più ampia e diversificata.
Un fallimento industriale
Il vero nodo, però, risiedeva nella concezione originaria della piattaforma. Progettata in un periodo in cui il mercato era ancora dominato dai motori termici e dalle prime soluzioni mild hybrid, la Giorgio si è trovata presto a dover fare i conti con una transizione rapidissima verso l’elettrificazione. I progetti per varianti plug-in hybrid furono abbandonati già nel 2019, mentre le versioni completamente elettriche di Grecale e GranTurismo arrivarono troppo tardi, senza riuscire a invertire la rotta di un declino ormai segnato.
Le conseguenze di questo fallimento industriale sono emerse in modo inequivocabile nei conti di Stellantis. Nel bilancio semestrale 2025, il gruppo ha registrato svalutazioni per oltre 550 milioni di euro legate a Maserati e ulteriori 26 milioni imputabili ad Alfa Romeo, tutte direttamente riconducibili alla piattaforma Giorgio. Le perdite complessive, dunque, si attestano a centinaia di milioni di euro, sancendo definitivamente l’impossibilità di recuperare gli investimenti iniziali e segnando la fine di un’epoca per i due brand italiani.
Una scelta epocale
La decisione di abbandonare la piattaforma Giorgio rappresenta, dunque, una svolta epocale nella strategia di Stellantis. I futuri modelli di Alfa Romeo e Maserati saranno sviluppati sulle nuove architetture STLA Large e Medium, progettate fin dall’inizio per ospitare propulsori elettrici e per rispondere alle esigenze di un mercato in rapida evoluzione. Questo passaggio segna un cambio di paradigma: dalle piattaforme nate per i motori termici a quelle pensate per l’elettrificazione totale, con l’obiettivo di garantire competitività, sostenibilità e innovazione nei prossimi anni.
La parabola della piattaforma Giorgio resterà un caso emblematico nella storia dell’industria automobilistica italiana: un progetto nato con grandi ambizioni, capace di esprimere eccellenza tecnica, ma che non ha saputo adattarsi tempestivamente alle trasformazioni del settore. Il futuro di Stellantis e dei suoi marchi premium, ora, si giocherà sulla capacità di interpretare le nuove tendenze e di anticipare le esigenze di una clientela sempre più orientata verso la mobilità elettrica.
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