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Rubrica Amarcord: Alfa Romeo Alfasud

Recensione dell’Alfa Romeo Alfasud.


Prosegue il viaggio spazio-temporale della Rubrica Amarcord alla riscoperta di vetture del passato, oramai “estinte”, che hanno scritto un pezzo della storia dell’automobilismo oltre a rappresentare per molti di noi i primi ricordi e le prime esperienze legate alle quattroruote. La Rubrica Amarcord ha fin’ora trattato la storia della Renault 5, della Fiat 127 e dell’Auto Union. Se volete partecipare anche voi a questa piccola macchina del tempo, inviateci i vostri scatti ed i vostri ricordi all’indirizzo suggerimenti@autoblog.it con oggetto email “Rubrica Amarcord”. Non importa marca o modello ma il “cuore” con il quale scriverete.

Il racconto di oggi ha come protagonista l’Alfa Romeo verso la fine degli anni sessanta. In questo periodo la casa del biscione decide di realizzare un’auto adatta a tutti. Così, nel 1967 l’ingegner Rudolf Hruska e un gruppo di progettisti si mettono al lavoro per creare il modello. L’anno seguente inizia la costruzione di un nuovo stabilimento, a Pomigliano D’Arco, dal quale uscirà l’Alfa Romeo Alfasud che debutterà ufficialmente al Salone di Torino nel 1971. Le linee aerodinamiche che contraddistinguono la vettura disegnata da Giorgetto Giugiaro sono tondeggianti davanti e squadrate dietro, con la caratteristica coda tronca e il lunotto inclinato di ampie dimensioni.

Sotto il cofano della primaserie troviamo un 1186 cc quattro cilindri boxer raffreddato ad acqua, in grado di sviluppare un potenza di 63 CV e raggiungere una velocità massima di 153 Km/h; ad esso è abbinato un cambio manuale a quattro rapporti. Le sospensioni anteriori seguono il classico schema McPherson, mentre quelle posteriori sono ad assale rigido con puntoni longitudinali e barra trasversale Panhard. L’impianto frenante ha sia un punto di forza sia uno di debolezza: il primo consiste nell’adozione di dischi su tutte e quattro le ruote, il secondo, nell’assenza del servofreno.

Alfa Romeo Alfasud
Alfa Romeo Alfasud
Alfa Romeo Alfasud
Alfa Romeo Alfasud

A un anno dalla produzione della prima vettura vengono introdotti il servofreno, il lunotto termico, l’accendisigari e il contagiri. Alla fine dello stesso anno debutta l’Alfasud Ti, in versione a due porte. La Ti, che può definirsi la “sportiva”, possiede gruppi ottici anteriori a quattro proiettori, nuovi paraurti, tergicristalli verniciati di nero, cerchi in lega con pneumatici maggiorati e spoiler.

Grazie all’impiego di nuovi allestimenti per i sedili, di un volante a tre razze e rivestimenti in moquette sul pavimento, l’abitacolo fa un salto di qualità. La strumentazione più ricca comprende ora il contagiri, il manometro dell’olio e il termometro dell’acqua. Il motore è lo stesso della berlina a quattro porte; in questo caso però eroga 68 CV, raggiunge i 160 Km/h ed è abbinato a un cambio manuale a cinque rapporti.

Nel 1975 inizia la commercializzazione della nuova gamma che comprende la versione N, L e Ti. La Normale (N) ovvero la base è equipaggiata col motore 1.2 da 63 CV. La versione Lusso (L) è caratterizzata da un’ampia dotazione di serie (contagiri, posacenere posteriore, lavavetro elettrico) e da rifiniture curate che comprendono: sedili con rivestimenti in tessuto, volante con nuovo disegno, plancia con console centrale e cassetto portaoggetti dotato di serratura a chiave. Esteticamente si distingue dalla N per i listelli cromati sulla calandra e nella fascia sottoporta. La principale modifica tecnica riguarda l’adozione degli stessi alberi a camme della Ti: questo permette di aumentare la coppia fino a 88 Nm e far salire la velocità di punta a 155 Km/h. Infine la Ti, che risulta quasi identica a quella precedente.

Lo stesso anno viene presentata la Giardinetta a tre porte, prima vettura familiare della casa, caratterizzata da una notevole capacità di carico variabile fra i 600 e i 1300 litri. Le finiture sono le stesse della L, mentre il motore è quello utilizzato per la N. Nel 1976 nascono l’Alfasud 5m in versione berlina e Giardinetta, e la Sprint, coupé ispirata all’Alfetta GT dotata di un 1.3 (1286 cc) da 75 CV. L’anno successivo questo motore sarà disponibile anche per la gamma Ti. La 5m viene poi sostituita dalla Super, che si affianca alla 1.2 N a quattro marce ed è equipaggiata con gli stessi motori della Ti.

Alfa Romeo Alfasud
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Alfa Romeo Alfasud
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Nel 1978, in seguito a un leggero restyling, la versione rivisitata della Ti è riconoscibile per lo spoiler posteriore, i nuovi passaruota supplementari di color nero, la fascia scura sottoporta e i paraurti già visti sulla Super. La gamma delle motorizzazioni inoltre subisce importanti variazioni: arriva un 1490 cc da 95 CV ed esce dal listino la versione 1.2. Pochi mesi dopo debutta anche un 1350 cc da 79 CV che sostituisce il precedente modello da 75 CV. Infine, il 1.2 che caratterizza la Super è affiancato da un 1.3 79 CV e un 1.5 85 CV.

Nel 1980 la baby Alfa subisce un profondo restyling. Le principali modifiche riguardano i paraurti in materiale plastico, il frontale con inediti gruppi ottici anteriori, le fasce paracolpi laterali nere e l’adozione di pneumatici tubeless. Internamente risultano nuovi i rivestimenti dei sedili, i pannelli delle porte e la plancia. La gamma della berlina è disponibile nelle motorizzazione 1.2 quattro rapporti 63 CV, 1.2 cinque rapporti 68 CV, 1.3 cinque rapporti 79 CV e 1.5 cinque rapporti 85 CV. Esce invece dal listino la Giardinetta. Nel 1981 viene presentata la versione a tre porte, equipaggiata con i tre motori a cinque marce disponibili sulla berlina. La Ti invece ora si può equipaggiare con due differenti motorizzazioni (un nuovo 1.3 da 86 CV e il già noto 1.5 da 95 CV), in configurazione a due o tre porte.

Nel 1982 l’Alfa Romeo decide di commercializzare una versione dal prezzo contenuto e dalla dotazione essenziale: la Junior. Quest’ultima, dotata di un 1.2 cinque rapporti 68 CV, sostituisce la 1.2 quattro rapporti 63 CV. Esternamente si caratterizza per la striscia adesiva di color arancio-giallo-rosso e per la scritta Junior. Nell’autunno dello stesso anno l’intera gamma viene completamente rivista. Vengono introdotti quattro nuovi allestimenti: S, SC, Quadrifoglio Oro e Quadrifoglio Verde (a cui è abbinato un 1.5 da 105 CV) e al tempo stesso escono dal listino le 1.3 e 1.5 a quattro porte, le 1.2 e 1.5 a tre porte, la 1.5 Ti da 95 CV.

Nel 1983 con la presentazione dell’Alfa 33 la carriera dell’Alfasud è ormai agli sgoccioli. L’anno seguente, infatti, uscirà definitivamente dai listini anche se la versione Sprint rimarrà in vendita fino al 1989.

Alfa Romeo Alfasud
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