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Toyota Aygo, Citroen C1, Peugeot 108: le piccole a confronto

Una piccola grande sfida tra tre sorellastre. Due francesi ed una giapponese con molto in comune. Toyota Aygo, Citroen C1, Peugeot 108: base tecnica in comune, differenze stilistiche per queste tre cittadine, ma non solo. Le abbiamo messe alla prova insieme.

Il 2014 è stato l’anno della piccola grande sfida. Aygo, C1, 108: tre marchi, due gruppi, un pianale, una triade storica. Nove anni dopo la storia ciclicamente si ripete e, ricomincia l’avventura che, un tempo, non sembrava avere uno sviluppo chiaro e definito, seppur intuibile. Il mondo dell’automotive invece, ha peridissequamente continuato per la strada del “piccolo è meglio”, ed a conti fatti, questa è stata una delle sfide più curiose, frizzanti, interessanti riproposta in questa seconda edizione.

D’altro canto, la storia del Segmento A in Italia può essere annoverata in relazione al rilancio storico di una nazione che con il boom economico iniziò la sua ascesa. Le piccole erano le auto del popolo, e potevano esser comprate da tutti per la loro praticità ed economia. Ai tempi fu la 500 che sdoganò il concetto di automobile per il popolo. Uno scenario che, con l’aumento del consumismo imperante, all’interno di un’Italia che aveva imparato a sognare, comportò l’entrata in campo sempre più da protagonista del Segmento C quale mezzo per la vita di tutti i giorni. Le dimensioni come status sociale: la classe operaia comprava la Ritmo o la Tipo, snobbando un mercato, come quello delle compatte che, salvo alcune piccole eccezioni, aveva imboccato una strada di declino. La “piccola” era povera, economica in un mondo che abbinava quindi il concetto di grande a quello di qualità: ed in effetti era assolutamente vero.

Una cittadina non rappresentava quanto di meglio dal punto di vista della qualità degli interni, degli accessori, per non parlare degli allestimenti, vocabolo praticamente sconosciuto. Ma in un mondo sempre più caotico, e dotato di spazi sempre minori, declinato principalmente in ambientazioni urbane, le qualità del segmento A sono rimaste a covare sotto la cenere per molto tempo. Oggi, con un mercato generale in contrazione, le piccole sono divenute grandi, con un processo di maturazione arrivato a compimento. Oggi le piccole rappresentano i modelli chiave per poter fare dei volumi di fabbrica importanti.

Ecco quindi la Join-Venture di Toyota con PSA. L’allora presidente del gruppo Peugeot-Citroen, Jean Martin Folz, dopo la dipartita di Calvet, radicalmente antigiapponese, decise di stringere questo accordo con la casa Nipponica responsabile della produzione di un modello con una base identica, lasciando ai transalpini la responsabilità degli acquisti e delle forniture necessarie. Costi marginali inferiori rappresenterebbero e rappresentano un margine di profitto superiore basato sui numeri, mantenendo una qualità percepita superiore. Ecco, proprio questo il punto nodale del “nuovo segmento A”: la maturazione dal punto di vista qualitatitvo. La piccola mantiene le sue radici con il passato per le dimensioni non per la qualità, ad oggi degna di una vettura di segmento più alto.

Dicevamo, qualità e numeri: per la Join-Venture fu approntata la fabbrica di Kolin , in grado di offrire una capacità di oltre 340.000 unità: tre marche, tre automobili divise dall’estetica. I primi esemplari uscirono nel 2005, e da quel momento sono state vendute mediamente oltre 2,4 milioni di vetture. Un legame forte, rilanciato anche con ulteriori 540 milioni di investimento alla nascita di questa seconda generazione. Consorelle alla nascita, rivali fuori: il DNA è lo stesso, ma ognuna con la propria personalità di spicco. Personalità che, non a caso, si riversa sul proprio mercato di riferimento. Piccole, compatte, familiari e cittadine, ma le tinte, gli allestimenti, l’impronta data da ogni casa ne suggerisce una particolare clientela. Così, se da un lato la 108 punta maggiormente ad un pubblico femminile, la C1 è probabilmente quella con un look più maturo e sobrio, mentre la Aygo è quella che ha puntato ad un’estetica più coraggiosa, con un frontale prorompente.


E’ una sfida che, a distanza di nove anni, si è rinnovato in questo 2014, nuovo Anno Zero per le tre consorelle. Dopo un 2012 che ha visto primeggiare la Aygo, unica a sfondare quota 10.000 immatricolazioni con le sue 10.675 unità, rispetto alla C1 (6283 vetture) e la 107 (6825 vetture), ed un 2013 transitorio in cui la 107, giunta al termine della sua ‘vita produttiva’ si attestava a 4693 unità, sopravanzato dalla stessa C1 (6635) e dalla confermata Aygo (8853), nella stagione del rilancio tutte e tre le piccole di segmento A hanno lanciato la propria offensiva più o meno nello stesso periodo.

Ecco perchè il raffronto può avere un minimo comune denominatore a partire dal mese di Giugno. Dal lancio alla rivelazione UNRAE di novembre, ancora una volta chi più ha rischiato dal punto di vista del design – leggasi Aygo – ha ricevuto una risposta migliore da parte del mercato. Solo nell’ultimo mese, la piccola nipponica, nonostante una scelta di allestimenti, di motorizzazioni e di personalizzazioni inferiore rispetto alle sorelle (come andremo ad analizzare più avanti) è la vettura più venduta con 1194 immatricolazioni, seguita a ruota da Citroen C1 (736) e quindi dalla Peugeot 108 (646) nell’ultimo mese.

Una tendenza che si conferma nel periodo complessivo analizzato: da Giugno ad oggi, la nipponica si attesta saldamente in vetta a 4957 unità immatricolate, seguita dalla Citroen C1 con 1797 totali e dalla 108 a ruota, è il caso di dirlo, con 1683.

Segno di come la volontà delle due francesi di puntare su uno stile particolareggiato, con dettagli e scelte chiare e personali siano da leggersi come un chiaro elemento di sfida verso Toyota, in un mercato che, comunque, negli ultimi anni, ha visto la frontiera italiana trovarsi in vetta con la Fiat Panda e la Fiat 500. Un mercato strategico quello delle vetture di segmento A, in cui queste tre consorelle cercano un ‘posto al sole’ partendo invero da basi comuni. In cosa si differenziano quindi? Andiamo ad analizzarle: partiamo dai dati salienti, quelli che ogni acquirente vorrebbe avere a disposizione subito.

Si parte con i prezzi: La Toyota Aygo varia tra gli 11.350 ai 14.500, la Citroen C1 tra i 9950 ed i 14.350 mentre la Peugeot 108 ha una forbice che passa dai 9950 euro ai 14.650 euro. In base a cosa cambia questo delta considerando la dotazione tecnica eugale? Beh, partiamo dal presupposto che le due piccole francesi hanno due motorizzazioni a disposizione – il 1.0 ed il 1.2 (che analizzeremo più avanti) mentre la nipponica solo la cilindrata più piccola.

Da considerare sono le versioni inoltre, visto che sempre la Aygo si può acquistare con 3 o 5 porte, ma non è dotata di tettuccio apribile. Gli allestimenti poi ne prevedono quattro per la Aygo, cinque per la C1 e 3 per la 108, che ha comunque a disposizione più tinte cromatiche di tutte. Queste sono principalmente le grandi differenze, anche se, nonostante la propria base tecnica motoristica e ciclistica, le personalità si svelano, anche con distinzioni marginali, e non “semplicmente” dal punto di vista estetico.

comparativa citroen c1, toyota aygo, peugeot 108

Design: L’anima si rivela dal colpo d’occhio

comparativa citroen c1, toyota aygo, peugeot 108
Progettate congiuntamente, la 108, la C1 e la Aygo hanno in comune i motori, la carrozzeria, le plastiche e la base degli interni che andremo ad analizzare a breve. Anche la culla è la stessa: sono state realizzate infatti nello stesso stabilimento. Parenti strette ma in grado di differenziarsi a prima vista. Già, perchè se l’occhio vuole la sua parte, ognuna svela le proprie velleità, le proprie forme ed i dettagli, come in passerella. Parenti strette invero, ma ognuna in grado di mettere in mostra i propri punti chiave dal punto di vista estetico.

L’animo francese della Citroen C1 sarà pure evidente, ma a vederla dal vivo, non si può che notare la firma italiana di Carlo Bolzanigo. Lui stesso ci aveva sottolineato come questa segmento A aveva, dopo la prima versione più “liceale”, aveva in questa sua nuova declinazione, passato il proprio esame di maturità. Chiaro, rimane l’aria sbarazzina e scanzonata, giovanile, ma ora con tratti più seri. Punti nodali sono i due fari tondi, sovrastati da due sopracciglia che rimarcano e delineano lo sguardo. La mascherina in fronte, ingloba poi il doppio chevron. Sicuramente la piccola C1, nel suo complesso, mostra un design omogeneo, armonico, tendendo ad un’idea simpatia dell’auto, ma comunque non fanciullesca. In altre parole, per dirla proprio con le parole di Bolzanigo, la C1 offre un’idea di “desimplificazione della vita”.


Sorella stretta, in grado di parlare “la stessa linga” è ovviamente la Peugeot 108: rivoluzionaria mantenendo il porpior stile, prende il proprio design dal nuovo corso stilistico della casa del Leone. I creativi della casa francese hanno puntato ad un look concettualmente equilibrato, con una zona anteriore che riprende gli stilemi delle sorelle maggiori 208 e 508: calandra che ingloba il marchio della casa, gruppi ottici incassati nella carrozzeria. A prima vista sembrerebbe quella “meno estrema”, più tradizionale, ma attenzione ai dettagli, come i gruppi ottici posteriori con quel graffio dato da una zampata di un leone. Un effetto visivo e stilistico particolarmente riuscito. D’altro canto, licenze a parte, la 108 si vuol mostrare come una vettura che punta molto sulle personalizzazioni, sulle tinte, su un abbinamento cromatico decisamente urbano e altamente personalizzabile.

La consorella dagli occhi a mandorla punta forte invece su un distanziamento stilistico rispetto alle due francesi. La personalità sembra più decisa, dirompente: uno strappo rispetto alla prima edizione, ma anche rispetto alle consorelle. Già, perchè se Peugeot e Citroen puntano principalmente su di una concentrazione ed orizzontalizzazione dei dettami stilistici, la Aygo punta ad una verticalizzazione di alcuni dettagli, cercando di puntare su una maggior spigolosità di alcuni tratti – con un occhio anche sulla penetrazione aerodinamica che arriva a 0.29, il migliore tra le tre – ma anche a soluzioni stilistiche ricercate, mostrate anche su sorelle di “rango maggiore”.


Il nostro riferimento è chiaro, e va verso la grande clessidra, la calandra anteriore, divenuto vero e proprio elemento chiave dal punto di vista stilistico, cosi come i proiettori posteriori, che si sviluppano in verticale lungo la zona posteriore: nessuna contrazione, in contrasto con il design generale dell’auto. Uno sviluppo per certi versi opposto: se C1 e 108 puntano sull’equilibrio delle linee e delle forme, con una omogeneità di fondo, svuluppando poi i dettagli, la Aygo contrae le linee, le sviluppa più in verticale, lasciando elementi come i proiettori posteriori svilupparsi in sinergia e non in contrasto.

Per il resto, parliamo di vetture con praticamente tutto in comune come ad esempio i cofani estremamente piccoli e corti, molto leggeri da sollevare, oppure i cerchi in lega da 15 pollici. D’altro canto, parliamo di vetture veramente piccole. La Aygo è lunga 3,46 metri, un centimetro meno della C1 e due rispetto alla 108.

comparativa citroen c1, toyota aygo, peugeot 108

Interni: equilibrio degli spazi

comparativa citroen c1, toyota aygo, peugeot 108
Se gli esterni prestano il fianco a diverse interpretazioni, l’animo comune si riversa in maniera cospicua osservando gli interni. Partiamo da quello che una vettura del genere vuole e si propone di offrire, ovvero il giusto compromesso tra dimensioni ridotte ed efficenza, quindi abitabilità e sfruttamento degli spazi. Non deve stupire quindi se partiamo nella nostra analisi dal bagagliaio.

Lo spazio non è mastodontico, ma per i piccoli e medi spostamenti quotidiani, con pochi bagagli o con le buste della spesa, risultano più che sufficenti. Le tre sorelle hanno un vano che si apre direttamente dal lunotto con la cappelliera. 168 i litri dichiarati dalla Aygo, contro le 196 di Peugeot e C1: curioso, visto che lo spazio è sostanzialmente identico. Sono bagagliai che, vista la natura dell’auto, si sviluppano principalmente in verticale, ed in effetti lo spazio non manca, anche se la presenza del gradino può risultare un poco scomodo per caricare a bordo trolley o buste. Peccato per quel neo evidente rappresentato dalla cappelliera: i sostegni si sganciano fin troppo facilmente ogni qualvolta apriamo il cofano posteriore, inoltre si sono rivelati fin troppo sittili e leggeri, non riuscendo a sostenere a dovere dei pesi evidenti.


Tornando a parlare di capacità, per poter migliorare la capienza si possono ovviamente coricare i sedili, anche grazie ad un sistema di piccole leve che permettono un coricamente più agevole e veloce. A proposito di spazio a bordo: le portiere posteriori sono grandi, permettendono un’agevole ingresso a bordo, anche se lo spazio risulta un pò sacrificato. E’ indubbio come una persona di statura media tocchi sia con la testa il tetto che con le ginocchia il sedile anteriore.

L’omologazione invero è per quattro, ma è meglio se i passeggeri posteriori siano bambini o ragazzini. Non si tratta di una considerazione estemporanea: sono previsti infatti gli attacchi Iso Fix. Molto belli i sedili anteriori con il poggiatesta integrato, anche se – piccola postilla – questi possono limitare la vista del passeggero posteriore.


Spostiamoci nella zona anteriore, lato guidatore e passeggero dove possiamo ammirare la plancia di bordo, il cockpit, i vani portaoggetti. Qui, lo step evolutivo in termini qualitativi è risibile, sopratutto riguardo le finiture e gli accessori. Insomma, piccola di segmento A, ma con qualità e stile in comune. Molta la plastica impegata invero, con una natura dura e rigida. Vi sono anche alcuni piccoli tratti con lamiera a vista, ma nel complesso il bilancio è più che positivo.

Dettagli e aggiornamenti come l’alzacristalli elettrici sia per il guidatore che per il passeggero ne sono testimonianza. Qui, Toyota la fa da padrone, perchè i componenti presenti in tutte e tre le consorelle sono di origine giapponese. Il volante offre una buona ergonomia, con i comandi al volante semplici ed efficaci. Solamente sulla Aygo il volante è in pelle, anche nella versione base.

Molto simpatiche le bocchette dell’aria, indirizzabili ai lati, mentre quella centrale risulta fissa. Chiaro il cockpit, con il contachilometri disposto in posizione centrale, mentre risulta leggermente scomodo il contagiri posto di lato, quasi nascosto dal volante stesso, ma stiamo parlando di dettagli.
comparativa citroen c1, toyota aygo, peugeot 108

Mirror ma non solo: l’infotainment a bordo

comparativa citroen c1, toyota aygo, peugeot 108
A proposito di vita a bordo: sempre maggiore è l’interesse per il sistema di infotainment a bordo di una vettura. Parlando delle tre consorelle, la parola d’ordine è una e si chiama “Mirror Link”. Di cosa si tratta? Di un sistema che permette, attraverso il più classico dei cavi USB, di poter utilizzare il nostro smartphone in qualità di interfaccia collegabile e trasferibile direttamente sul monitor posto sulla consolle centrale. Tramite apposita applicazione quindi, il monitor diviene un vero e proprio hub, permettendo di poter navigare sfruttando la propria connessione internet e, conseguentemente, Google Maps, oppure ascoltare la musica salvata direttamente sul nostro dispositivo o, molto più semplicemente, sfruttare qualsasi applicazione di infotainment.

L’interazione quindi tra monitor touch è diretta, non più bypassata attraverso il cellulare. La soluzione è interessante ma leggermente troppo pesante a livello di firmware, tanto che dalla Casa Madre – anzi, dalle case madri – è previsto un upgrade del firmware stesso per snellire. Tutto questo non prescinde da un sistema di infotainment presente ex ante sulle tre piccole, ovviamente sfruttando il monitor da 7 pollici (questo sì di serie). Un sistema non disponibile nelle versioni base, e a pagamento nelle versioni intermedie. Così, sulla 108 costerà 350 euro, sulla C1 a 500, mentre è di serie in tutte le altre versioni.

Un punto in più per Toyota, visto che ha previsto anche la possibilità di poter avere un sistema di navigazione sempre touch, oltretutto veloce ed efficace, ancorchè chiaro e immediato. Si chiama Navi Box, con sistema di navigazione disposto su scheda SD e lettore nel cassetto portaogetti. Una soluzione in più per chi non vuole sfruttare anche la propria connessione dati per poter viaggiare.
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La guida ed i consumi: gemelle diverse

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L’habitat naturale delle piccole di segmento A è uno e indissolubile: l’ambiente urbano. File, code, svolte rapide ed in ambienti principalmente stretti. Inoltre, fattore assolutamente indispensabile, le ripartenze, gli scatti nel breve raggio. Un’animale da città deve essere filante, agevole, veloce e frizzante. Ma è indissolubile come la vita a bordo, coadiuvata con la guida, sia un elemento imprescindibile. Parliamoci chiaro, non stiamo parlando di vetture che debbano e vogliano offrire prestazioni assolute.

Il comportamento delle tre piccole è sostanzialmente omogeneo, morbido invero, ma comunque mai cedevole. Vetture che scorrono bene quando si vuole affrontare le curve, ma al contempo sono estremamente reattive nei cambi di corsia, oppure nell’affrontare una rotonda o un dosso. Chiaramente il trasferimento di carico c’è, è evidente, ma è comunque sopperito da una frizzantezza tenuta a bada dall’elettronica. Rispetto alle prime versioni, non si può fare a meno di notare il cambio, decisamente migliorato negli innesti corti e rapidi, oltre che morbidi. I rapporti sono leggermente lunghi, il che comporta una ricercatezza della potenza.


Le tre consorelle hanno in comune il propulsore 1000 da 68 cavalli, unità nata da casa Toyota, con i suoi tre cilindri, parco nei consumi, ma con uno spunto netto, senza però eccessive velleità. La potenza va ricercata e serve tenere il motore in tiro tra i 4000 ed i 6500 giri per poter percepire i cavalli. Ciò comporta un allungo ragguardevole, considerando la cubatura, con un tiro in seconda e terza marcia degno di nota. Un propulsore pacato in basso e ai medi, e conseguentemente brioso se spremuto un poco.
Il 1.2, che non ritroviamo sulla Aygo, svetta con i suoi 82 cavalli, con una coppia ben più avvertibile, ed una potenza che quindi si avverte maggiormente fin dai medi regimi. Di serie, queste vetture offrono l’hill hold per poter partire in salita senza dover tenere il piede sul freno.

A proposito di abitabilità: il volante si può regolare solamente in altezza è vero, ma per ottenere una posizione ottimale, ecco il sedile che può essere sistemato al meglio per ogni nostra velleità. Molto utile e funzionale la telecamera posteriore per le manovre di parcheggio, optional in alcune versioni. Si tratta di un sistema accessorio che, per la lunghezza e le dimensioni delle auto in questione potrebbe risultare futile, ma si tratta di un accessorio funzionale, ben tarato ed in grado di offrire uno step in alto per quanto rigurda gli aiuti alla guida.


E veniamo ai consumi omogenei per le tre consorelle con un valore che si attesta sui 6 litri ogni 100 chilometri. Chiaro che se ci dovessimo ritrovare nel traffico la musica cambia, anche se di poco: siamo arrivati a leggere un consumo di circa 7,8 litri, mentre in ambiente extraurbano siamo scesi praticamente fino a 5,2.
A conti fatti quindi, se le vostre velleità sono incanalate nell’ambito urbano, se non avete bisogno di grandi sposamenti, se le dimensioni contano, ma mai come nell’ambiente metropolitano, piccolo è meglio considerando la grande concentrazione del traffico nelle metropoli odierne, le piccole di segmento A possono fare per voi.

Senza troppi fronzoli, puntano a distinguersi comunque per il design, ed in effetti, questa è l’unica grande discriminante, oltre ad alcuni elementi di dettaglio. Invero le due francesi hanno il propulsore 1.2, ma la differenza non è cosi rilevabile, e per una cittadina, il 1.0 va più che bene a nostro parere. Quale che scegliate, sappiate comunque che la vostra volontà sarà solo ed esclusivamente di pancia, istintiva: prendete quella che vi affascina di più e state pur certi che non ve ne pentirete.

I nostri rilevamenti

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Durante le nostre giornate di prova, abbiamo provveduto ad effettuare dei rilevamenti prestazionali. Considerando come le tre consorelle condividono sia il propulsore che il pianale, si è deciso di effettuare tale rilevamento solamente su di una vettura, più precisamente sulla Toyota Aygo.
Chilometri percorsi: 1800
Massa: 978 kg
Ripartizione pesi: 62 – 38 %

VELOCITA’
Velocità Massima: 170.830 km/h
Regime a velocità massima: 6100 giri/min in quarta marcia
Regime a 130 km/h: 3830 giri/min in quinta marcia
Scarto del tachimetro a 130 km/h: 3,5%

CONSUMI
a 90 km/h: 26.4 km/litro
a 100 km/h: 24 km/litro
a 130 km/h: 14.7 km/l

ACCELERAZIONE
0-60: 5,2 secondi
0-100: 13,3 secondi
0 – 130: 25,8 secondi
400 metri da fermo: 18,7 secondi
1 km da fermo: 35,2 secondi

RIPRESA
70-90: 11,4/14.2 secondi
70-100: 18.4/22.6 secondi
70-110: 27.8/31.6 secondi
30-60: 8.7 secondi in terza marcia

FRENATA
100-0 metri: 44,6 metri
130-0 metri : 74.2 metri

Quali sono state le protagoniste?

comparativa citroen c1, toyota aygo, peugeot 108
E’ indubbio come gli allestimenti e le versioni di queste tre piccole pepate siano veramente tanti, forse perfino troppi. Vi è una possibilità di personalizzare il proprio mezzo con varianti etremamente elevate. Però, per la nostra prova dovevamo cercare un sostanziale quilibrio. Ecco quindi le nostre protagoniste accessorio per accessorio.

Prezzo della vettura in prova: 14.000 (C1), 14.950 (108), 14.050 (Aygo)

ABS: di serie per tutte e tre

Airbag frontali laterali e sulla tendina: di serie per tutte e tre

Alzacristalli elettrici anteriori: di serie per tutte e tre

Autoradio, MP3, USB, Bluetooth: di serie per tutte e tre

Cambio automatico: non presente nella versioni a disposizione, ma disponibile a 500 euro

Cerchi in lega da 15 pollici: di serie per tutte e tre

Climatizzatore automatico: disponibile sia su C1 che su 108 (con un prezzo di 300 euro), di serie sulla Aygo

Comandi al volante: di serie per tutte e tre

Controllo elettronico stabilità: di serie per tutte e tre

Fari a led e Hill Assist: di serie per tutte e tre

Keyless system: disponibile a 600 euro sulla C1 e a 300 sull’Aygo ma non presenti. Presente sulla 108 con 500 euro

Touch Pad da 7” e retrovisori esterni elettrici: di serie per tutte e tre

Ruota di scorta: 100 euro per tutte e tre, ma comunque già presente sulla C1

Vernice metallizzata: di serie sulla Aygo, a 500 euro sulle due francesi, persente già sulla C1

Volante regolabile in altezza: di serie per tutte e tre

comparativa citroen c1, toyota aygo, peugeot 108


Scheda tecnica Toyota Aygo, Citroen C1 e Peugeot 108

Toyota Aygo

comparativa citroen c1, toyota aygo, peugeot 108
Porte: 5
Posti: 4
Cilindrata: 1 l / 998 cm3
Alimentazione: benzina
Omologazione: E5
Potenza: 69 CV / 51 kW
Trazione: anteriore
Cambio: manuale a 5 rapporti o robotizzato MMT
Lunghezza in cm: 346
Larghezza in cm: 162
Altezza in cm: 146
Dimensione Bagagliaio dichiarato: 168 l
Serbatoio: 35 l
Peso a Vuoto: 855 Kg
Velocità Massima: 160 Km/h
Consumo Urbano: 5.0 l/100 Km
Consumo Extra: 3.6 l/100 Km
Consumo Combinato: 4.1 l/100 Km

*Dati dichiarati dalla casa

Citroen C1

comparativa citroen c1, toyota aygo, peugeot 108
Porte: 5
Posti: 4
Cilindrata: 1 l / 998 cm3
Alimentazione: benzina
Omologazione: E5
Potenza: 69 CV / 51 kW
Trazione: anteriore
Cambio: manuale a 5 rapporti o robotizzato ETG5
Lunghezza in cm: 347
Larghezza in cm: 162
Altezza in cm: 146
Dimensione Bagagliaio dichiarato: 196 l
Serbatoio: 35 l
Peso a Vuoto: 881 Kg
Velocità Massima: 157 Km/h
Consumo Urbano: 5 l/100 Km
Consumo Extra urbano: 3.8 l/100 Km
Consumo Combinato: 4.2 l/100 Km

*Dati dichiarati dalla casa

Peugeot 108

comparativa citroen c1, toyota aygo, peugeot 108
Porte: 5
Posti: 4
Cilindrata: 1 l / 998 cm3
Alimentazione: benzina
Omologazione: E5
Potenza: 69 CV / 51 kW
Trazione: anteriore
Cambio: manuale a 5 rapporti o robotizzato ETG5
Lunghezza in cm: 347
Larghezza in cm: 162
Altezza in cm: 146
Dimensione Bagagliaio dichiarato: 196 l
Serbatoio: 35 l
Peso a Vuoto in kg: 856
Velocità Massima: 157 Km/h
Consumo Urbano: 5.0 l/100 Km
Consumo Extra Urbano: 3.8 l/100 Km
Consumo Combinato: 4.2 l/100 Km

*Dati dichiarati dalla casa

Gallery Completa Toyota Aygo, Citroen C1 e Peugeot 108

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