Valentino Rossi, sfuma approdo in hypercar: futuro incerto
Dopo i test in Bahrain con la BMW M Hybrid V8, Valentino Rossi non ottiene un posto in Hypercar. Possibile alternativa IMSA dal 2026 ma tutto è ancora incerto
La porta della classe regina dell’endurance si chiude, almeno per ora, per Valentino Rossi. Nonostante una prestazione solida e convincente durante i test in Bahrain al volante della M Hybrid V8, la sua ascesa verso la massima categoria del WEC si interrompe di fronte a strategie di squadra e logiche di mercato che sembrano premiare esclusivamente i giovani talenti già inseriti nei programmi ufficiali. Per il nove volte campione del mondo, il sogno di competere tra le Hypercar resta, dunque, in sospeso, lasciando aperti numerosi interrogativi sul suo futuro nel mondo delle quattro ruote.
Negli ultimi due anni, il percorso di Valentino Rossi nel panorama endurance è stato segnato da costanza e dedizione nella categoria LMGT3, con risultati che hanno dimostrato la sua capacità di adattarsi rapidamente a un contesto altamente competitivo. Eppure, anche dopo aver esplorato ogni possibile opportunità per accedere alla classe regina, la strada si è rivelata più tortuosa del previsto. Le trattative con BMW, costruttore di riferimento e punto di approdo naturale per il pilota italiano, non sono andate a buon fine. La casa tedesca ha infatti scelto di puntare su piloti giovani, già integrati nel proprio vivaio, lasciando a Rossi la consapevolezza che l’accesso ai vertici dell’endurance è sempre più riservato a figure inserite in progetti strategici pluriennali.
Delusione per Rossi
Il test con la M Hybrid V8 in Bahrain aveva alimentato grandi aspettative: le sue performance avevano evidenziato non solo potenziale competitivo, ma anche una notevole capacità di adattamento a una vettura ibrida di ultima generazione. Tuttavia, il calendario serrato e la visione a lungo termine di BMW hanno finito per penalizzare l’ex campione della MotoGP, spingendo il team a consolidare le proprie scelte interne e a dare priorità ai giovani già inseriti nel programma ufficiale.
La delusione di Valentino Rossi è palpabile. Il pilota non ha nascosto di aver cercato attivamente opportunità per il 2025 e oltre, ma ha anche riconosciuto la complessità di un’operazione che richiede tempo, pazienza e una precisa collocazione nei progetti ufficiali dei team. La realtà delle Hypercar è infatti dominata da logiche che privilegiano la continuità tecnica e commerciale, con investimenti mirati su giovani talenti destinati a crescere all’interno dei programmi factory. In questo contesto, le possibilità per chi, come Rossi, non dispone di un contratto full season si riducono drasticamente.
L’ipotesi di una partecipazione saltuaria o tramite wild card appare poco realistica nel panorama attuale delle Hypercar. Le squadre della classe regina tendono a schierare equipaggi stabili per l’intera stagione, e BMW in particolare sembra poco incline a inserire piloti per singole gare. Questa strategia limita ulteriormente le opportunità per i piloti esterni, costringendo figure di spicco come Rossi a riconsiderare le proprie prospettive sportive.
Un orizzonte diverso
Un orizzonte differente si apre invece oltre Atlantico, dove il campionato IMSA sta vivendo una fase di rinnovamento. Dal 2026, infatti, le regole impongono la presenza obbligatoria di un terzo pilota nelle gare endurance più lunghe, come la Michelin Endurance Cup. In questo scenario, Valentino Rossi individua una concreta possibilità di continuità, pur restando in attesa di conferme ufficiali da parte dei team coinvolti.
La scelta dei costruttori di investire sui giovani e su piloti interni risponde a una logica di lungo periodo, mirata a garantire stabilità tecnica e ritorni commerciali. Una strategia che, inevitabilmente, finisce per marginalizzare anche i profili più esperti e carismatici, se non integrati in un percorso di crescita condiviso. La competitività e la limitata disponibilità di sedili nelle Hypercar rendono ancora più difficile l’accesso per chi non fa parte di progetti strutturati e di lungo respiro.
Per Valentino Rossi, il passaggio dalle due alle quattro ruote aveva finora portato segnali incoraggianti nel mondo LMGT3: la sua costanza e l’attitudine al lavoro di squadra erano state apprezzate da addetti ai lavori e osservatori. Tuttavia, le dinamiche interne dei team ufficiali e la presenza di giovani promesse hanno impedito che questi risultati si traducessero in un salto di categoria.
A caccia di una nuova avventura
Sul piano contrattuale, il pilota si trova ora in scadenza con BMW e senza una destinazione certa per la prossima stagione. Le alternative spaziano dalla prosecuzione nel campionato GT3, a un possibile coinvolgimento selettivo in IMSA, fino alla possibilità di ridefinire completamente i propri obiettivi sportivi qualora l’accesso alle Hypercar dovesse rimanere precluso.
La vicenda di Valentino Rossi diventa così emblematica di una trasformazione in atto nel motorsport endurance: da un lato, la crescente professionalizzazione dei programmi ufficiali; dall’altro, le difficoltà crescenti per i piloti esterni ai progetti factory di raggiungere i vertici della disciplina. La situazione resta fluida e aperta, con il futuro del campione che dipenderà tanto dalle sue scelte quanto dalle strategie dei costruttori e dall’evoluzione delle competizioni internazionali.