Un'operosa berlina da 1 milione di km, tutti in Islanda: non è una VW

Scopri la storia della Škoda Octavia che ha percorso oltre un milione di chilometri con la meccanica originale, simbolo di affidabilità e manutenzione

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 8 set 2025
Un'operosa berlina da 1 milione di km, tutti in Islanda: non è una VW

Vi siete mai domandati quale sia il vero limite dell’affidabilità di un’auto moderna? Una risposta sorprendente arriva dall’Islanda, dove una Škoda Octavia del 2001 ha superato il traguardo, quasi mitico, di un milione di chilometri percorsi. Il dato più stupefacente? Lo ha fatto mantenendo intatti il motore, il cambio e la frizione originali, trasformandosi così in un autentico caso di studio per gli ingegneri automobilistici del Paese nordico.

La protagonista della storia

La protagonista di questa straordinaria vicenda è una berlina di prima generazione, acquistata nel 2003 da Jomundur Olason, allevatore islandese, che ha inconsapevolmente scritto una pagina memorabile nella storia della longevità automobilistica. Inizialmente pensata come vettura per la moglie, dal 2007 la Octavia è diventata il mezzo di lavoro principale di Olason, impiegata ogni giorno per gli spostamenti tra casa e fattoria, spesso su strade sterrate e in condizioni tutt’altro che agevoli.

Lanciata negli anni ’90, la Škoda Octavia è nata dall’ambizione del Volkswagen Group di espandere la propria presenza nel segmento delle berline accessibili. Realizzata sulla piattaforma PQ34 A4, la stessa condivisa con modelli iconici come Volkswagen Golf, Jetta, Audi TT e SEAT Leon, la vettura ceca si distingueva per le dimensioni leggermente superiori, che garantivano un comfort interno superiore senza sovrapporsi al segmento della più costosa Passat. Questa scelta progettuale si è rivelata vincente, offrendo un compromesso ideale tra spazio, funzionalità e costi contenuti.

Infinita affidabilità

Ma qual è il vero segreto dietro una simile impresa di affidabilità? La risposta risiede nella meticolosa manutenzione a cui la vettura è stata sottoposta. Come raccontato dallo stesso Jomundur Olason in un’intervista a Škoda World, la chiave è stata una routine costante di controlli e sostituzioni mirate: attenzione alle sospensioni, al radiatore e ai freni, ma soprattutto l’utilizzo di olio di alta qualità, sostituito rigorosamente ogni 30.000 chilometri. Un approccio che, unito a uno stile di guida sempre rispettoso — mai oltrepassare i 3.000 giri/minuto e adottare una guida fluida — ha permesso alla berlina di superare ogni aspettativa.

Il percorso verso il milione di chilometri non è stato privo di sfide. Il contachilometri stesso non era stato progettato per registrare una distanza così elevata, costringendo il proprietario a ricorrere a soluzioni alternative per monitorare i traguardi raggiunti. Eppure, nonostante le condizioni d’uso spesso estreme — con frequenti viaggi su sterrato e persino il trasporto di pecore nel bagagliaio — la Škoda Octavia ha resistito, mantenendo intatta la sua meccanica originale.

Una storia di auto da lungo chilometraggio

Se nella storia dell’automobilismo esistono altri esempi di vetture capaci di percorrere distanze record — come il celebre Volkswagen Beetle di Albert Klein, che ha superato 1,6 milioni di miglia — il caso della Octavia si distingue per la sua unicità: ha raggiunto questo traguardo senza la sostituzione dei componenti fondamentali della meccanica. Un risultato che non solo stupisce, ma che offre una lezione preziosa a tutti gli automobilisti.

Questa storia insegna che anche un’auto nata per essere accessibile e funzionale può trasformarsi in un compagno di viaggio incredibilmente duraturo, se trattata con cura e attenzione. La costanza nella manutenzione e uno stile di guida consapevole sono fattori in grado di moltiplicare esponenzialmente la vita utile di qualsiasi veicolo. In un’epoca in cui si parla sempre più di sostenibilità e risparmio, la testimonianza di Jomundur Olason e della sua instancabile Škoda Octavia rappresenta un esempio concreto di come la dedizione e il rispetto per la meccanica possano fare davvero la differenza.

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