Tesla Cybertruck, un'odissea tra chilometri azzerati e pannelli mal allineati

Un proprietario di Tesla Cybertruck si ritrova con chilometri azzerati e difetti estetici dopo una revisione in officina Tesla. Scopri di più

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 20 mag 2025
Tesla Cybertruck, un'odissea tra chilometri azzerati e pannelli mal allineati

Un episodio curioso e controverso ha recentemente coinvolto un proprietario di un Tesla Cybertruck, il quale si è trovato di fronte a un’inattesa odissea dopo una visita programmata per la manutenzione del suo veicolo. Il risultato? Un’auto che sembrava uscita dalla fabbrica, ma non nel senso positivo del termine: zero miglia sull’odometro e una lunga lista di nuovi problemi estetici e funzionali.

Troppi problemi

Il proprietario, che aveva affidato il suo veicolo elettrico a un centro assistenza ufficiale Tesla per risolvere alcuni problemi di allineamento dei pannelli esterni e per l’installazione di una nuova barra luminosa, si è trovato davanti a una situazione che definire paradossale è riduttivo. Il suo amato “Cyberbeast” è tornato con un odometro azzerato, un problema che non solo ha lasciato perplesso il proprietario, ma potrebbe rappresentare una violazione delle normative della National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA).

Il processo di manutenzione, che inizialmente sembrava semplice, ha subito ritardi sin dal principio, alimentando le preoccupazioni del proprietario. Tuttavia, nulla avrebbe potuto prepararlo alla lista di problemi riscontrati al momento del ritiro del veicolo. Oltre al reset del contachilometri, il Cybertruck presentava difetti estetici Tesla di vario tipo: rivestimenti interni parzialmente staccati, barra luminosa montata in modo asimmetrico, bulloni allentati nel portellone e rifiniture fissate in maniera approssimativa. Come se non bastasse, il sistema del veicolo non era più in grado di connettersi allo smartphone del proprietario, aggiungendo un ulteriore livello di frustrazione.

Ironia e amarezza

Con un misto di ironia e amarezza, il proprietario ha descritto il suo veicolo come “un neonato con un occhio pigro e un arto mancante”, evidenziando come il problema del odometro azzerato possa ora classificare il suo Cybertruck come TMU (True Mileage Unknown). Questa condizione non solo ne riduce significativamente il valore di rivendita, ma solleva anche dubbi sull’affidabilità dei processi di manutenzione Tesla.

Questo caso non è un episodio isolato, ma si inserisce in un quadro più ampio di segnalazioni relative a problematiche di assemblaggio e assistenza post-vendita dei veicoli Tesla. Nonostante il marchio sia spesso associato a innovazione tecnologica e status premium, continuano a emergere testimonianze che mettono in discussione la qualità costruttiva e il servizio clienti. Per un’azienda che si posiziona come leader nel settore delle auto elettriche, episodi del genere rappresentano un colpo alla fiducia degli acquirenti e un potenziale danno alla reputazione.

Interrogativi sulla manutenzione

La gestione di questo tipo di situazioni solleva interrogativi fondamentali sul servizio di manutenzione Tesla. Come risponderà Tesla a queste critiche? Verranno implementati miglioramenti per garantire una maggiore affidabilità e trasparenza nei servizi post-vendita? Domande come queste sono cruciali per il futuro del marchio, che già affronta pressioni su più fronti, tra cui i sistemi di guida autonoma e le strategie di pricing.

Nel frattempo, la storia del “Cyberbeast trasformato in neonato” rimane un monito per tutti i proprietari di veicoli di ultima generazione. L’innovazione tecnologica, per quanto affascinante, non sempre si traduce in un’esperienza priva di problemi. Episodi come questo evidenziano l’importanza di una manutenzione affidabile e di un servizio clienti all’altezza delle aspettative, specialmente per un marchio che ambisce a ridefinire il futuro della mobilità.

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