Tesla, cosa succede in Svezia? Crollo delle vendite dell'84%

Tesla in crisi in Europa: crollo delle vendite in Svezia (-84%) e forte flessione in Italia. Concorrenti e scelte di Musk pesano sul futuro del brand

Di Renato Terlisi
Pubblicato il 3 set 2025
Tesla, cosa succede in Svezia? Crollo delle vendite dell'84%

Il recente crollo delle Tesla nei principali mercati europei sta facendo molto discutere analisti e appassionati del settore automobilistico. La casa californiana, un tempo simbolo indiscusso della rivoluzione delle auto elettriche, si trova oggi a fronteggiare una delle crisi più profonde della sua storia, con dati di vendite in netto calo in quasi tutto il continente. I numeri, impietosi, mostrano come il marchio guidato da Elon Musk stia perdendo terreno soprattutto nei paesi che in passato avevano trainato la crescita del brand, lasciando spazio a una riflessione più ampia sulle cause di questa inversione di tendenza e sulle possibili strategie future.

Un passo falso

Particolarmente eclatante è la situazione in Svezia, dove il crollo ha assunto dimensioni storiche. Nel solo mese di agosto 2025, infatti, sono state immatricolate appena 210 vetture a marchio Tesla, a fronte delle 1.348 registrate nello stesso periodo dell’anno precedente. Un calo dell’84% che segna uno dei peggiori risultati mai registrati dall’industria automobilistica moderna in questo mercato. Questo dato non solo mette in luce la gravità della crisi, ma sottolinea anche come il consenso nei confronti del brand si sia drasticamente ridotto in un’area geografica tradizionalmente sensibile alle tematiche ambientali e tecnologiche.

Non meno preoccupante è la situazione nei Paesi Bassi, altro mercato chiave per il costruttore americano. Qui, le nuove immatricolazioni si sono fermate a 776 unità contro le 1.545 di agosto 2024, con un calo che, considerando l’intero periodo gennaio-agosto, raggiunge il 49,7% rispetto all’anno precedente. Si tratta di una contrazione che conferma la perdita di appeal delle vetture Tesla in contesti storicamente favorevoli, e che potrebbe preludere a una crisi ancora più profonda se non verranno adottate contromisure efficaci.

Il mercato italiano non è immune all’ondata negativa

Anche il mercato italiano non è rimasto immune a questa ondata negativa, sebbene il calo sia stato meno drastico rispetto ad altri paesi. Nei primi otto mesi del 2025, le vendite della Model 3 sono scese a 3.847 unità, contro le 5.570 dello stesso periodo del 2024. La situazione della Model Y non è migliore: 3.474 immatricolazioni contro le 5.320 dell’anno precedente, nonostante l’introduzione di una versione aggiornata che avrebbe dovuto rilanciare le performance commerciali del modello. Questi dati mettono in evidenza come anche in Italia la domanda di auto elettriche del marchio californiano sia in forte rallentamento, in un contesto dove la sensibilità ambientale e l’attenzione alle nuove tecnologie sono comunque molto alte.

Le ragioni di questa brusca frenata sono molteplici e intrecciano fattori di natura economica, sociale e strategica. Un elemento chiave è sicuramente il posizionamento pubblico di Elon Musk, che negli ultimi mesi si è schierato apertamente accanto a figure controverse come Donald Trump. Questa scelta ha suscitato una forte reazione tra la clientela storica di Tesla, particolarmente attenta ai temi della sostenibilità e della responsabilità sociale, generando un diffuso senso di tradimento e alimentando il fenomeno della fuga di clienti verso altri marchi.

A complicare ulteriormente la situazione c’è la crescente concorrenza nel segmento delle auto elettriche. I costruttori europei, forti di una lunga tradizione e di una presenza capillare sul territorio, stanno recuperando rapidamente terreno, mentre i nuovi player cinesi stanno rivoluzionando il mercato con offerte altamente competitive sia sul piano tecnologico che su quello dei prezzi. Questa pressione competitiva ha eroso le quote di mercato di Tesla, rendendo sempre più difficile mantenere la leadership conquistata negli anni passati.

Il contesto economico generale

Il quadro si completa con un contesto economico generale sfavorevole: l’instabilità dei mercati finanziari, l’aumento dei tassi d’interesse e la progressiva riduzione degli incentivi statali per l’acquisto di auto elettriche hanno raffreddato la domanda in modo significativo. Non vanno poi sottovalutate le critiche sempre più frequenti sulla qualità dei prodotti e sull’efficienza dell’assistenza post-vendita, aspetti che hanno contribuito a minare la reputazione del brand proprio nel momento in cui sarebbe stato necessario consolidare la fiducia dei consumatori.

Di fronte a questa situazione, resta da capire se Tesla sarà in grado di invertire la rotta e riconquistare la fiducia dei clienti europei. Il futuro del marchio appare oggi più incerto che mai, stretto tra una concorrenza agguerrita, un contesto economico sfavorevole e la necessità di ripensare profondamente la propria strategia commerciale e comunicativa. Solo il tempo dirà se la casa californiana saprà trovare le risposte giuste per tornare protagonista nel panorama delle auto elettriche europee.

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