Stile da Ferrari e motore V8 americano, chi ricorda la muscle-car italiana
Approfondimento sulla 1971 Iso Grifo Series II: design di Giugiaro, ingegneria di Bizzarrini, motore Chevrolet 454, 78 unità prodotte e prezzi d'asta attuali
Quando si parla di auto d’epoca capaci di coniugare raffinatezza stilistica e prestazioni fuori dal comune, il pensiero non può che andare alla Iso Grifo Series II. Nata dall’intuizione di Renzo Rivolta, questa vettura incarna ancora oggi il sogno di unire la maestria del design italiano alla potenza senza compromessi dell’ingegneria americana. Un progetto che, grazie al contributo di due giganti come Giotto Bizzarrini e Giorgetto Giugiaro, ha lasciato un segno indelebile nel panorama automobilistico degli anni Settanta e che continua a far battere il cuore degli appassionati e dei collezionisti di tutto il mondo.
Un progetto audace
Lanciata nel 1971, la Iso Grifo Series II rappresenta il culmine di una filosofia progettuale audace: quella di mettere insieme l’eleganza delle linee italiane con la brutalità dei motori americani. Il vero protagonista sotto il cofano è il celebre Chevrolet 454, un V8 da 7,4 litri capace di erogare 395 cavalli e una coppia impressionante di 500 Nm. Questi numeri, anche oggi, fanno sognare: accelerazione da 0 a 96 km/h in appena 5,5 secondi e una velocità massima vicina ai 265 km/h. Ma la vera chiave del mito risiede nella sua produzione limitata: tra il 1970 e il 1974 furono assemblati solamente 78 esemplari, rendendo la Series II una delle auto più esclusive e ricercate del suo tempo.
Questa rarità si riflette direttamente sulle quotazioni attuali: secondo le più recenti analisi di mercato e i dati raccolti da Classic.com, il prezzo medio alle aste degli ultimi cinque anni si aggira intorno ai 498.000 dollari. Le oscillazioni di valore sono significative, con punte minime di circa 390.000 dollari e massimi che superano i 610.000 dollari. Fattori determinanti per queste variazioni sono lo stato di conservazione, l’originalità dei componenti, la presenza di una documentazione completa e la capacità di intercettare le tendenze emergenti tra i collezionisti.
Dettagli unici
Sul piano estetico, la Iso Grifo Series II si distingue per alcuni dettagli che la rendono immediatamente riconoscibile: parafanghi più pronunciati, fari a scomparsa e una silhouette ancora più aggressiva rispetto alle versioni precedenti. L’equilibrio tra forma e funzione raggiunge qui una sintesi rara, dove la scuola stilistica italiana incontra la forza della meccanica americana, generando un oggetto del desiderio che continua a dividere e sedurre gli appassionati.
Nonostante il fascino indiscusso, possedere una Iso Grifo Series II comporta anche alcune sfide importanti. Gli esperti sottolineano come la reperibilità dei pezzi di ricambio sia spesso complessa, i costi dei restauri specializzati particolarmente elevati e la necessità di preservare l’integrità originale della vettura assolutamente prioritaria per mantenere alto il suo valore. Chi sceglie di investire in un esemplare simile deve essere consapevole di queste criticità, che rendono l’esperienza di proprietà tanto esclusiva quanto impegnativa.
Le mitiche GT italiane ormai scomparse
Nel panorama delle gran turismo italo-americane degli anni Settanta, la Iso Grifo Series II si posiziona accanto a modelli iconici come la Bizzarrini 5300 GT Strada e la Iso Rivolta IR 300. Tutte queste vetture condividono una filosofia comune: carrozzerie dal design sofisticato abbinate a motorizzazioni potenti e affidabili di derivazione americana, una formula che ha saputo conquistare generazioni di collezionisti e appassionati.
Per chi desidera avvicinarsi a questo mondo, gli specialisti consigliano un’attenta verifica della provenienza del veicolo, della completezza della documentazione storica e della corrispondenza tra i numeri di telaio e motore. Non meno importante è l’analisi della qualità degli eventuali interventi di restauro, che può influenzare in modo decisivo il valore di mercato di ogni singolo esemplare.
La Iso Grifo Series II resta quindi una leggenda controversa ma profondamente rispettata: controversa per il suo valore speculativo, che divide investitori e appassionati, rispettata perché rappresenta un capitolo irripetibile della storia dell’automobile. Un’epoca in cui l’audacia del design italiano sapeva ancora competere ad armi pari con l’esuberanza dei grandi motori americani, dando vita a un’icona senza tempo, ricercata e celebrata da chi vede nell’auto non solo un mezzo, ma un vero e proprio oggetto di culto.